lunedì 30 settembre 2024

7 blog per 1 autore: STEFANIA CHIAPPALUPI

Buongiorno lettori e amanti delle serie tv! Come avevo preannunciato, da oggi comincia una nuova rubrica in collaborazione con altri 6 blog, di cui uno è quello di Federica, che gestisce Gliocchidellupo

ma in cosa consiste la rubrica, 7 blog per 1 autore?


Riapre una rubrica tanto amata e dedicata agli autori, da un'idea di Federica del Blog Gli Occhi del Lupo. In precedenza chiamata 4 blog per un autore e ora cresciuta in 7 blog per un autore. Ogni settimana ospiteremo un autore con il suo romanzo ed entreremo meglio in ciò che ha scritto. Ringraziamo tutti coloro che si sono affidati a questa iniziativa.
Blog che vi partecipano:
LUNEDÌ - Tutto sul romanzo - IO AMO I LIBRI E LE SERIE TV
MARTEDÌ - Ambientazione - IN COMPAGNIA DI UNA PENNA
MERCOLEDÌ - Cast Dream - TRE GATTE TRA I LIBRI
GIOVEDÌ - Un messaggio da scoprire - BUONA LETTURA
VENERDÌ - Un'immagine che racconta - LIBERA_MENTE
SABATO - Intervista all'autore - READING IS TRUE LOVE
DOMENICA - Intervista al personaggio - GLI OCCHI DEL LUPO 

Tutto sul romanzo
COVER + TRAMA + ESTRATTI
Raccontaci come hai scelto la cover, chi l’ha realizzata e qualche info in più rispetto alla trama scelta.
Il romanzo racconta la sofferta storia d'amore tra una donna Europea e un medico di fede islamica. Il libro vuole mettere a nudo tutte le differenze che nascono tra due persone di cultura e religione diverse.
La cover è stata scelta dalla casa editrice Another Coffee Stories e realizzzata a mano da una loro disegnatrice.



QUARTA DI COPERTINA
Lavinia è una giovane agente immobiliare in carriera. Durante un appuntamento di lavoro incontrerà Sami, facoltoso e affascinante medico israeliano, che le ruberà il cuore.
Tra i due nascerà una storia d’amore travolgente, sempre in bilico tra i sentimenti e le loro divergenze. Riuscirà un sentimento puro e totalizzante come l’amore a superare le diversità culturali e religiose tra il mondo orientale e quello occidentale? Potrà la loro volontà abbattere muri costruiti da pregiudizi e stereotipi?



domenica 29 settembre 2024

Recensione "Pistole e girasoli", Gioia De Bonis


TITOLO: Pistole e Girasoli

AUTRICE: Gioia De Bonis

GENERE: MMM – Threesome Lovers – Mystery Romance

CATEGORIA: MM romance

SETTING: Vermont – Weston contea di Windsor; NEW YORK

AUTOCONCLUSIVO: Sì

DISPONIBILE SU: Amazon

EDITORE: Self publishing

FORMATI PREZZI: Ebook €1,99 – Cartaceo flessibile 12 - Gratis con KU

Link d'acquisto: QUI




Trama

Cosa succede quando sei costretto a cambiare ogni cosa della tua vita per salvarla?

Adley White se lo sta chiedendo dal momento in cui è sotto la protezione dell’ FBI, o

meglio da quando ha visto il suo ragazzo sparare in fronte un altro tizio ed è stato così

coraggioso da denunciarlo.

Lee Thomas Cruise non voleva un altro caso, no, lui voleva passare un paio di mesi a casa

sua, magari in compagnia di un uomo che gli scaldasse il letto. Ora l’unica cosa calda è la

testa di Adley White, il ragazzino che sta proteggendo dal suo ex mafioso.

Niall Cooper vive per suo fratello Logan da quando suo padre, sindaco della cittadina di

Weston, l’ha cacciato di casa perché ha osato essere omosessuale.

Cruise, Adley e Niall entrano l’uno nella vita dell’altro in quello che credono essere il

momento sbagliato... Ma se fosse quello giusto?

Se fossero stati messi uno sulla strada dell’altro per aiutarsi a vicenda e sì, anche per trovare

quell’amore che tanto hanno cercato finora?

Tre girasoli riusciranno a essere l’uno il sole dell’altro?


Estratto

Ed è dal loro respiro mozzato in sincro che me ne rendo conto.

«Dio, Adley», sbotta Cruise.

«Sono… Sono…», si aggiunge Niall.

«Girasoli», rispondo senza voltarmi. «Tanti Girasoli».

Non attendo la loro reazione, salgo di corsa le scale, lasciandoli probabilmente lì a

riflettere sul perché io abbia dodici girasoli, di dimensioni diverse, tatuati su tutta la

mia schiena.


Biografia autrice

Nasco a Tivoli, in provincia di Roma, il 24 gennaio del 1990. Ho da sempre avuto la

passione per i libri e la scrittura. Nel 2016 inizio a pubblicare su Wattpad alcune fanfiction,

ma arrivo al mondo dell’editoria solo l’anno dopo, quando il giorno del mio compleanno

pubblico il primo volume della Sweet Men Saga, Sweet Revenge. Ho partecipato al Salone

del libro di Torino, al Romics, al Lucca Comics, al Firenze Comics come autrice di romance

e fantasy, e al Festival del Romance di Milano e Roma. I miei romanzi spaziano fra più

generi, ma ciò che li accomuna tutti è l’avere al loro interno storie d’amore piccanti.


La mia storia ha inizio dove quella di tutti finisce.

In un cimitero.

E la volete sapere la cosa più strana?

Nella bara, che laggiù sta scendendo piano dentro una fossa scavata da chissà chi, ci sono io.

O meglio, la mia vecchia identità.


Recensione

Buongiorno, oggi vi parlo del nuovo romanzo di Gioia De Bonis, che ringrazio per la copia digitale del romanzo.

La storia inizia con Cassidy, ormai Adley, un ragazzo che ha visto la sua vita cambiare velocemente quando scopre che l’uomo che credeva di amare è un criminale e decide di denunciarlo. Viene così introdotto nel programma protezioni testimoni, prima con Xander, a tenerlo d'occhio, successivamente  si ritrova bloccato con Cruise nel bel mezzo del nulla, dove vanno per scappare dalla morte. Cruise é il suo bellissimo e sexy agente di sorveglianza, é in gamba, decisamente burbero, ma pronto a tutto per difendere ciò che é giusto.
Adley si ritrova costretto in casa senza poter uscire o parlare con nessuno a parte Cruise, ma dalla sua finestra un ragazzo con dei buffi capelli verdi attira la sua attenzione. Un sorriso così dolce e accogliente e degli occhi sinceri che lo fanno sentire a casa e al sicuro.
Niall è la bontà fatta a persona, e come troppo spesso succede, le persone buone sono quelle che vengono calpestate più facilmente; la famiglia, quindi coloro che dovrebbero amarlo al di là di ogni cosa,  l’ha ripudiato e sbattuto fuori di casa per il suo orientamento sessuale ed è quindi costretto a stare lontano dall'unica cosa buona della sua famiglia: il fratellino Logan.
Logan è un cucciolo; un brillante e dolcissimo bimbo che vi conquisterà con i suoi disegni e le sue salopette colorate, vi verrà voglia di correre fuori a giocare a campana con lui e di abbracciarlo per proteggerlo dalla cattiveria del mondo.

Adley, Cruise e Niall sono tre uomini così diversi, ma che la vita ha unito perché insieme si completano. Si fanno forza, si proteggono e difendono a vicenda e lottano l’uno per gli altri fino alla fine.
Adley vive con una costante spada di Damocle sulla testa: il suo ex lo sta cercando ed è pronto a tutto per trovarlo.
Niall sta cercando in tutti i modi di avere la custodia del fratellino per strapparlo a quell’ambiente malsano e pericoloso di cui, purtroppo, fa parte la sua "famiglia".
E Cruise… lui sta cercando di proteggere le persone che ama a qualsiasi costo. Dovranno passare sul suo cadavere per arrivare ai suoi Girasoli. Ora che ha scoperto cosa vuol dire amare ed essere amato combatterà con tutte le sue forze per difenderlo.
Segreti vengono nascosti, accordi criminali sono stati stipulati e sempre più pistole verranno puntate. Gioia ha nuovamente creato una storia piena di adrenalina e colpi di scena, che, lo vogliate oppure no, colpisce dritta al cuore.



La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3


"Allora, andiamo? Adley ha un sacco da recuperare..."

Ed  è allora che scatto come una molla.

"Oddio, sei pazzo? Devo cambiarmi! Non posso fare la prima uscita ufficiale vestito così!" e prima che possa anche solo pensarlo, mi sfilo la maglia, senza pensare alla mia schiena.

Ed è dal loro respiro mozzato in sincro che me ne rendo conto.

"Dio, Adley", sbotta Cruise.

"Sono.. Sono...", si aggiunge Niall.

"Girasoli", rispondo senza voltarmi. "Tanti Girasoli."



sabato 28 settembre 2024

Recensione serie "Sevenwaters", Juliet Marillier

 


Autrice: Juliet Marillier

Titolo: L'erede di Sevenwaters

Serie: Sevenwaters #4

Prezzo: 17,10   e-book 9,99

Link d'acquisto: QUI


Serie Sevenwaters:

1)La Figlia della Foresta

2)Il Figlio delle Ombre

3)Il Figlio della Profezia

4)L'Erede di Sevenwaters

5)Seer of Sevenwaters

5,5)Twixt Firelight and Water

6)Flame of Sevenwaters


«Quando è tempo che il bambino nasca, ve ne prego, non lasciate

morire mia madre.» Un altro nastro, più in alto, tra i rami costellati di verdi

germogli primaverili. «E per favore, fate sì che il bambino sia sano.» E un

terzo, fatto scivolare tra ramoscelli che mi graffiarono la pelle e fecero

sgorgare qualche goccia rosso vivo. «E se potete, fate che sia maschio. La

mamma desidera un figlio maschio più di ogni altra cosa al mondo.»



Trama

Nella foresta di Sevenwaters gli abitanti umani e quelli dell'Altro Mondo convivono fianco a fianco, separati da un velo sottile. Fino alla primavera in cui Lady Aisling dà alla luce un altro figlio, un nuovo erede per Sevenwaters, e tutto cambia. Presto infatti la gioia si tramuta in disperazione: il piccolo Finbar viene scambiato con un essere magico di cui solo Clodagh riconosce la natura. Sconvolta dal rapimento del fratellino, la giovane capisce che spetta a lei rimettere le cose a posto, per la sua famiglia e per tutta la gente di Sevenwaters. Per riuscirci deve entrare nell'oscuro Altro Mondo, dove l'aspetta il confronto con il potente principe del Popolo Fatato che lo governa… e con sentimenti altrettanto potenti.



«Questa dev’essere una delle tante cugine di Johnny: ne è la prova il
rosso accecante dei capelli. Mi domando quale sia. Non è la bambina, non è
la veggente, e neanche la maggiore, che già conosciamo. E quella
menomata sta a Harrowfield. Non può essere neppure la giovane che andrà
in sposa domani. Ne deduco che è quella che hai menzionato più volte di
quanto non sia lecito, Aidan. Per cosa hai detto che aveva talento? Oh, già,
doti domestiche, lavare e cucinare, quel genere di cose.» Ostentò uno
sbadiglio. «Perdonami, ma non riesco a immaginare niente di più noioso.»

Recensione

Ebbene sì, finalmente sono riuscita a leggere il quarto volume di questa serie, e resto in attesa dell'uscita del quinto, e ahimè, penultimo. Ma vediamo di parlare di questo, visto che l'ho appena concluso.

Clodagh è la figlia di mezzo delle sei avute da Sean, signore di Sevenwaters, e Aisling. Le tre eroine precedenti – Sorha, Liadan e Fainne – sono state caratterizzate da una forte impronta magica, specialmente in quest’ultima. E se nessuna è una guerriera, tutte sono state scelte per portare a compimento la volontà del Popolo Fatato, che ha implicitamente riconosciuto in loro le capacità di portare a termine il loro compito.

Clodagh non è nulla di tutto questo. Non è una guaritrice come sua sorella maggiore Muirrin, non è una veggente come la sorella Sibeal. Clodagh è una donna di casa, una giovane educata ad essere la moglie di un signore, addestrata a tenere salde le redini di una grande casa. Ed è proprio questo che viene richiesto a Clodagh quando la madre, inaspettatamente, rimane nuovamente incinta. Ed è un maschio, Aisling se lo sente, è l’erede che non ha mai potuto dare all’amato marito, è un dono degli dei. Ma è anche un pericolo, come tutti sanno, perchè Aisling è ormai in là con gli anni e in casa tutti temono per la salute sua e del bambino. Contemporaneamente, si deve organizzare il matrimonio di Deirdre, la gemella di Clodagh, e aiutare il padre a gestire le tensioni con i capitribù del nord, offesi da questo matrimonio, che non può che essere un’importante tassello nel gioco di alleanze delle casate di Erin.

Clodagh deve gestire tutto questo e lo fa bene, fino alla nascita del bambino, l’erede di Sevenwaters, Finbar (e chi ha letto la precedente trilogia, non potrà che sorridere nel leggere questo nome). Ma Finbar scompare ben presto in circostanze misteriose; al suo posto, un neonato fatto di bastoncini e pietruzze e che solo Clodagh riesce a vedere per quello che è: un changeling, una figura del folklore irlandese, un bambino fatato in cambio di un bambino umano. Il Popolo Fatato ci ha messo lo zampino, ma nessuno crede a Clodagh, che si ritrova ben presto invischiata in una storia di sospetto e tradimento, dolore, e senso di colpa. Determinata a riportare a casa il fratellino, Clodagh parte alla ricerca dell’Altro Mondo, il Mondo Fatato, con solo un piccolo changeling, la sua intelligenza, un pugno di storie e un guerriero di Inis Eala ad accompagnarla.

Le basi della storia sono queste e, come vedete, sono affascinanti. Per la prima volta, una Figlia di Sevenwaters deve affrontare coloro che sono da sempre stati loro protettori. Ma il futuro riserverà sorprese su vari fronti e Clodagh non sa più di chi fidarsi e di chi no.

Ancora una volta, la scrittura elegante e precisa di Juliet Marillier tesse un arazzo affascinante e prezioso e pieno di ombre. La verità è custodita nelle storie e l’amore è dove meno te l’aspetti. Ad esempio in un changeling, il piccolo Becan, brutto, invisibile agli occhi di quasi tutti, scadente scambio con il piccolo Finbar. Eppure Clodagh lo ama, lo cura, gli fa da madre. La trama che coinvolge Becan è, credo, la più poetica e commovente di tutto il romanzo. E lascerà una piccola ferita, nella dolcezza e nell’amarezza del finale.

Altro personaggio che mi ha veramente colpita al cuore è stato Cathal, il Ragazzo-Lupo della storia di Willow, dilaniato tra due mondi, fuori posto in entrambi. Alla fine, anche lui troverà una casa, a dispetto della sua fragilità, della sua paura. E, per una volta, i ruoli si invertiranno. Cathal difende Clodagh per tutto il loro viaggio eppure, alla fine, è lei che sfida il destino per portare in salvo l’uomo che ama. Il coraggio di Clodagh, ancora una volta, mi ha toccata, perché è la forza del debole. Clodagh non è una guerriera, né una guaritrice, né una veggente; non sa combattere, non sa nuotare, non conosce la strada o il futuro e non ha abilità particolari con le quali sfuggire alle insidie. Eppure saranno il coraggio del suo animo e la forza del suo amore a vincere la paura e, in definitiva, l’oscurità.

Mi ha poi colpita anche il personaggio di Mac Dara, il volubile, oscuro principe del Popolo Fatato. I Fae vengono delineati dalla Marillier con una maestri incredibile: simili agli umani ma, in definitiva, profondamente diversi. Eppure, nonostante tutto, anche loro vittime di sentimenti che li soverchiano, oltrepassano ogni limite. A modo loro, certo, con più crudeltà, più indifferenza per i destini umani, ma ugualmente potenti.

La mia valutazione

Alla prossima
Luce <3




Finbar emise un piccolo vagito, che mi fece irrigidire allarmata. La voce
era diversa, come sbagliata. Non era il richiamo di un bimbo sano e
affamato, ma un suono stranamente rauco e penoso. Nessun bambino
normale avrebbe emesso un suono del genere. Finbar doveva essere malato.
Stava soffocando, non riusciva a respirare… Balzai in piedi e mi precipitai
alla culla, il cuore in gola. Abbassai lo sguardo, con l’immagine del mio
fratellino ancora fresca nella mente: le dita delicate, le morbide palpebre, la
pelle color pesca e la bocca un bocciolo di rosa. Sentii il mio cuore dare un
unico tonfo selvaggio e poi restare immobile. Il gelo mi invase. Finbar era
sparito. Tutto ciò che giaceva nella culla era un bizzarro miscuglio di
bastoncini e sassi, foglie e muschio.
Il bambino non poteva essere lontano. “Respira” ordinai a me stessa,
costringendomi a non cedere al panico. Non poteva nemmeno essere fuori
dalla stanza, perché prima era nel cesto, l’avevo visto coi miei occhi, e non
mi ero mai allontanata dalla soglia. Finbar era sempre stato in vista, anche
quando ero uscita dalla porta. Me ne ero assicurata. Tranne… tranne che per
un paio di istanti, quando la mia attenzione si era concentrata su Cathal.
Tranne quando mi aveva baciata. Eppure anche in quel momento nessuno
avrebbe potuto passarmi accanto inosservato: ero sempre stata sulla soglia.
Il mio fratellino doveva essere lì dentro. Doveva per forza.
Mi misi alla frenetica ricerca, avendo ben presente che nella stanza non
c’era posto dove un neonato potesse restare nascosto per più di un istante.
Sotto la pila di asciugamani. Dietro la panca. Nella nicchia. Niente. Il cuore
mi batteva all’impazzata. Il terrore mi faceva sudare la pelle. Com’era
possibile? Come poteva essere scomparso? Non gli avevo quasi mai levato
gli occhi di dosso. “Dev’essere un brutto sogno. Fate che mi svegli, ora, ve
ne prego, ve ne prego.” Fu solo dopo quella che mi parve un’eternità
passata ad arrovellarmi e a perlustrare ogni angolo che mi ricordai del
suono che avevo sentito provenire dal cesto. Bastoncini e sassi non gemono.
Forse l’intera faccenda era stata un’allucinazione. Forse il Popolo Fatato mi
aveva inviato una qualche forma di visione maligna. Mi costrinsi a fare due
profondi respiri, poi mi avvicinai di nuovo al cesto.
Il mucchietto di bastoncini e sassi giaceva ancora lì, sul chiaro
lenzuolino. Non era stata una visione, quindi. Il cuore sprofondò di nuovo,
pesante come piombo. Finbar era sparito. Dovevo chiedere aiuto, dovevo
avvertire…
Il suono riprese di nuovo, un pianto lamentoso e stridulo come la parodia
di una voce di bimbo. E i sassi e bastoncini si stavano… si stavano… Fui
assalita dal voltastomaco. Mi costrinsi a guardare: vidi palpebre muscose
aprirsi su occhi di sasso, una boccuccia fatta di ramoscelli che si stirava per
rivelare gengive marroni simili a corteccia, e due mani con bastoncini
secchi a mo’ di dita protese verso di me, come per implorare il conforto di
un abbraccio. Già la cosa stava piangendo, aveva fame. Scalciando si liberò
dalle coperte – le soffici coltri del mio fratellino – per mostrare un corpo
simile a quello di un neonato, ma bizzarramente composto dai detriti della
foresta, un rametto di sorbo qui, una foglia marrone là, un cuscinetto di
muschio, una liscia pietra screziata di bianco e nero. La testa non era
coperta da folti capelli sottili come quelli di Finbar ma da una zazzera
all’apparenza fatta di piume prese dal petto di un corvo. Anche la voce
sembrava quella di un corvo, e gracchiava sempre più forte la sua richiesta
di attenzione. Mi diedi un pizzicotto forte sul braccio, ma non ci fu altro che
un crescendo di quelle stridule grida. Ero sveglia, ed era tutto vero.
Qualcuno aveva preso mio fratello, il tanto desiderato figlio di Sevenwaters,
dono degli dei a mia madre, e al suo posto aveva lasciato il più brutto
neonato mai scambiato in una culla.




venerdì 27 settembre 2024

[Review Party] Recensione "I gemelli dell'eliseo", Cristiano Pedrini


Autore: Cristiano Pedrini

Genere: Romance Contemporaneo MM

Formato cartaceo 14x21

Formato ebook: epub/mobi e pdf

Pagine: 232

Pubblicato con Youcanprint

Cover e illustrazioni di © Sp Graphic Desing

e Victor Duval

Link d'acquisto: QUI


Eccomi qui, tra i tetti di Parigi, guardando le

stelle con Lucien al mio fianco.

Finalmente ho capito che la mia vera casa non

è un luogo, ma una persona...

Trama

Flavien Barnier ha sempre vissuto tra le ombre di Parigi, un mosaico di dolore e speranza, di dolci ricordi e amari rimpianti. Orfano dei suoi genitori, ha trovato rifugio nell'amore incondizionato della nonna Carole, una donna straordinaria che gli ha insegnato a sognare. Ma il destino, crudele e implacabile, gli ha strappato anche lei ed anche la sua professione di pasticciere, nel quale ha spesso trovato rifugio tra gli aromi dolci della sua cucina, non è più una certezza a cui aggrapparsi.

Quando tutto sembrava perduto incontra Lucien, figlio ribelle del Presidente della Repubblica Francese,

costretto in una esistenza che è una continua recita fatta di apparenze e doveri, ma la presenza di Flavien gli insegna a convivere con le proprie vulnerabilità, accettando l’ombra del ricordo di un fratello gemello che non è mai venuto alla luce e che sente agitarsi in lui.

Insieme iniziano ad affrontare una nuova quotidianità, tra la solennità dei palazzi dell’Eliseo, il silenzio della piccola isola di Brégançon e la maestosità di Versailles, il loro cammino è una sinfonia di coraggio e rinascita, di come due cuori possano trovare la loro strada in un mondo spesso indifferente. È la storia di un amore che si erge come un rifugio sicuro, un tetto sotto cui trovare riparo quando tutto sembra crollare.


 

Estratto dal Capitolo Primo


Lucien si svegliò con un lungo sbadiglio, stropicciandosi gli occhi, sentendo dei rumori giungere

dalla cucina. Si voltò, osservando la parte destra del letto vuota. Immaginò che Octave fosse già in

piedi per preparare la colazione. La conferma giunse dopo pochi attimi, percependo un profumo di

croissant. Vide il volto scarno dell’amico affacciarsi dalla soglia della cucina sorridendogli.

«Buongiorno, bell’addormentato. Se ti rendi presentabile puoi venire a gustarti le mie prelibatezze

del mattino» esordì con voce pacata prima di scomparire di nuovo dietro la parete.

«Io sono sempre presentabile» replicò il ragazzo spostando le lenzuola di lato. Posò i piedi sul

pavimento, sentendolo ondeggiare, ricordandosi di dove si trovasse. Ai suoi occhi quel vecchio

bateau era un angolo in cui rifugiarsi ogni volta che desiderava dimenticarsi del mondo e, per sua

fortuna, le sue porte erano sempre aperte. Gli bastava oltrepassare la passerella per lasciare sulla

riva tutto quello che lo infastidiva, e in quell’ultimo periodo l’elenco era incredibilmente lungo.

Guardò il suo riflesso in uno specchio appeso accanto al letto, osservando le vistose occhiaie. Si

ammiccò sollevando i folti capelli ricci, tentando di sfoggiare il suo famoso sguardo magnetico,

accorgendosi che quella mattina non sembrava aver voglia di mostrarsi.

Okay Lucien, ringrazia che nessuno può vederti in questo stato, pensò grattandosi le spalle,

incamminandosi verso la cucina.

Si avvicinò al tavolo senza riuscire a trattenere un altro sbadiglio, controllando che ci fosse tutto.

Croissant, confettura di albicocche, succo d’arancia e una baguette appena tagliata.

Octave gli dava le spalle, intento ai fornelli. «Dormito bene?» chiese al suo ospite.

«Sempre, quando sono qui.»

«Dovrei decidermi di farmi pagare. Con tutte le volte che dormi nel mio letto, a quest’ora sarei

milionario.» L’uomo si voltò, portando in tavola la caffettiera, versando la sua solita miscela

italiana in due tazze di porcellana di un discutibile color verde.

«Beh, se decidi di lasciare questo posto posso ritirarlo io. Non mi dispiacerebbe vivere qui!»

Lucien annusò il forte aroma di caffè prima di prendere in mano la tazza.

«Abbandonare la mia Dea della Senna? Scordatelo. Dovrai accontentarti di salirci ogni tanto. E lo

ripeto, ogni tanto, non quando combini cazzate, vale a dire una volta la settimana.»

«Non è colpa mia!»

«Davvero? Sai essere dolce quanto stronzo... E poi...» Octave sospirò. «Non è indicato che tu giri

solo con quelli addosso, pensa se entrasse qualcuno!» Tirò il lembo dei suoi attillati boxer con una

fantasia blu.

«Non ti piacciono? Cavolo sono dei Finamore e...»

«Con il fisico che hai tutto ti dona, ma non è questo il punto.»

Lucien sorseggiò il suo caffè sedendosi al tavolo. «Non preoccuparti. Sai che nessuno oserebbe

avvicinarsi.»

«Guarda che ben pochi sanno che tu qualche volta vieni qui. Che bussi alla porta di questo vecchio

pittore squattrinato che...» Octave si passò le mani tra i capelli corvini, prima di spingersi gli

occhiali sul naso.

«Dovresti rifare la montatura... ormai è vecchia.»

«Mi scivolano solo quando mi agito, e tu sei una fonte inesauribile» borbottò l’uomo sedendosi

davanti a lui.

Lucien si sporse lungo il tavolo baciandogli la fronte. «Se non ricordo male, ero inesauribile anche

per... la tua ispirazione» sorrise lascivo.

«Già, per questo il nome del tuo dipinto è oggi, come ieri, perfetto...»

Lucien si ritrasse, osservando una pila di riviste posata su di un mobiletto, si rialzò, facendole

passare velocemente, fino a trovare quello che cercava. Si voltò appena, tanto da scorgere lo

sguardo divertito dell’uomo che osservava il suo fondoschiena.

«Perché non ammetti che vuoi farti il sottoscritto, non ci vedo nulla di male!»

«Primo, abbiamo ventidue anni di differenza, secondo, a me piace condurre e non essere condotto

e terzo... è più bello resistere alle tentazioni che cedervi.»

«E quarto, temi di vendere la tua anima al demone dell’Eliseo» proseguì il giovane, passandogli

sotto gli occhi la copertina di una rivista d’arte che mostrava il dipinto che aveva realizzato l’anno

prima, con lui come modello. «Ma questo non potrà accadere perché me l’hai già offerta.» Il sorriso

caparbio del ragazzo si infranse sul volto impassibile di Octave.

«E nonostante tutto, non riesco ancora a pentirmene» ammise l’uomo rialzandosi, avvicinandosi

alla finestra che dava sulla riva. La solita Renault nera era ferma a pochi metri dalla passerella del

battello. «Non fare attendere oltre i tuoi angeli custodi. Ti stanno aspettando da stanotte e saranno

stanchi di attendere i tuoi comodi.»

«Sono pagati per farlo. E per sopportare i miei desideri» replicò Lucien rialzandosi, tornando nella

camera da letto, infilandosi svogliatamente i pantaloni. Dalla tasca posteriore cadde una busta,

piegata a metà. Si chinò per raccoglierla. Doveva ancora restituirla al suo proprietario, anche se non

era certo che fosse felice di rivederlo.

«Non mi hai ancora raccontato cosa ti è accaduto ieri.»

Lucien si voltò, osservando Octave appoggiato alla parete con le braccia conserte. Il suo sguardo

indagatore lo infastidiva oltremodo. «Nulla di particolare» rispose.

«Erano due settimane che non ti facevi vedere. E normalmente quando ricompari dopo un po’ di

tempo è perché c’è qualcosa che ti preoccupa. Sai ho anche creduto che magari avessi deciso di

riprendere gli studi.»

«Credi alle favole?»

«Prima o poi devi pensarci seriamente. Abbandonarli dopo l’ennesima discussione con tuo padre

ha danneggiato solo te. Venire qui a cercare un po’ di pace è solo una soluzione temporanea.»

«Un po’ di pace? Quella la cerco ogni volta che riesco a scappare dall’Eliseo» proseguì il giovane

infilandosi dei costosi mocassini, prima di indossare una felpa bianca.

«Quindi... ti presenti mezzo ubriaco qui e...»

Lucien raccolse la giacca dalla sedia, avvicinandosi all’amico, baciandolo sulla fronte. «Ora è

meglio che me ne vada» soggiunse oltrepassandolo, notando un biglietto invito sul tavolo con il suo

nome scritto a mano.

«È per me?»

«Inauguro una nuova mostra in una galleria a Parc de Montsouris. Se volessi intervenire, la tua

presenza attirerebbe un po’ di pubblico in più.»

«Ci penserò.» Si incamminò, uscendo dalla porta, chiudendola alle sue spalle. Lo sguardo del

giovane corse subito alla berlina e all’uomo dai folti capelli biondo cenere che era appena sceso,

andandogli incontro. «Buongiorno» esordì.

«Lo spero.»

«Torniamo a palazzo?» chiese l’uomo accompagnando Lucien verso la vettura, aprendo lo

sportello posteriore.

«Non ancora. Prima...» Estrasse la busta mostrandola. «Devo riportare questa.»

«Dove?»

«Al suo proprietario» rise Lucien accomodandosi sul sedile di pelle, osservando lo spazio vuoto

accanto a lui. Solo poche ore prima aveva vissuto quello strano episodio e ancora il recente ricordo

non voleva abbandonarlo. In realtà era lui a voler rivivere quei momenti, cercando in essi qualcosa

che continuava a sfuggirgli. A volte pensava di riuscire ad afferrarlo, ma poi chissà come quella

convinzione svaniva, lasciandolo ancora a mani vuote. Chiuse gli occhi, riprovando ancora. La sua

mente lo riportò al giorno prima e a quello scontro.



Recensione

Oggi vi parlo del nuovo romanzo di Cristiano Pedrini; ci ho messo due giorni, ma sono riuscita a concluderlo. "I gemelli dell'eliseo" ha per protagonisti Lucien e Flavien; il primo figlio del presidente, il secondo, un comune ragazzo del paese, o meglio dell'eliseo, da cui il nome del romanzo.

Perché questo romanzo si chiama "I gemelli dell'eliseo"? direte voi, semplice: perché Lucien è sempre stato convinto di avere un gemello dentro di sé, un gemello la cui esistenza è sempre stata negata dal padre, una sorta di "fantasma" che è sempre con lui, in ogni tappa della sua vita; e ci vorrà l'incontro con Flavien, per andare alla scoperta della storia di questo fratello fantasma, per convincere ogni abitante, che lui esiste e non è solo una "fantasia" di Lucien.

Cristiano Pedrini è tornato con una delle sue storie d'amore m/m, miste a una delle leggende che ci finiscono sempre,  e questa volta la leggenda riguarda una grotta e i pirati che ci vivevano.

Non dirò altro per evitare spoiler, se non: leggete la storia e godetevela, perché ne vale la pena.


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3


Vide la bicicletta sbattere contro la fiancata e quel corpo sbalzato all’indietro, scivolando sull’asfalto. La Renault inchiodò e subito Lucien aprì lo sportello, ma riuscì a fare pochi passi prima di essere attorniato da un paio di agenti della scorta e da Philippe che circondarono il ragazzo che si era rialzato maledicendoli.

«Volevate uccidermi! Avevo io la precedenza!» sbottò massaggiandosi la spalla che aveva battuto nell’impatto. Ma non appena vide Lucien farsi largo tra gli altri lo riconobbe all’istante e si ammutolì. Il suo volto sbiancò di colpo e tutta l’adrenalina per l’incidente scomparve, soppiantata dall’imbarazzo per quell’incontro.

«Lei è… no, voglio dire tu…»

Lucien si infilò le mani nelle tasche dei pantaloni, avvicinandosi alla bicicletta con la ruota anteriore piegata su sé stessa. «Temo che con quella non andrai molto lontano» sorrise divertito. «Anche tu hai qualcosa di rotto?»

Il giovane si rialzò, massaggiandosi la spalla. «Non credo…»


giovedì 26 settembre 2024

Recensione "20%", Simone del Fiore

 


Autore: Simone del Fiore

Titolo: 20%

Prezzo: 18,00  e-book 4,00

Link d'acquisto: QUI


Quella sarebbe stata ricordata come una giornata storica per il

mondo intero, per Aaron Wolf, invece, il giorno in cui aveva perso

tutto quello che gli era rimasto.

Trama

È mattina. Eppure Francoforte piomba di nuovo nel sonno profondo per qualche istante. La popolazione si sveglia, ma il 20% no. E il figlio di Aaron Wolf fa parte di quel venti per cento. Passa il tempo. Aaron non ha più nulla per cui vivere. Vuole farla finita. Si ucciderà e raggiungerà suo figlio. Ma dicono che quel venti per cento sia ancora vivo, solo che si trova “altrove”. In un limbo tra la vita e la morte.


I secondi successivi iniziarono a scorrere al rallentatore, Wolf osservò prima il piccolo Thomas alzare gli occhi verso la strada con il viso preoccupato, poi tornò a guardare la figura svenuta sull’asfalto.

Capì che si trattava di qualcosa di grave quando vide la figlia accasciarsi sulla madre con gli occhi lucidi.

Era morta? Così di punto in bianco?

L’attenzione di Wolf venne catturata subito dopo dal rumore dei clacson che si era fatto più assordante di colpo. Quando rialzò gli occhi per guardare oltre la madre e la figlia in difficoltà, si rese conto che più macchine si erano tamponate una dietro all’altra, e molti erano scesi per protestare.

Si paralizzò di colpo, tutto gli parve surreale.

Un altro minuto gravido di tensione e poi si sarebbe precipitato a dare una mano alla donna in difficoltà. Ma qualcosa lo sconvolse di nuovo. Uno alla volta, i passanti ai lati della strada iniziarono a cadere a terra come se fossero stati colti di sorpresa da un malore improvviso. Pochi attimi più tardi, la stessa sorte toccò alle persone che erano uscite dalle auto.

D’istinto, Wolf si voltò verso Thomas, in un gesto spontaneo volto a proteggerlo dalla visione di quelle scene disturbanti. Ma si rese conto che non ce n’era bisogno. Il figlio aveva iniziato a chiudere lentamente gli occhi, nel giro di pochi secondi si era addormentato anche lui.

Era caduto con la testa in avanti, sorretto dalla cintura di sicurezza.

Wolf non riusciva a capire, cosa stava accadendo alle persone?

Presto avrebbe avuto la risposta, stava per provarlo sulla sua stessa pelle. Iniziò a sentirsi stanco, le palpebre pesanti e gli occhi infastiditi dalla luce. Stava per addormentarsi all’improvviso. Provò a resistere, senza riuscirci.

Si accasciò sul sedile, poggiò il collo sullo schienale e si arrese.

Chiuse gli occhi e si addormentò senza nemmeno rendersene conto.

Come tutti.

Come il resto della città.

 Quello fu il giorno in cui Francoforte piombò in un sonno profondo che nessuno riuscì a spiegarsi.

Dopo pochi minuti, sembrati eterni, alcuni si risvegliarono; altri no.

Il 20% della popolazione era caduto in una sorta di morte apparente e vennero considerati deceduti durante il sonno.

Thomas Wolf faceva parte di quel 20%.


Recensione

Definire questa storia "strana" è un eufemismo; ci troviamo in una realtà che viene stravolta, facendo addormentare tutti, tranne Wolf, che si ritrova a dover compiere un viaggio in quello che viene definito "purgatorio", per trovare la via di casa; e inizia tutto in un'ascensore, che lo porta in questo mondo assurdo, dove conosce vari personaggi, che esattamente come lui, vogliono tornare indietro.

Assistiamo a un viaggio, in un limbo "tra la vita e la morte", un viaggio che prima o poi dovremo fare tutti, presumo, perché presto o tardi moriremo tutti, che lo vogliamo oppure no; sinceramente non ci ho capito molto, ma di certo questo romanzo è una sorta di "preparazione" per ciò che ci aspetta dall'altra parte, o forse no, immagino dipenda da come ci comportiamo sulla Terra.


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3




mercoledì 25 settembre 2024

WWW... Wednesday #254

  Il WWW Wednesday, è una rubrica settimanale ideata da MizB (Should be Reading) nata per far sapere a voi lettori le mie letture appena concluse, quelle attuali e le prossime!!


 1. What are you currently reading? Che cosa stai leggendo?


Su audible sto continuando l'audiolettura di questo, vi farò sapere


Lettura iniziata in ufficio, sospesa prima per precedenza a una richiesta di lettura, ora perché sto leggendo la storia di una mia amica, che non recensirò


Continuano le indagini di Cormoran e Robin, vi farò sapere, ma sono a buon punto


 2.What did you recently finish reading? Cosa hai appena finito di leggere?


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Recensione online domani


Recensione online venerdì


Recensione online sabato


Recensione online domenica


3. What do you think you’ll read next? Cosa pensi leggerai in seguito?

Questo in biblioteca non c'era, mi è toccato prenotare e prima di me c'era un'altra prenotazione; temo ci vorrà un po'



Questi li leggerò appena finisco il primo, ma come detto, essendo a casa malata, ci vorrà un po'

In più mi è stato chiesto da un'amica di leggere una storia sua, anche quella rimandata :'(

martedì 24 settembre 2024

Recensione "Beautiful Disaster", Sarah Rivera

 


Autrice: Sarah Rivera

Titolo: Beautiful Disaster

Prezzo: e-book 0,99

Link d'acquisto: QUI



Mentre a sinistra... c'è il più bell'esemplare di maschio che io abbia mai visto.

Biondo, anzi no, biondissimo e dai capelli un po' lunghi sul davanti in un ciuffo finto spettinato, di quelli molto di moda in questo periodo. E' alto, anzi no, altissimo, e il fisico prestante è fasciato da un doppiopetto che sembra cucito su misura sui suoi pettorali e bicipiti gonfi.

Il viso somiglia a quello di un angelo, gli occhi chiari e indagatori mi osservano con un'espressione sorpresa, mentre la fronte aggrottata mi comunica che si sta ponendo qualche domanda.


Trama

"Ci sono disastri

per cui vale la pena buttarsi

con tutte le scarpe."

Noemi è una giovane segretaria. Abita a Roma con la sua gatta e una coinquilina impicciona. È una ragazza insicura, fragile e distratta che vive di piccole cose. 

Hans è un rampante dirigente. Performance e ottimizzazione sono i suoi mantra. Viene inviato per tagliare le spese e le risorse in un'azienda acquisita dalla multinazionale per cui lavora.

Cosa accadrà quando si troveranno a lavorare gomito a gomito?

Caos e ordine possono coesistere?

Ma in fondo Hans non è così perfetto come sembra...




Lo sguardo è mortificato, ma è l'aspetto a colpirmi. E' quasi trasandato, però l'abbigliamento sembra essere stato scelto con cura. Indossa un completo da ufficio con gonna, giacca coordinata e una camicetta bianca, ai piedi calza dei sandali con un leggero tacco.

Non sarebbe male se non fosse così in disordine, dai capelli al trucco, e si vede che ha sudato molto. Abbassa lo sguardo davanti agli occhi de suo capoufficio che emettono fulmini, non osa neanche guardarci e ci passa di fianco zoppicando e balbettando delle scuse.



Recensione

Oggi vi parlo del nuovo romanzo di Sarah Rivera; protagonisti sono Noemi, una ragazza che lavora come assistente in un'azienda che produce cibo per gatti e  che è stata acquisita da una multinazionale del settore; la controparte maschile invece si chiama Hans (perché mi è venuto in mente quel brutto antipatico di Frozen??) ed è un membro del direttivo aziendale che ha comprato l'azienda dove lavora Noemi. Aggiungiamo poi, che si conoscono in circostanze lavorative e che Noemi si è ritrovata ad essere la sua assistente; giusto perché lo sappiate QUESTO HANS non ha NIENTE da spartire con quello di Frozen, oltretutto ha un cognome che adoro (per motivi che non vi spiegherò, perché devo parlare di questo libro, non di serie tv).

Noemi vedetela come una specie di Bridget Jones moderna: ha un lavoro che le sta leggermente stretto, infatti avrebbe voluto diventare veterinaria e non segretaria dietro un ufficio, ma le circostanze l'hanno portata dov'è ora; vive con un gatto di nome Smoky e una coinquilina che è sempre in giro per lavoro, ed è sempre maldestra.

Hans invece, che per fortuna non c'entra un accidente con quello antipatico di Frozen, è un uomo tutto ligio alle regole, che va sempre dritto al punto e fa le cose come si deve; però quando conosce Noemi le cose iniziano a cambiare.

"Beautiful Disaster" è un titolo azzeccatissimo alla storia, per la protagonista ma anche per ciò che succede nel corso del romanzo e vi assicuro che ne succedono di tutti i colori; di Hans scopriamo anche qualcosa di totalmente inaspettato che porterà Noemi a chiedersi se e quanto è stata presa in giro.

Ma poi, arriva un'occasione che la porta a maturare, e che porta Hans a dirle la verità, una verità che porterà felicità nelle loro vite.

Non si può fare a meno di godere per quella felicità, e sperare in un lieto fine per tutti; ma ci sarà o no? Lo scoprirete solo leggendo il romanzo! Io ho già detto pure troppo :P


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3


Ma aver lasciato Noemi a casa mi ha davvero creato una sorta di malinconia.

Non scherzavo quando ho detto che lei è come una cura, anche se non capisco se mi sta curando più l'umore, l'anima o... il cuore.