venerdì 27 dicembre 2024

Dune prophecy - serie tv (Recensione)

Buongiorno, oggi vi parlo della serie tv "Dune: prophecy"


Titolo: Dune prophecy
Paese: Stati Uniti d'America
Anno: 2024-in produzione
Formato: serie tv
Genere: azione, drammatico, fantascienza
Stagioni: 1
Episodi: 6
Durata: 62 min (episodio)
Lingua originale: inglese


Informazioni
Dune: Prophecy è una serie televisiva statunitense, prequel del film Dune del 2021 diretto da Denis Villeneuve basato sull'omonimo romanzo di Frank Herbert. La serie, tratta dal romanzo del 2012 Sisterhood of Dune di Brian Herbert e Kevin J. Anderson debutterà su HBO il 17 novembre 2024.





Trama
Le vicende sono ambientate circa 10.000 anni prima dei fatti riguardanti Paul Atreides, poco dopo il Jihad Butleriano, e racconta i primi anni della sorellanza Bene Gesserit attraverso la storia di Valya Harkonnen e sua sorella Tula




Recensione

Se si pensa alla saga di Dune di Denis Villeneuve, la prima cosa che viene in mente è l'incredibile impatto visivo, oltre alla potenza delle immagini e alla forza iconografica di alcuni elementi, come i vermi delle sabbie. Così, sapere dell'arrivo di Dune: Prophecy e della lavorazione della serie tv, mi aveva lasciata un pizzico perplessa, perché con i budget di una produzione seriale, per quanto solida e ambiziosa come possono essere quelle HBO, si rischiava di ridimensionare quella ricerca visiva, deludendoci.

C'era però un elemento a contrastare quel dubbio e dare speranza e stuzzicare la curiosità: Dune è anche grande fantascienza, intesa nel senso più puro del termine, di quelle storie che sono capaci di parlare del nostro mondo guardando altrove, indagando realtà differenti in
cui far riecheggiare la nostra. E questo ho ritrovato anche in 
Dune: Prophecy, ancor più che nei film per il grande schermo, perché lo spazio di una narrazione seriale permette di approfondire i personaggi, la loro umanità, le loro debolezze e subdole ambizioni e intrighi.

La premessa della serie (disponibiile su Sky e NOW), basata nello specifico sul romanzo Sisterhood of Dune, è intrigante per chi ama la storia che è già stata raccontata negli ultimi anni al cinema, perché ci porta in un passato remoto: siamo infatti 10000 anni prima dell'ascesa di Paul Atreides a cui stiamo assistendo nei


lungometraggi di Villeneuve e seguiamo il percorso di due personaggi altrettanti magnetici, le due sorelle Valya e Tula Harkonnen. Le seguiamo mentre fronteggiano forze che minacciano il futuro dell'umanità e, soprattutto, mentre danno vita a quella potente sorellanza che si sottopone a un intenso addestramento fisico e condizionamento mentale per arrivare a ottenere delle abilità al di là dell'umano: le Bene Gesserit che ci hanno già conquistati su schermo per la resa dei due recenti film.

In Dune Prophecy ci si muove allora tra intrighi e sotterfugi, trame da ordire e intrecci da seguire. È buono il lavoro di scrittura che supporta questo background lungo cui muoversi, al netto di una sensazione che per noi è stata positiva ma che potrebbe spiazzare qualcuno: più volte nel corso della visione sono emerse suggestioni e reminiscenze da Game of Thrones, facendo pensare quasi a una versione in sala sci-fi delle serie tratte da Martin(ed è incluso anche House of the Dragon).


Secondo me è ovviamente un parallelo positivo, perché evocare una delle eccellenze seriali dei tempi recenti non può non esserlo, ma può però destabilizzare, almeno in prima battuta. Chi ama i film potrebbe avere un'idea differente di cosa aspettarsi dalla serie HBO. Si resta comunque intrappolati in questo intreccio, affascinati dalle figure che lo navigano e dei loro interessi.

E questo succede anche per la qualità del cast nel suo complesso, tra cui dobbiamo necessariamente citare le due protagoniste Emily Watson, che interpreta Valya Harkonnen, e Olivia Williams, che porta su schermo sua sorella Tula. Le due attrici guidano un insieme di interpreti che assicura credibilità e spessore al racconto e si dimostra capace di dar vita in modo solido ai tanti dialoghi della serie.


Dune: Prophecy non è però solo una serie molto parlata, non è solo
su dialoghi e intrighi che basa il suo fascino, perché i valori produttivo sono elevati, come sempre in casa HBO, e la costruzione visiva cerca di mantenere la continuità estetica con i film, creando qualcosa che abbia una proprio personalità e dignità. Si punta meno sull'impatto estetico, ma quando ci si concede spazio per inquadrature e sequenze di maggior respiro, il risultato è in ogni caso notevole. Se da una parte la serie mi ha incuriosita per la sua volontà di costruire qualcosa di autonomo e indipendente dai film, dall'altra ha soddisfatto almeno in parte la voglia di tornare nel mondo inventato da Frank Herbert. Un compromesso raggiunto con equilibrio che ci ha sorpresi in positivo.

È una buona produzione che mi ha prima spiazzato e poi sorpreso Dune: Prophecy, perché da una parte non è il prequel che mi aspettavo per i film di Denis Villeneuve (di cui enfatizza alcuni aspetti a discapito di altri), ma dall’altra ci ha catturati nei suoi intrighi e le sue macchinazioni. Buona la prova delle due protagoniste Emily Watson e Olivia Williams, che ci conducono nel cammino che porterà a quel gruppo di personaggi così affascinanti che sono le Bene Gesserit.



La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3



Nessun commento:

Posta un commento