mercoledì 24 luglio 2024

Recensione tetralogia "Il Tensorato", Neon Yang

 


Autore: Neon Yang

Titolo: I fili rossi della fortuna

Serie: Il Tensorato #2

Prezzo: 6,04   e-book 7,99

Link d'acquisto: QUI



Tetralogia Il Tensorato:

1)Le maree nere del cielo

2)I fili rossi della fortuna

3)Discesa tra i mostri

4)Ascesa alla divinità


«Ricorda, oh luminoso cercatore di conoscenza, il Primo Sutra, il Sutra delle Cinque Nature». «La Slasca è tutto, e tutto è Slasca». (…) «Conosci le vie delle cinque nature e conoscerai le vie del mondo. Poiché tutte le linee e i nodi della Slasca sono le linee e i nodi del mondo, e tutto ciò che ha forma si forma attraverso l’intreccio dei fili rossi della fortuna.»


Trama

Profetessa ormai decaduta, dominatrice degli Elementi, e figlia della Protettrice, Sanao Mokoya ha deciso di cambiare vita. Un tempo le sue visioni davano forma alle vite dei suoi concittadini in tutto il paese,
ma, anche se prevedeva immani tragedie, Mokoya non aveva modo di ridisegnare il futuro. Devastata dalla perdita della figlia, inizia una caccia contro i letali naga, capaci di oscurare il cielo, nelle lande
più remote del regno, lontana da tutto ciò che amava, accompagnata da un branco di raptor. Seguendo le tracce di un enorme naga che minaccia la città mineraria ribelle di Bataanar, Mokoya incontra lə misteriosə e affascinante Rider. Ma le cose non sono come sembrano: la bestia che entrambe inseguono nasconde un segreto che potrebbe far scoppiare la guerra in tutto il Protettorato. Invischiata in una cospirazione di
magie e tradimenti, Mokoya deve venire a patti con il suo dono straordinario e pericoloso, o rischiare di perdere quel poco che ancora le è caro. La saga del Tensorato spalanca le frontiere più innovative
della speculative fiction: con la sua prosa affilata e insieme epica, Neon Yang scardina molte delle convenzioni di genere (letterario e non solo), ridefinendo i confini e le modalità di ciò che significa
“raccontare storie”.


«Non occorre che ti scusi» disse Mokoya, prima che l’altro potesse proferire parola. Si era fermato a qualche resa di distanza da lei. «Ma… devo. Mi sono comportato molto male nei tuoi confronti.» «Sì, tendo a tirare fuori il peggio dalle persone.»


Recensione

La storia ha inizio diversi anni dopo le vicende del primo volume. Sono passati anni da quando Makoya, figlia della Protettrice, era Profetessa e dominatrice degli Elementi e ne sono passati altrettanti da quando ha perso sua figlia e da quel momento ha deciso di cambiare ogni cosa possibile nella sua vita. Un tempo prevedeva degli eventi che non poteva modificare ed ora invece insegue i terribili Naga, accompagnata dalla Fenice e da un branco di strani raptor. Ma c’è un pericoloso Naga che si fa strada fra le lande buie e misteriose attorno alla città di Bataanar dove rischia di scoppiare una guerra. Mokoya avrà modo di conoscere Rider, che rimetterà in gioco tutte le sue poche certezze.

Cosa succederà a Mokoya e alla città di Bataanar? Ci sarà una guerra? Riuscirà Mokoya a rimettere in gioco i sentimenti e a ricalibrare la sua vita nonostante la sua immensa e dolorosa perdita?


«Ricorda, oh luminoso cercatore di conoscenza, il Primo Sutra, il Sutra delle Cinque Nature». «La Slasca è tutto, e tutto è Slasca». (…) «Conosci le vie delle cinque nature e conoscerai le vie del mondo. Poiché tutte le linee e i nodi della Slasca sono le linee e i nodi del mondo, e tutto ciò che ha forma si forma attraverso l’intreccio dei fili rossi della fortuna.»

La trama riprende quanto vi è scritto, niente di più e niente di meno. E’ una trama che incuriosisce fin da subito e che lascia una scia di curiosità per chi ha letto il primo volume e si sia affezionato al personaggio di Mokoya, uno dei due gemelli. Non viene raccontato troppo trattandosi comunque di un libro non particolarmente lungo ma è sufficiente per ciò che viene scritto.

La copertina segue la scia dei volumi precedenti così come si rifà anche agli originali ovviamente anche se – come già ripetuto per il primo volume – sarebbe stato meglio un unico e semplice volume che racchiudesse tutto. Nonostante ciò le illustrazioni sono sicuramente degne di nota e lo stile ha il suo perché, non lo metto in dubbio. Il titolo si rifà, anche qui, agli originali e il perché lo scopriremo strada facendo all’interno del volume, molto prima di quanto effettivamente si pensi. E’ un titolo azzeccato e la composizione del connubio è buona.

L’ambientazione è il Protettorato suddiviso in regioni e quant’altro come viene anche mostrato sia dalla mappa trovate sia nel volume stesso, sia nella recensione del primo volume se siete particolarmente curiosi; l’epoca non è specificata ma segue la scia degli avvenimenti del volume precedente e si mantiene anni dopo gli avvenimenti del primo volume, Anno Trentotto dei gemelli se non erro.

«Non occorre che ti scusi» disse Mokoya, prima che l’altro potesse proferire parola. Si era fermato a qualche resa di distanza da lei. «Ma… devo. Mi sono comportato molto male nei tuoi confronti.» «Sì, tendo a tirare fuori il peggio dalle persone.»

personaggi di questa storia, rispetto al primo volume che tende a concentrarsi su due protagonisti – gemelli s’incentra sulla vita di Mokoya (e su cosa sia cambiato dalla perdita di sua figlia) diversi anni dopo gli avvenimenti del primo volume, riprendendo un personaggio cambiato, sotto certi aspetti più maturo e sotto altri più fragile e infantile, che non sembra voler andare avanti e affrontare la realtà.

Mokoya infatti sembra soffrire tanto la perdita di sua figlia, allontanandola ancor di più dal suo gemello così come dal suo stesso marito, che tutt’ora sembra preoccuparsi per lei nonostante si siano allontanati. Mokoya sembra affrontare il dolore uccidendo naga o andando alla ricerca di essi per cercare di avere un vero e proprio motivo per andare avanti. E’ un modo per affrontare il dolore, questo è evidente ma come dice anche suo marito – in un punto del libro – prima o poi dovrà liberarsi del dolore e dovrà affrontare la vita, scardinare quel muro che si è costruita attorno cercando di nuovo di tornare fra i “vivi”. In questo volume è solitario anche se viene circondato da alcuni già conosciuti nel volume precedente e ne incontreremo di nuovi, come Rider ad esempio.

«Sono preoccupato per te» disse lui. «Non devi.» (…) «Dovrai smetterla di scappare, prima o poi. Dovrai tornare.» «Smettere di scappare non significa tornare.» «Non intendevo dire che tu debba tornare da me o al Grande Monastero, o perfino a Chengbee. Intendevo tornare in vita, Nao. Devi tornare. Io ti vedo, ricevo notizie su ciò che fai e so che vaghi con questa lastra di vetro che ti separa dal mondo. Dovrai romperla, a un certo punto.»

Fictograph — Promos for two queer, raptor-riding, slack-bending...Il perno centrale di questa storia si divide in due correnti differenti: quella emotiva che segue il percorso interno del personaggio principale e come questo affronta il dolore; quella della trama che segue le vicende della ricerca del Naga e della guerra che potrebbe scatenarsi da un momento all’altro visto quanto sta per succedere nel Protettorato stesso.

Lo stile utilizzato dall’autore è il medesimo del volume precedente anche se decisamente più dinamico e fluido, rispetto al primo volume. Infatti all’inizio usando il “they” e quindi la shaw per entrambi i personaggi ho fatto difficoltà ad entrare nella logica e nella sintonia della lettura che mi collegava ai personaggi. Essendo qui Mokoya, già confermata a livello di genere, la lettura è stata in qualche modo “facilitata” se vogliamo metterla così anche se non mancheranno personaggi di genere Non binario – appartenenti quindi alla comunità LGBTQ+  la storia continua a mantenersi con la base di quanto detto per il volume precedente.

Non solo per quanto riguarda il livello della storia, questo volume colpisce molto più a livello emotivo e la sfera emozionale portando ad avvicinarci molto di più al personaggio che ha consapevolezze e una maturità differente rispetto ai precedenti. Ho trovato Mokoya sia diventata madre e abbia perso una figlia, umana ai limiti dell’inverosimile, molto di più di quanto sembrasse con i volumi precedenti visto il suo potere che la rendeva particolare e forte al tempo stesso. Questa componente emozionale influisce sul lettore e rende il tutto dolce e più vicino a qualsiasi tipologia di lettore, anche ad una fascia di età più alta visto ciò che la protagonista ha affrontato e sta affrontando e visto l’età del personaggio stesso ovviamente.

Il componente della storia è interessante anche se opinabile visto che i Naga e su quanto si sviluppi la storia stessa sembra quasi superfluo a livello di guerriglia e quant’altro: infatti sembra solo un motivo per mandare avanti la serie non indispensabile ma che ha legato l’autore indissolubilmente ai suoi personaggi che non sente davvero di voler lasciare in quel momento ma vuole dare ancora delle opportunità e dei motivi per farci sapere cosa può succedere “dopo”. A parte questo, la storia e il fatto dei naga non li ho sentiti forti e dominanti così come l’introduzione del nuovo personaggio.

A riempire il tutto è il worldbuilding che l’autore riesce a creare donando un atmosfera suggestiva che difficilmente in alcuni libri si riesce a percepire. Infatti nei suoi scritti, Yang, il tutto viene reso quasi poetico e delicato dai suoi scritti che raffigurano una realtà a tratti quasi magica.

«Una volta, conoscevo una persona audace e gioiosa come un fiume guizzante. Un filo argentato nella Slasca, brillante contro tutti quei rossi e quei blu. Ora, non so che fine abbia fatto.» “È morta” pensò Mokoya. “È morta nell’esplosione che ha tolto la vita a sua figlia.” Thennjay si fece silenzioso. «Scusami. Non voglio farti pressioni, Nao. Non va mai a finire bene.» Mokoya si sentì dispiaciuta per lui. «Thenn, sono contenta che tu sia qui.» Ed era sincera. «Lo sono davvero.» Lui la cinse per le spalle e le baciò la sommità della testa. Una reazione misurata e cauta. «Anch’io sono contento di vederti.»

Il libro è stato, sommariamente, una buona prosecuzione della storia seppur non del tutto necessaria. Ho apprezzato tantissimo l’esposizione del punto di vista emotivo di Mokoya e tutto ciò che questo concerne riguardo anche i personaggi che le ruoteranno attorno ovviamente. Un secondo volume curioso e ben strutturato.

Neon Yang ci riporta al Protettorato fra Tensori e Macchinisti con una guerra alle porte e il dolore di una madre che ha perso tutto e non ha paura di mettersi veramente in gioco. Siete pronti a sfidare un naga potente e a scoprire i segreti che si nascondono dietro Rider e il Tensorato?


La mia valutazione

5


Alla prossima

Luce <3


«Sono preoccupato per te» disse lui. «Non devi.» (…) «Dovrai smetterla di scappare, prima o poi. Dovrai tornare.» «Smettere di scappare non significa tornare.» «Non intendevo dire che tu debba tornare da me o al Grande Monastero, o perfino a Chengbee. Intendevo tornare in vita, Nao. Devi tornare. Io ti vedo, ricevo notizie su ciò che fai e so che vaghi con questa lastra di vetro che ti separa dal mondo. Dovrai romperla, a un certo punto.»

martedì 23 luglio 2024

Recensione tetralogia "Il Tensorato", Neon Yang

 


Autore: Neon Yang

Titolo: Le maree nere del cielo

Serie: Il Tensorato #1

Prezzo: 

Link d'acquisto: QUI



Tetralogia Il Tensorato:

1)Le maree nere del cielo

2)I fili rossi della fortuna

3)Discesa tra i mostri

4)Ascesa alla divinitàù


C’era quel sutra, il Primo Sutra, che Mokoya amava recitare tra sé e sé quando si sentiva nervosə: “Tutto è Slasca, la Slasca è tutto”, seguito da un’infinita sequela di sciocchezze sulle cinque nature. Ad Akeha, però, piaceva usare una lista migliore, più corta:
Terra, per la gravità;
Acqua, per il movimento;
Fuoco, per il caldo e il freddo.
Foresta, per la carne e il sangue;
Metallo, per l’elettricità.
Tutto il resto è in più.


Trama

Mokoya e Akeha, le gemelle figlie della Protettrice Sanao, sono state affidate al Grande Monastero da bambine per adempiere a una promessa.
Mokoya ha sviluppato un talento profetico, Akeha ha sempre avuto il dono di comprendere quali motivazioni si celano dietro le azioni degli adulti. Mokoya ha illuminazioni su ciò che sarà, Akeha comprende cosa
potrebbe essere. Entrambe hanno visto il marcio che si annida nel cuore del Protettorato. Il momento della confermazione segna la prima divisione nel destino delle due gemelle. Altre ne seguiranno: Akeha
infatti non vuole più essere una pedina negli intrighi orditi da sua madre, così si lascia tutto alle spalle e parte in cerca del proprio cammino, fino a che la sua strada non incrocerà quella dei Macchinisti
che si ribellano allo strapotere del Tensorato. La saga del Tensorato, di cui questo è il primo libro, spalanca le frontiere più innovative della /speculative fiction/: con la sua prosa affilata e insieme epica,
Neon Yang scardina molte delle convenzioni di genere (letterario e nons olo), ridefinendo i confini e le modalità di ciò che significa “raccontare storie”.



«Potevi morire. Che stavi facendo?» Akeha lanciò un’occhiata al picco invisibile della Montagna
della Fenice Dorata. «Cercavo le caverne nascoste.» «Perché?» Si strinse nelle spalle. «Ci serve un posto dove rifugiarci, in caso nostra madre venisse a prenderci. Io non voglio tornare indietro.» Mokoya ritrasse la mano. «Lei non verrà. Non le importa di noi.» (…) «Non aver paura» disse Akeha. «Ti proteggerò io.» «Proteggermi da cosa? Dal futuro?» «Da tutto.» Mokoya si voltò verso di ləi con le guance rigate di lacrime. «E se fosse vero? Se davvero sognassi cose che devono ancora accadere?» «Ho detto: tutto» ripeté Akeha, e attirò lə gemellə in uno strettissimo abbraccio che mise a tacere ogni protesta. «Non dobbiamo per forza dirlo a qualcuno. Questo può rimanere un nostro segreto.»


Recensione

Il Tensorato parla di due gemell*, figl* della Protettrice Sanao, affidate al Grande Monastero all’età di sei anni come ricompensa per l’aiuto offertole durante una battaglia. Quest* gemell*, Akeha e Mokoya, col tempo sviluppano interessi, caratteristiche e poteri differenti. Mokoya vede ciò che sarà, destando l’interesse della madre che la rivorrà con sé; Akeha ha la capacità di comprendere l’essere umano grazie al suo ottimo spirito di osservazione e la sua capacità di non destare troppo l’attenzione altrui, cosa che porterà sempre la madre a sottovalutarl*.

La scelta di non qualificare il sesso dei due personaggi è voluta, sia da me sia dall'autore stesso, che nei primi capitoli del libro farà lo stesso: imparerete ad avere una visione di Mokoya e Akeha tutta vostra, dove le loro personalità e caratteristiche saranno messe in primo piano rispetto a tutto il resto, e che potrà in futuro coincidere col modo in cui loro vedono sé stess*.

Questa scelta narrativa e stilistica ha pro e contro, potrà piacervi o potrà farvi storcere il naso. Da una parte, Neon Yang vi offrirà la possibilità di vedere i personaggi come VOI vorrete, di immaginarli liberamente e senza paletti che possano trattenere la vostra immaginazione, offrendo anche una carezza agli animi sensibili riguardo a queste tematiche. Dall’altro lato, questa scelta potrà rendere la lettura all’inizio un po’ pesante, un po’ forzata, a meno che non stiate facendo come me che invece di leggere lo sto ascoltando su audible, nel qual caso, con tutta probabilità, state scorrendo la storia in modo veloce.

Andando avanti capirete però molto di più e inizierete a comprendere maggiormente anche il genio dietro a questa – bizzarra per alcuni, originale per altri – scelta stilistica. Questo perché i personaggi nel mondo del Tensorato sono liberi di scegliere chi e cosa essere, di accettare il proprio io e arrivare ad uno stadio di maturità personale, definito “confermazione”, in cui scegliere se definirsi (e lasciarsi a sua volta definire) come uomini o donne. È una scelta puramente personale, dettata dal modo in cui l’Io del personaggio coincide di più con un genere o con un altro.

“Come mai hai deciso di essere una donna?”

“Non ho deciso niente. Mi sono sempre sentita tale: una ragazza”.

Capirete allora che Akeha e Mokoya vivranno un periodo di crescita in cui cercheranno di capire chi sono, in cosa rivedono maggiormente sé stess*, e la delicatezza in cui questi momenti vengono descritti è davvero disarmante. Poche pagine, poche parole, ma un grande abbraccio a personaggi che vivono un momento così particolare e sensibile. Sono rimasta davvero colpita dalla gentilezza che traspare dalla penna di Neon Yang, ed è qualcosa che sono sicura noterete anche voi. Inoltre, l’idea di mixare così bene scelte puramente stilistiche con la trama è una cosa che mi ha stupita e che, alla fine, ho gradito non poco. Ha giustificato qualcosa che poteva benissimo non essere giustificato a parole, rendendolo parte del worldbuilding stesso. Davvero, davvero una bella mossa Yang.

La storia ovviamente però non si ferma qui. Vedrete la crescita di Akeha e Mokoya anche da altri punti di vista: non solo scelte relative al proprio Io, ma anche collegate al proprio futuro. Non solo chi sono, ma anche chi voglio essere, con le mie azioni e i miei principi.

“Perché lui aveva sempre saputo, anche da bambino, che lui era il fulmine, mentre lei era il fuoco nel cuore dei pianeti. E il mondo aveva bisogno di entrambi. Le rivoluzioni avevano bisogno di entrambe. Qualcuno doveva maneggiare i coltelli, ma qualcuno doveva anche scrivere i trattati”.

In questo primo libro non c’è molta azione, ma c’è soprattutto l’esplorazione di come l’essere umano si forma nel tempo, nelle sue mille sfaccettature. Tutto ciò potrà sembrare pesante ad alcuni, ma vi assicuro che non sarà così, perché Neon Yang sembra avere la capacità di rendere semplice la complessità.

copertina inglese de Il tensorato

In conclusione, posso dirvi che secondo il mio modesto parere Il Tensorato è una lettura dal potenziale molto soggettivo. Personalmente la reputo una bella lettura, leggera, adatta per spezzare tra un mattoncino e un altro, ma non qualcosa di epico dal punto di vista della trama, da cui mi aspettavo forse qualcosina in più. In ogni caso, ho apprezzato molto i personaggi, che del resto sono il punto forte di questa storia.

Spero di avervi coinvolti abbastanza da voler intraprendere questa lettura/audiolettura.


La mia valutazione



Alla prossima
Luce <3



«Le cose sono quelle che sono. Come hai detto tu, non possiamo fare nulla per cambiarle, no?» «Al monastero» disse Mokoya «ci hanno insegnato che la fortuna è sia intrattabile, sia imparziale, e che quando ci succede qualcosa di brutto, è il risultato di un universo incomprensibile e distaccato che opera per conto suo. La montagna si scuote, ma non si cura delle case travolte dalla valanga. Non è quello il suo scopo.» «E questo dovrebbe consolarmi?» «Sì» replicò Mokoya, con un po’ troppa enfasi. «Perché il punto non sei tu, o ciò che tu hai fatto. Non esiste una ragione più elevata».




lunedì 22 luglio 2024

Recensione serie "Il Commissario Ricciardi", Maurizio De Giovanni

 


Autore: Maurizio De Giovanni

Titolo: I vivi e i morti

Serie: Il Commissario Ricciardi

Prezzo: 2,99

Link d'acquisto: QUI


Serie Il Commissario Ricciardi:

0,5)L'omicidio Carosino: le prime indagini del Commissario Ricciardi

0,6)I vivi e i morti

1)Il senso del dolore

2)La condanna del sangue

3)Il posto di ognuno

4)Il giorno dei morti

5)Per mano mia

6)Vipera

6,5)Febbre (racconto presente nella raccolta "Giochi criminali")

7)In fondo al tuo cuore

8)Anime di vetro

8,5)Una domenica con il Commissario Ricciardi

9)Serenata senza nome

10)Rondini d'inverno

11)Il purgatorio dell'angelo

12)Il pianto dell'alba

13)Caminito

14)Soledad


Trama

Napoli, ottobre 1930.Luigi Alfredo Ricciardi è un Commissario della Regia Questura e vede imorti, quelli periti per cause violente, mentre reiterano e ripetono all’infinitogli ultimi gesti e le ultime parole, prima di morire.In una città dove coesistono mille contraddizioni e dove il fascismo si fasempre più arrogante, si ritroverà a dipanare la matassa di una serie didelitti in cui la vendetta è solo una parte della verità.Il fumetto, scritto da Alessandro Di Virgilio e disegnato da Emanuele Gizzi,è l’adattamento del racconto omonimo, qui trasformato nel prequel de “Ilsenso del dolore”, il primo romanzo della fortunata serie nera del CommissarioRicciardi, scritta da Maurizio de Giovanni e attualmente pubblicata da Einaudi. INCONTRA



Recensione

Il commissario è il protagonista de I vivi e i morti – un’indagine del commissario Ricciardi, racconto facente parte della sua stessa serie, che io ho recuperato adesso e giusto in tempo, prima dell'uscita della terza della stagione della serie tv, di cui "I vivi e i morti" farà parte. Il fumetto è l’adattamento dell’omonimo racconto con il quale Di Giovanni vinse un concorso letterario nel 2005, dando il via alla sua carriera di scrittore, racconto che poi sarebbe stato la base del romanzo Il senso del dolore, primo della serie dedicata al personaggio.

Vivimorti_01

I vivi e i morti è dunque ambientato in una Napoli in pieno regime fascista, nella quale uno spietato assassino, armato di punteruolo, compie una serie di omicidi all’apparenza slegati tra loro, sui quali è chiamato a indagare il commissario della Squadra mobile della Regia Questura, Luigi Alfredo Ricciardi, affiancato dal fido brigadiere Maione.
Ricciardi è un personaggio enigmatico, con un carattere chiuso: vive insieme a tata Rosa, la balia che lo ha allevato da piccolo, e custodisce un segreto che spesso lo aiuta nelle indagini. Fin da bambino, Ricciardi vede i fantasmi dei morti, ma solo di quelli vittima di morte violenta, dei quali riesce a cogliere l’immagine nel momento del trapasso, assieme alle ultime parole da loro pronunciate.

Vivimorti_03Di Virgilio riesce a maneggiare con efficacia i personaggi creati da De Giovanni: il loro modo di parlare, i gesti, le azioni ricalcano e rimandano in maniera molto fedele alle pagine dei romanzi. Tuttavia, pur se la recitazione funziona e la vicenda narrata, tutto sommato, scorre rapidamente grazie a una sceneggiatura fluida e senza lacune, nell’adattamento si percepisce un punto debole. L’autore dà forse troppo per scontato che i lettori del fumetto lo siano anche dei romanzi di De Giovanni, e dunque conoscano già i personaggi della storia e le loro caratteristiche. Questa criticità fa sì che alcuni passaggi narrativi rimangano troppo superficiali, con poche informazioni, sufficienti quel tanto che basta a far andare avanti la vicenda in modo non troppo oscuro: è il caso, per fare un esempio, del dramma familiare che vive il brigadiere Maione. Oppure prendendo in esame lo stesso protagonista, alcuni aspetti peculiari e fondamentali del suo carattere vengono completamente tralasciati, come la sua cronica insofferenza agli ordini superiori.
Anche lo scioglimento della trama appare troppo conciso e concitato, risultando in effetti l’unico parte della storia che pecca di fluidità.

Vivimorti_02Emanuele Gizzi, di contro, realizza tavole di notevole impatto, spaziando da una tradizionale gabbia a tre strisce, a splash page e pagine con composizioni più libere, ma sempre chiare e leggibili. Il largo uso di campiture nere, sia negli ambienti che nelle ombre che spesso si posano sui tratti somatici dei vari personaggi, riflettono tanto l’oscurità della vicenda narrata quanto i segreti, i drammi e i demoni interiori con i quali tutti i protagonisti, nessuno escluso, devono convivere.
Una peculiarità da evidenziare è il modo in cui il disegnatore trasmette l’ambientazione partenopea della vicenda, esclusivamente attraverso grandi vignette o vignette a tutta pagina che mostrano le facciate di alcuni monumenti o scorci riconoscibili della città. Quando la vicenda si sposta negli interni, padroneggia sempre il nero, quando lo spazio non è rubato dai primi piani che catturano gli sguardi dei vari personaggi.

I vivi e i morti è dunque un buon fumetto, ma che si può apprezzare completamente se si antepone alla sua lettura quella di qualche romanzo di Maurizio De Giovanni con protagonista il commissario Ricciardi.


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3


domenica 21 luglio 2024

Recensione serie "Le indagini di Cormoran Strike", Robert Galbraith

 


Autore: Robert Galbraith

Titolo: Il baco da seta

Serie: Le indagini di Cormoran Strike #2

Prezzo:  13,68  e-book 9,99

Link d'acquisto: QUI


Serie "Le indagini di Cormoran Strike:

1)Il richiamo del cuculo

2)Il baco da seta

3)La via del male

4)Bianco letale

5)Samgue inquieto

6)Un cuore nero inchiostro

7)Sepolcro in agguato

8)The hallmarked man

9)?

10)?


Forse l’amore è proprio questo, pensò Strike, prendendo le parti di Fancourt contro una Robin invisibile e critica, che per qualche ragione si ergeva a giudice, mentre lui beveva Doom Bar e fingeva di leggere dell’inverno peggiore della storia. Tu e Matthew… Strike vedeva ciò che a Robin sfuggiva: la condizione per stare con Matthew era rinunciare a essere se stessa.


Trama

Londra. L'eccentrico scrittore Owen Quine non si fa vedere da giorni. Non è la prima volta che scompare improvvisamente, ma non è mai stato via così tanto tempo e la moglie ha bisogno di ritrovarlo. Decide così di assumere l'investigatore privato Cormoran Strike per riportare a casa il marito. Ma appena Strike comincia a indagare, appare chiaro che dietro la scomparsa di Quine c'è molto di più di quanto sua moglie sospetti. Lo scrittore se n'è andato portando con sé il manoscritto del suo ultimo romanzo, pieno di ritratti al vetriolo di quasi tutte le persone che conosce, soprattutto di quelle che ruotano attorno al suo mestiere. Se venisse pubblicato, il libro di Quine rovinerebbe molte vite: perciò sono in tanti a voler mettere a tacere lo scrittore... Ricco di colpi di scena, uno spaccato degli intrighi del mondo editoriale londinese, "Il baco da seta" è il secondo romanzo della serie che ha per protagonisti Cormoran Strike e la sua assistente, la giovane e determinata Robin Ellacott.


…la rabbia è un sentimento molto faticoso.


Recensione

Oggi vi parlo di "Il baco da seta", seconda indagine di Coroman Strike"; abbiamo lasciato l'atipico investigatore privato alle prese con un'imprevista popolarità dovuta alla soluzione del suo primo caso. In questo secondo romanzo lui e la sua segretaria Robin, ancora al suo fianco nonostante le proteste del noioso fidanzato, devono trovare uno scrittore scomparso, un personaggio scomodo e antipatico che ha scritto un libro in cui vengono messi alla berlina molti nomi noti del mondo dell'editoria, un romanzo maledetto che molti vorrebbero non venisse mai pubblicato. Lo scrittore viene trovato morto, assassinato nello stesso modo truculento in cui muore il protagonista del suo libro e vi assicuro che è una scena che non vorreste vedere dal vivo: MAI.

Da questo punto parte e si dipana l'indagine di Cormoran, personaggio sempre più irresistibile nella sua sgraziata, ma imponente fisicità, nei suoi tic, nella sua dirittura morale che non è mai messa in discussione e che, anzi, è amplificata dallo squallore della vita che conduce, tra pasti spazzatura, protesi che duole, rimpianti di una vita passata che dolorosamente ritorna. Cormoran balza quasi fuori dalla pagina scritta, resta impresso nella retina e nel cuore di chi legge. Robin, dall'altro lato, con il suo buonsenso e la sua prontezza, con la sua dolcezza riesce a creare un legame empatico con tutti gli indagati ed è la spalla perfetta per Cormoran.
Cormoran e Robin: una coppia che funziona benissimo. La magia della Rowling è quella di far rivivere il giallo classico. Nessun serial killer, nessuna spiegazione esoterica. L'assassino è nascosto all'interno della cerchia ristretta di coloro che frequentavano la vittima, il rancore è stato covato da una vita, l'orrore è travestito da quotidianità. Questo fa paura.
Le grettezze di tutti i coinvolti vengono svelate in una Londra livida, che l'autrice ci fa vedere attraverso i suoi pub, facendoci entrare nelle feste private, nelle case e negli uffici di quelli che contano del mondo dell'editoria. Qualcuno avrà tremato sul serio? Qualcuno avrà forzatamente riso alle presentazioni del libro odiando in cuor suo la scrittrice? Non sembra un ambiente di amiconi quello dell'editoria e di certo la Rowling sa di quello che parla. Questo doppio risvolto mi ha divertita, mi ha intrigato il fatto di non poterne capire fino in fondo le implicazioni e i rimandi segreti.
E Cormoran e Robin? Li aspetto con impazienza e la certezza di non aver mal riposto la mia fiducia. 
Se avete amato il precedente, non potrete non leggere questo.

La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3


Strike aveva sentito dire molte volte che chiunque può diventare un assassino, ma sapeva che era una menzogna. C’erano senza dubbio persone per le quali uccidere era facile e perfino piacevole, lui ne aveva conosciute alcune. A milioni, poi, erano stati addestrati a togliere la vita ad altri; Strike era una di queste. Gli uomini uccidevano per opportunismo, per vantaggio, per difesa, scoprendo in loro stessi la capacità di essere fatali quando non c’erano alternative possibili. Ma c’erano anche persone che si fermavano prima, che anche sotto la pressione più intenza erano incapaci di approfittare della situazione, di cogliere l’opportunità, di violare l’ultimo e più grande tabù.

sabato 20 luglio 2024

Recensione serie "Le indagini di Cormoran Strike", Robert Galbraith

 


Autore: Robert Galbraith

Titolo: Il richiamo del cuculo

Serie: Le indagini di Cormoran Strike #1

Prezzo: 14,25 e-book 8,99

Link d'acquisto: QUI


Serie "Le indagini di Cormoran Strike:

1)Il richiamo del cuculo

2)Il baco da seta

3)La via del male

4)Bianco letale

5)Samgue inquieto

6)Un cuore nero inchiostro

7)Sepolcro in agguato

8)The hallmarked man

9)?

10)?


Ma le bugie che diceva erano intrinseche alla materia stessa del suo essere, della sua vita; vivere con lei e amarla significava trovarsi lentamente invischiati nelle sue menzogne, litigare con lei per capire qual era la verità, lottare per tenersi saldi nella realtà. Come era potuto succedere che uno come lui, che sin dalla prima giovinezza aveva sempre sentito il bisogno di indagare, di avere delle certezze, di stanare la verità nascosta nei più piccoli misteri, si innamorasse così disperatamente, e così a lungo, di una donna che mentiva con la stessa facilità con cui le altre respiravano?


Trama

La prima indagine di Cormoran Strike. Quando una top model, celebre e tormentata, precipita dal balcone del suo attico a Mayfair nessuno dubito che si tratti di suicidio. L'unico a non crederci è suo fratello, che decide di rivolgersi a Cormoran Strike per far luce sul caso. Strike è un reduce della guerra in Afghanistan, dove è stato ferito nel corpo e nello spirito, e la sua vita è nel caos. Il nuovo incarico gli dà un po' di respiro, ma a caro prezzo: più si immerge nel mondo complesso e spietato della modella, più la vicenda diventa oscura e densa di pericoli... Un romanzo elegante e ad alta tensione, ambientato in una Londra ipnotica e ricca di seduzioni, dal chiasso di Soho, al lusso di Mayfair, ai gremiti pub dell'Est End.  Il richiamo del cuculo segna l'esordio di una nuova e avvincente serie di gialli e decreta l'ingresso trionfale nella letteratura poliziesca di Cormoran Strike, nella scia di classici come P.D. James e Ruth Rendell. Robert Galbraith è uno pseudonimo di J.K. Rowling.


"Una bugia non avrebbe senso, se la verità non venisse percepita come pericolosa"

Recensione

La storia ha per protagonista un investigatore privato con più guai che altro, ferito in Afghanistan e con una pancia che sembra aumentare giorno dopo giorno; un po’ trasandato cerca di mandare avanti la sua carriera, arrancando un po’. Per uno strano caso, arriva Robin mandata dalla Soluzioni Temporanee per una settimana e un cliente che chiede i servizi di Strike, non credendo al suicidio della sorella.

Il libro è davvero ben fatto; i personaggi e le vicende s’incastrano alla perfezione, gli eventi non sono mai messi lì per caso e pagina dopo pagina si cerca di capire chi sarà il colpevole.
È un giallo che coinvolge il lettore, che si divora nel tentativo di far parte delle indagini, di scoprire qualcosa ancor prima di Strike.
Grazie all’ottima scrittura ci si può immaginare ogni scena, ogni personaggio, ogni ambientazione; si resta col fiato sospeso e ci si rilassa tutte le volte che si dipana un dubbio.
Un elemento che ho particolarmente apprezzato è la mancanza di personaggi troppo stereotipati: sicuramente non sono caratteri nuovissimi ma c’è qualcosa di innovativo nel modo in cui vengono presentati, senza proporre pagine di descrizioni messe lì a caso, scoprendo invece le loro vite un pezzetto alla volta, lasciando come protagonista principale sempre l’indagine.

È un giallo davvero ben riuscito a mio parere, quindi appena torna disponibile in biblioteca (a inizio mese di luglio, quindi non manca neanche troppo) leggerò sicuramente Il Baco da Seta, perché voglio continuare a godermi il mondo di Cormoran Strike e della sua assistente Robin (duo perfetto, a mio parere).
È una lettura che merita davvero tanto; si può essere investigatori privati per qualche giorno e cercare di sciogliere tutti i nodi della matassa.

Una cosa è sicura però: meglio che lasci il lavoro di investigatore a Strike, perché io non ci sarei mai arrivata a capire la verità!

La mia valutazione


Alla prossima
Luce <3


"Sapeva però che i veri fissati sono sempre pronti a rifiutare i risultati di sciocchezze come la prova del DNA, sulla base di presunti complotti o contaminazioni. Vedono solo quello che vogliono vedere, ciechi davanti alla scomoda, implacabile verità."