domenica 7 maggio 2023

Recensione film "Uno splendido disastro"

 

Titolo originale: A Beautiful disaster

Data d'uscita: 5/5//2023

Genere: Drammatico

Durata: 105 minuti








Trailer



Trama

Tratto dal libro di Jamie McGuire, definito il nuovo "50 sfumature di grigio". Il film racconta la storia di Abby Abernathy, una virtuosa che non cade vittima del demone del bere, o lascia che la sua bocca venga insudiciata da cattive parole. Incontra il sensuale cattivo ragazzo, Travis Maddox, col quale fa una scommessa, se lei vincerà, lui dovrà astenersi dal sesso per un mese. Se lui vincerà, lei dovrà trasferirsi da lui per lo stesso periodo di tempo.







Recensione

Ho adorato ogni singolo libro di questa saga, e sapendo che usciva il film, l'ho visto il giorno stesso d'uscita.

Tratto dall’omonimo romanzo young adults, scritto da Jamie McGuire per adolescenti, ma divenuto nel tempo fenomeno editoriale trasversale, Uno splendido disastro, diretto da Roger Kumble e su Prime Video dal 5 maggio 2023, ha per protagonisti  Abby e Travis: la prima, biondina acqua e sapone, s’iscrive al college determinata a fare qualcosa di edificante nella vita e a lasciarsi così definitivamente alle spalle un passato di genio del poker a servizio (e a difesa) di un padre non esemplare; il secondo, macho tutto tatuato, alla vita ‘solare’ da studente alterna la carriera notturna di picchiatore. Bad boy meets good girl e sappiamo tutti com’è che va: impossibile contrastare l’attrazione, quando questa insiste e trova occasioni e forme sempre nuove di manifestarsi. 

Uno splendido disastro, recensione, Cinematographe.it
Non c’è nulla, nel film, che non sia dunque riconducibile a uno schema radicato, schema che noi adulti, con parecchie visioni simili in archivio, abbiamo trovato replicato infinite volte, ma che continua ad affascinare i più giovani: ogni generazione ha, inchiodata nell’immaginario, la sua coppia cinematografica di opposti calamitati dalle reciproche differenze. Eppure, a ben guardare, Abby e Travis così diversi non sono: è questa, in effetti, una delle intuizioni narrative più valorizzate nella traduzione filmica del libro. La ragazza perbene senza macchia si rivela, nella progressione della trama, sempre più assediata dai fantasmi del passato e dai segreti prima ben custoditi che pian piano riaffiorano, mentre il ragazzo che nessuna mamma vorrebbe per sua figlia si dimostra, nei fatti, un tipo sensibile, responsabile, disposto all’ascolto e all’accoglimento delle fragilità altrui. Ciascuno ribalta e sorpassa il cliché con cui si è – o è stato – identificato, avvicinandosi all’altro e trovando il terreno comune su cui costruire, al di là della passione, un rapporto più maturo.
Un’altra micro-operazione di ribaltamento del paradigma di riferimento che il regista attua riguarda, infatti, la contaminazione dei generi, in uno spettro che va dal rosa al nero, attraversato da una comune propensione alla comicità: l’impostazione a romance del film appare sempre ritmata da un gusto per il grottesco che emerge anche nelle scene di sesso tra i due protagonisti. L’intimità è rappresentata come uno di quei ring in cui Travis si trova a combattere, ma in questo caso il fighter soccombe anziché trionfare, in una goffaggine che anche i vincenti, alla prova dell’incontro con il reale spiazzante del desiderio sessuale, non possono evitare. Interessante, inoltre, come Uno splendido disastro sdrammatizzi un argomento a cuore a chiunque lo provi per la prima volta: il primo amore, quell’amour fou sperimentato al crocevia tra infanzia ed età adulta. I mondi ‘pericolosi’ da cui provengono – lei, da quello del gioco d’azzardo; lui, dal ring – avvicinano, anziché allontanare, i due protagonisti nella consapevolezza condivisa che il mito della vita spericolata è appunto soltanto tale: una leggenda, una storia patinata che occulta un fondo di squallore. Se i codici utilizzati dalla sua drammaturgia appaiono irrigiditi nella ripetizione del luogo comune, a guadare meglio, Uno splendido disastro rende disponibili allo spettatore gli strumenti per smontare e ricombinare quegli stessi codici, in una costruzione a incastro di moduli che possiamo, a piacimento, accogliere come sono o rovesciare nel loro contrario. 

Uno splendido disastro è un film che si rivolge agli adolescenti e sarebbe quindi improprio applicare lenti troppo adulte tanto alla sua fruizione quanto alla valutazione della sua qualità intrinseca. È un prodotto di consumo inserito pienamente nella tradizione americana in cui gli opposti finiscono per attrarsi – lui rischia la pelle sul ring; lei vorrebbe dimenticare un passato doloroso investendo sul suo futuro accademico e professionale –, ma sia adotta sia ribalta i cliché a cui risale, esplorando, come dimensione estetica prevalente, la categoria del buffonesco: i toni comici finiscono per prevalere su quelli drammatici e, tuttavia, non manca neanche una digressione crime di più cupa atmosfera. Gli interpreti freschi e molto ‘americani’, un po’ over-age rispetto ai personaggi – ma non è nulla di nuovo –, si mostrano a loro agio tanto negli stilemi quanto nei controstilemi; la regia è in controllo di ciò che vuole rappresentare; la fotografia iper-pop si omologa agli standard estetici adottati dai film analoghi. 

E per concludere davvero: ammetto che ho letto i libri anni fa e che mi ricordavo poco, ma mi sembra sia stato tutto reso troppo in fretta e pure banale...  Le parti fondamentali sono state buttate a caso, i personaggi non c'entrano una cippa con quelli di carta...E meno male che la McGuire era dietro la cinepresa a controllare tutto!

La mia valutazione




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