sabato 5 ottobre 2024

Recensione "Una mamma virtuale", Lucinda Riley

 


Autrice: Lucinda Riley

Titolo: Una mamma virtuale

Prezzo: gratis

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A casa è un normale sabato mattina.

«Mamma, posso andare a mangiare il toast con l’uovo in salotto, per favore?»

«Ma sì, dài. Solo stavolta, però» dico distrattamente a Fred, mio figlio di otto anni.

Approfitto del fatto che Papà-Dice-Di-No sia uscito. E poi ho voglia di stare un po’

da sola con Kate, l’altra mia figlia. Ha nove anni, e dobbiamo parlare della scuola.


Trama

Essere mamma e donna al giorno d’oggi non è facile. Lo sa bene Lucinda Riley scrittrice bestseller internazionale nonché madre a tempo pieno. Una mamma virtuale è un regalo per il suo affezionato pubblico italiano: il racconto di una famiglia moderna dalle dinamiche senza tempo. C’è Alex il primogenito appassionato di calcio, Rose l’adolescente alle prese coi ragazzi e i due più piccoli Kate e Fred. E poi c’è William, il marito con cui ritagliarsi pochi sospirati momenti di intimità. Il papà “severo” che non capisce “le donne” e dice sempre di no... «Mamma, ci parli tu?» è la formula magica per trasformare il divieto in un desiderio realizzato. Un piccolo capolavoro dalla regina del romanzo rosa. Semplicemente delizioso. In chiusura di questo piccolo regalo di Natale un estratto in esclusiva di La ragazza delle perle, il quarto libro della serie Le Sette Sorelle.


«Ciao, mamma.»

«Ciao, Alex. Tutto a posto?»

«Sì, a posto.»

«Novità?»

«No.»

Ci sono abituata. Provare a parlare con lui è come voler cavare il sangue a una rapa.

Alex lo sa fin troppo bene, e mentre mette sul fuoco il bollitore mi concede un mezzo

sorriso. Lo guardo prepararsi il caffè, poi viene a sedersi davanti a me.

«Tutto bene a scuola?»

«Sì, sì.» Beve un sorso. «Mamma, che ne dici se io e un mio amico andiamo a

vedere Inghilterra-Irlanda a Dublino? È tra un mese. Non so se riusciremo a trovare

i biglietti, ma c’è quell’amico di papà che ti trova le cose quasi senza preavviso, no?

Puoi chiedergli di dargli un colpo di telefono? Lo paghiamo, sia chiaro.»

«Perché non glielo chiedi tu, Alex?» propongo stancamente. Inizia a squillarmi il

cellulare, che ignoro.

«Sai che è meglio se lo fai tu.»

«Va bene» dico, sospirando.

«Mitico. Grazie, mamma. Al lavoro va tutto bene?»

«Sì, sono nei tempi» dico, e sorrido con più sicurezza di quanta ne abbia davvero.

«Okay. Ci vediamo, ma’.»

Si alza e gli chiedo: «Mi chiami tuo padre?».

«Certo. Ciao.»


Recensione

Ho finalmente recuperato questo racconto, non romanzo, di 11 paginette (le altre 33, sono dei volumi: la ragazza delle perle e un altro della saga Le sette sorelle"; si fa veloci a leggerle, fidatevi!

Sinceramente, trattandosi di Lucinda Riley, mi aspettavo di più, non un raccontino da poche pagine, di vita quotidiana, che, mi spiace, dirlo, a differenza della saga "Le sette sorelle", non mi ha lasciato niente. 



La mia valutazione


«Ti voglio bene, mamma. Lavora tanto, così puoi tornare a casa. Ci vediamo"

domani.» Mi lancia un bacio, scende dalle ginocchia di suo padre e si allontana.


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