Harper ha un passato difficile che le ha spezzato le ali e le ha lasciato cicatrici profonde. Mason non ha avuto una vita facile, è un uomo ferito che porta sulle spalle il peso di una perdita dolorosa. Si incontrano in un giorno di pioggia, Harper è in pericolo, è sola e spaventata, non ha un posto dove andare e Mason decide di aiutarla. Ma fin da subito Harper e Mason fanno scintille, sono come cane e gatto, non fanno altro che punzecchiarsi. Harper è sfrontata e arrogante, ha imparato a nascondere dietro una corazza le sue fragilità, il suo passato, ancora troppo doloroso da affrontare, segreti che non è pronta a svelare e che fanno ancora male. Mason è burbero e riservato, sempre sulla difensiva per proteggere il suo cuore, ha deciso di chiudere con l’amore una volta per tutte. Non è facile guarire le cicatrici dell’anima, soprattutto quando il passato torna a bussare alla porta e fa ancora paura. Ma solo fidandosi l’uno dell’altra impareranno a guarire il loro cuore spezzato e a rimettere insieme i frammenti della loro vita.
Perché anche con le ali ferite si può sempre tornare a volare come una farfalla.
Sono una guerriera dalle ali di
farfalla, non mollo mai. Io combatto. E ogni volta torno a spiccare il volo.
Mi rialzerò anche questa volta.
Recensione
Posso dirlo? Signori e signore, Chiara Trabalza è tornata, e l'ha fatto con il botto; ha ammesso di avere paura, perché viene da un periodo complicato, perché era in pausa dalla scrittura, ma lo ripeto: questo libro, è una bomba a orologeria, che vi farà battere il cuore all'impazzata. Ma veniamo alla storia, perché sto divagando, e questa cosa non va affatto bene :D
La prima che conosciamo è la protagonista femminile, Harper, una ragazza che ne ha passate tante, ha un passato doloroso alle spalle, uno di quelli che non vorresti mai nella vita, ma proprio MAI, e la troviamo che scappa, in mezzo alla strada, da un maniaco col coltello, inzuppata fradicia, perché ovviamente piove; è scappata dalla sua casa per motivi che scoprirete, e si imbatte in una macchina, dove sale senza tanti complimenti, e quella macchina è del protagonista maschile, Mason, che conosciamo proprio in quel frangente.
Indovinate un po'? I due iniziano a battibeccare, Mason la porta a casa sua e da lì le cose prenderanno una piega ben diversa.
Mason ha un passato diverso da quello di Harper, ma comunque doloroso; lavora con le sue mucche e colora gli steccati; quando Harper entra nella sua vita pensa sia strana, ma con il tempo, grazie alla sorella e alla piccola Cloe, la figlia, a cui tiene molto, avrà modo di cambiare idea.
Come andrà a finire tra i due? Una cosa è certa: quando il passato di Harper verrà a bussare alla porta, Mason sarà la sua roccia, perché per affrontare certe cose, non bisogna essere mai soli, qualsiasi cosa si pensi, o si voglia cercare di fare.
Chiara ha creato una storia da brividi, una storia che permetterà di ricucire le ferite del passato, grazie al presente e con uno sguardo attento e felice al futuro.
Alla prossima
Luce <3
Lei è là, per terra, davanti al mio pick-up. Mi guarda con due occhioni
sgranati, come un cerbiatto spaventato, abbagliato dai fari di un’auto. Peccato
che la signorina abbia scelto proprio la mia macchina per farsi mettere sotto.
Ma io non ho tempo da perdere, sono stanco, ho una dura giornata di
lavoro sulle spalle e ho fame. Tanta fame. Voglio solo andare a casa,
togliermi le scarpe, buttarmi sul divano e farmi un bel panino sorseggiando
una birra.
All’inizio penso di averle fatto male, anche se ho inchiodato in tempo non
ho potuto evitarla, si è buttata praticamente sotto il mio pick-up. Poi vedo che
si rialza subito e tiro un sospiro di sollievo. Le faccio cenno di spostarsi ma
lei sembra non vedermi nemmeno, ha lo sguardo vitreo e spaventato. Si volta
e guarda indietro, verso la strada buia, sembra stia cercando qualcosa o
qualcuno. Poi finalmente si sposta, io metto il piede sull’acceleratore pronto a
ripartire quando sento lo sportello che si apre. Mi volto di scatto e lei, la
pazza che si è fatta investire, alias cerbiatto-spaventato, con un balzo salta
dentro la macchina e si rannicchia sul sedile accanto a me.
Non ci posso credere!
Ma questa è tutta matta. Perché mai è salita sul mio pick-up?
La guardo di traverso e sto già per dirgliene quattro e buttarla giù dal mio
furgone quando lei, senza lasciarmi nemmeno il tempo di parlare, grida
spaventata: «Parti per favore, metti in moto… Togliamoci da qui!»
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