mercoledì 18 giugno 2025

Recensione serie "I retelling Land Editore", A.A.V.V.

 


Autrice: Miriana Vitulli

Titolo: Come il sole ad est 

Serie: I retelling Land Editore #1

Prezzo: e-book 0,89

Link d'acquisto: QUI


Serie I retelling Land Editore:

1)Come il sole ad est

2)Dolce incanto di Natale

3)Come un girasole a mezzanotte


"Per metà volto ero un mostro, e niente avrebbe tolto quelle cicatrici. Non sarebbe stato il bacio del vero amore a trasformarmi in un principe.”

Trama

Un'affascinante rivisitazione di La Bella e la Bestia

Isabella è un nome perfetto se vuoi diventare una principessa delle favole. Ma Bella non ha nessuna voglia di perdersi in sogni romantici: a ventiquattro anni, tutto ciò a cui pensa è terminare gli studi e, nel frattempo, godersi il Natale con sua mamma, una buona tazza di cioccolata calda e una serie tv a farle compagnia.

Sua madre Anita, però, stravolge i suoi piani.

Invitati a cena a casa Castellitto, sono costrette a rimanere lì a causa di una tempesta di neve. In realtà, sua madre e i signori Castellitto avevano già programmato tutto, perché il padre di Bella è in libera uscita dal carcere ed è pronto a cercarle.

Ed è allora che entra in gioco Marco, figlio dei proprietari di casa; un ragazzo prepotente e burbero come non mai, deciso a non uscire da quella casa per nessun motivo al mondo. A Marco è successo qualcosa, qualcosa di così terribile da costringerlo a non mostrarsi a nessuno all'infuori dei suoi genitori e dei domestici. Isabella crede di essere in trappola in quel posto, ma Marco è in una situazione ben più pericolosa: si trova in trappola con se stesso.

Obbligati a stare sotto lo stesso tetto, per loro due sarà inevitabile incontrarsi e scontrarsi. Ma, come recita la fiaba originale, non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze, perché la vera bellezza si trova nel cuore.




Se avessero dato un Nobel per l'indelicatezza l'avrebbero consegnato a me, e avevo pure l'aggravante di essere quasi psicologa. Sarei stata sicuramente radiata dall'album ancor prima di entrarci.




Recensione



Protagonista di questa storia, la ventiquattrenne studentessa universitaria Isabella, detta Bella.
A pochi giorni dal Natale, la madre le tende un agguato: una cena a casa di amici, i coniugi Castellitto. Serata che, a causa del maltempo, si protrae più del previsto… Si ritrova così a trascorrere il weekend in una bellissima villa principesca.
Però, però.. C'è anche la scusa del "aiuta Marco, ne ha passate tante e non ha amici, magari riesci ad aiutarlo con la tua laurea"; ed ecco che la vacanza si protrae e la nostra Bella si ritrova a dover fare i conti con il carattere spigoloso di Marco.

All'inizio lui si mostra arrogante, spocchioso, gelido, intrattabile... Poco incline a farsi aiutare, tiene lontani tutti, ma poi Isabella riesce ad avvicinarsi.
Tra alti e bassi, litigi e incomprensioni, tra Marco e Isabella nasce qualcosa e sinceramente credo si svolga tutto troppo velocemente. Non ho potuto fare a meno di chiedermi su quali basi si fondasse. Ma, per quanto possa non approvare la scelta dell’autrice, dettata forse anche dalla brevità del romanzo, nella vita mai dire mai. D’altronde, la forza dell’amore sta proprio nell’insensatezza del suo essere: sboccia quando meno uno se lo aspetta, non chiede il permesso, non segue le regole, mette le sue radici nei posti più impensabili. L’istinto che annulla la razionalità.
Ma nel caso di Bella e Marco, l’amore sarà in grado di superare le difficoltà e sopravvivere fuori dalle mura della villa che per qualche giorno è stata il loro rifugio dal mondo?
"Come il sole ad est" è quindi una rivisitazione in chiave moderna del classico "La Bella e la Bestia"; ma se nel caso dell'originale, almeno passa del tempo considerato "corretto", prima che tra i due scatti qualcosa, qui le cose corrono troppo veloci.
E sinceramente avrei preferito qualcosa di più lento, magari prima un'amicizia, poi più in là, amore; invece no: tutto subito.
Non leggerò gli altri due, che temo siano sulla stessa lunghezza d'onda.
Se volete dategli una possibilità, ma non aspettatevi qualcosa di eclatante,

La mia valutazione

Alla prossima
Luce <3




E forse l'amore nasceva proprio in quel momento lì, quando sai che è assurdo, quando sai che è insensato, che forse dovresti conoscere di più di quella persona, che dovresti rallentare un attimo. Ma il cuore ragiona al tuo posto.

martedì 17 giugno 2025

Recensione "Blake", Monique Vane

 


Autrice: Monique Vane

Titolo: Blake

Prezzo: 13,52  e-book 0,99

Link d'acquisto: QUI



Trama

Blake Koch è il CEO inflessibile della Blake Koch Company, un impero finanziario che domina il cuore di New York. Nel mondo degli affari, lo conoscono come "il Mietitore", un predatore aziendale la cui abilità nel conquistare società è leggendaria.
Ma ora, alle soglie dei quarant'anni, nonostante il successo eclatante, una sottile inquietudine serpeggia nella sua esistenza dorata.
Tutto cambia quando Amelia Sloan, la sua nuova assistente, entra nel suo ufficio, portando con sé un'energia inattesa che incrina la sua rigida routine. Blake, uomo d’acciaio raramente scosso, si ritrova disorientato dall'impatto di questa giovane donna. Il modo in cui affronta il mondo con una curiosità vibrante, lo sguardo fugace, il sorriso timido, hanno il potere di distrarlo dai grafici e dalle strategie di acquisizione. Insieme alla sua presenza luminosa, Amelia cela un passato denso di ombre, un labirinto di insidie che Blake sta per scoprire. Un desiderio inaspettato di proteggerla lo spinge in un territorio inesplorato, lontano anni luce dal suo universo di potere e controllo. Un divario anagrafico significativo e un abisso socio-economico li separano.
Entrambi portano il peso di trascorsi difficili. Amelia lo respinge con un'ostilità tagliente, mentre Blake si sente magneticamente attratto da quella vitalità che ha infranto le difese del suo cuore. La loro storia è un intricato balletto di repulsione e desiderio, un percorso costellato di segreti che vengono a galla e barriere che inevitabilmente crollano, promettendo di condurre il lettore in un viaggio appassionante nel cuore di due anime apparentemente inconciliabili.




Recensione


Protagonista di questa storia è Blake: un uomo d'affari determinato, che sa quello che vuole e come ottenerlo ma la cui vita sta per essere travolta da un uragano di nome Amelia.

Lei è in cerca di un lavoro stabile, lo trova alla Blake Koch Company, peccato che il suo primo incontro con il capo, o dovrei dire il secondo, non si rivela esattamente perfetto, perché Blake, appena la vede, capisce che Amelia per lui sarà una costante distrazione al lavoro e non è per niente disposto a perdere la bussola, ragion per cui la licenzia in tronco e lei si ritrova così a fare la cameriera.

Quando però le loro strade si riallineano, le cose iniziano a cambiare: uno strappo in macchina per andare a lavoro, un "ti porto a casa che non mi fido della metro", un "fammelo fare o licenzio il mio autista" e via dicendo, portano inevitabilmente i due ad avvicinarsi; e si sa in questi casi come vanno le cose.

Ma ci sono due persone, una facente parte del passato di Blake, l'altra di quello di Amelia, che faranno di tutto per ostacolarli. Ci riusciranno o il sentimento che lega Blake e Amelia, sarà più forte di qualsiasi cosa? 

Una piccola avvertenza: se cercate qualcosa di leggero che preveda meno sesso possibile, non potete leggere questo libro, perché è pieno zeppo di scene sessuali; io vi ho avvisato, poi vedete voi.



La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3





lunedì 16 giugno 2025

7 blog per 1 autore: P Holmes

Buongiorno lettori e amanti delle serie tv! Come avevo preannunciato, da oggi comincia una nuova rubrica in collaborazione con altri 6 blog, di cui uno è quello di Federica, che gestisce Gliocchidellupo

ma in cosa consiste la rubrica, 7 blog per 1 autore?


Riapre una rubrica tanto amata e dedicata agli autori, da un'idea di Federica del Blog Gli Occhi del Lupo. In precedenza chiamata 4 blog per un autore e ora cresciuta in 7 blog per un autore. Ogni settimana ospiteremo un autore con il suo romanzo ed entreremo meglio in ciò che ha scritto. Ringraziamo tutti coloro che si sono affidati a questa iniziativa.
Blog che vi partecipano:
LUNEDÌ - Tutto sul romanzo - IO AMO I LIBRI E LE SERIE TV
MARTEDÌ - Ambientazione - IN COMPAGNIA DI UNA PENNA
MERCOLEDÌ - Cast Dream - TRE GATTE TRA I LIBRI
GIOVEDÌ - Un messaggio da scoprire - BUONA LETTURA
VENERDÌ - Un'immagine che racconta - LIBERA_MENTE
SABATO - Intervista all'autore - READING IS TRUE LOVE
DOMENICA - Intervista al personaggio - GLI OCCHI DEL LUPO

TRAMA

Esistono legami familiari che a volte vanno oltre il tempo e lo spazio.
Alice è costretta a tornare nella sua vecchia casa per venderla e iniziare una nuova parte della sua vita.
Rosa è obbligata a un matrimonio che non la rende felice, ma che accetta per il senso di dovere e sacrificio.
Alice e Rosa, nipote e nonna.
Un vecchio diario farà da portale e unirà le vite di queste due donne nate in epoche tanto diverse eppure accomunate dall’unico, vero motore di tutta la vita: l’amore. 

COVER

Ammetto che la scelta della cover è stata una delle cose più casuali di tutta la storia. Non avevo le idee chiare, sapevo solo ciò che non volevo. La copertina non avrebbe avuto volti, non doveva essere astratta e non doveva distaccarsi dall’atmosfera del libro. Quando la mia amica mi ha mostrato l’immagine ho subito pensato che fosse lei, che fosse quella giusta. Adoro questa cover, ne amo ogni dettaglio dalle tonalità alle sfumature, dalla valigia al fatto che quel corpo femminile potrebbe essere sia di Alice sia di Rosa. Quando l’ho proposta alla CE, Barbara e Anna sono state entusiaste e così abbiamo deciso di tenerla.




QUARTA DI COPERTINA
L’amore, Alice, è una delle forze più strane di tutto l’universo. È capace di muovere ogni cosa, di reggere i fili del nostro destino in modi insondabili. Non opporti mai all’amore, non chiudere mai il tuo cuore. Per quanto una situazione ti potrà sembrare senza via d’uscita, l’amore sarà ciò che ti indicherà la strada.
Esistono legami familiari che a volte vanno oltre il tempo e lo spazio.
Alice è costretta a tornare nella sua vecchia casa per venderla e iniziare una nuova parte della sua vita.
Rosa è obbligata a un matrimonio che non la rende felice, ma che accetta per il senso di dovere e sacrificio.
Alice e Rosa, nipote e nonna.
Un vecchio diario farà da portale e unirà le vite di queste due donne nate in epoche tanto diverse eppure accumunate dall’unico, vero motore di tutta la vita: l’amore.

domenica 15 giugno 2025

Recensione "Come l'arancio amaro", Milena Palminteri

 


Autrice: Milena Palminteri
Titolo: Come l'arancio amaro
Prezzo: 19,00  e-book 11,99
Link d'acquisto: QUI


"Carlotta mia, io dell’arancio amaro conosco solo le spine e ormai non mi fanno più male. Ma il profumo del suo fiore bianco è il tuo, è quello della libertà."


Trama
"Carlotta mia, io dell’arancio amaro conosco solo le spine e ormai non mi fanno più male. Ma il profumo del suo fiore bianco è il tuo, è quello della libertà."

A cosa serve essere giovane e piena di progetti, se sei nata nel tempo sbagliato? Tre protagoniste straordinarie fronteggiano la sfida più grande: trovare il senso del proprio essere donne in un mondo che vorrebbe scegliere al posto loro. Nardina, dolce e paziente, che sogna di laurearsi ma finisce intrappolata nel ruolo di moglie. Sabedda, selvatica e fiera, che vorrebbe poter decidere il proprio futuro ma è troppo povera per poterlo fare. Carlotta, orgogliosa e determinata, che vorrebbe diventare avvocato in un mondo dove solo i maschi ritengono di poter esercitare la professione. E un segreto, che affonda nella notte in cui i loro destini si sono uniti per sempre. Tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento, Sabedda, Nardina e Carlotta lottano e amano sullo sfondo di un mondo che cambia, che attraversa il Fascismo e la guerra, che approda alla nuova speranza della ricostruzione. Per ciascuna di loro, la vita ha in serbo prove durissime ma anche la forza di un amore più grande del giudizio degli uomini.

Partendo da una storia vera, Milena Palminteri esordisce con un romanzo maturo e travolgente, con una lingua ricca di sfumature, popolato di personaggi memorabili per la dolente fierezza con cui abbracciano i propri destini.



Recensione

Il tempo in Come l’arancio amaro è duplice. Vi è una cornice, quella di Carlotta che vive nell’Agrigento degli anni Sessanta. Carlotta è fa un lavoro che non avrebbe voluto: è laureata in Giurisprudenza, ma è diventata archivista, ancora ostacolata dal genere in cui è nata. Ed è proprio nel luogo in cui lavora che tutto si scatena. Scopre della “terribile accusa rivolta da sua nonna paterna a sua madre, di non averla partorita ma comprata”. Di qui, il ricordo degli atti notarili, un classico ed efficace espediente narrativo; un ricordo che ci conduce indietro nel tempo, prima della nascita di Carlotta, a Sarraca. Ovvero l’anno 1924. Il secondo tempo. Questo è il palcoscenico delle altre due protagoniste di questa storia Sabbedda e Nardina. Il punto di contatto di queste donne sono i legami famigliari. Quelli di sangue, quelli di affetto, quelli pieni di menzogne.

Attorno, una serie di personaggi che condizionano la loro vita. Da Bastiana preoccupata perché la figlia Nardina, dopo il matrimonio con il ricco Carlo Cangialosi, non riesce a restare incinta. Allora tesse un piano, mettendosi d’accordo con Calogero, campiere che ha fatto fortuna con attività mafiose. Tutto è arricchito dalla presenza dell’arancio, che con “i suoi frutti asperrimi, è l’arbusto più fecondo su cui innestare i dolcissimi sanguinelli”. L’arancio diventa il simbolo della condizione femminile. Cadenza le scene del romanzo. Compare la prima volta all’inizio: un carico di arance tra le braccia, sfugge dalla presa di Bartolo e i frutti prendono a rincorrersi rotolando per il corridoio della corriera. In quel percorso rettilineo, si intravedono alcuni personaggi, che prima o poi ritorneranno nel corso della storia. È una sorta di presentazione. Una alla volta vengono nominati, man mano che la loro attenzione si sposta sui frutti.

“Furono subito tutti pronti a recuperarle […]: ognuno ne aveva tratto profitto e ora l’aria era satura dello spirito degli agrumi. Le donne ne beneficiarono in maggiore misura per via della strada che, arrampicando, aveva ammassato i frutti in fondo alla corriera”.

Pare un palcoscenico, una scena teatrale in cui gli attori passano prima inosservati. Alcune figure-chiave sono lì: non i ruoli principali, ma il peso di questi personaggi si avvertirà con le pagine a venire. La loro disposizione è delineata, forse profetica. Le donne sono sedute dietro, gli uomini quindi avanti. Il cuore del romanzo si è rivelato, mettendo in mostra una società, come quella della prima parte del Novecento. La riverenza di Bartolo nei confronti di Stefano, figlio della famiglia per cui lavora, ci anticipa quello che accadrà. Un tempo remoto che mostra una condizione che spesso ci sembra ancora vicina, fin troppo.

Significativa è la rappresentazione del ruolo femminile all’interno del romanzo. Simbolico è, sicuramente, il riferimento che viene fatto all’opera dei primissimi anni del Novecento, Una donna di Sibilla Aleramo. Insieme al romanzo, poi, un mosaico di figure femminili – i cui ritratti, Nardina e le sue compagne di collegio riescono a recuperare – che sono riuscite ad abbattere per prime le barriere di genere. Da Giuseppina Cinque (prima laureata in medicina a Palermo), a Grazia Muscatello (matematica catanese), e a Emma Strada (prima laureata in ingegneria civile a Torino). Il sentimento che aleggia tra le pagine di Palminteri è quello di comprensione. Una lampadina si accende: una donna non è solo una massaia, o una contadina, o la padrona di una casa lussuosa. Ma cosa può in un mondo ancora troppo maschile? E questo “ancora troppo maschile” in Come l’arancio amaro si rivela in tutte le sue sfaccettature.

Al suo interno, Carlotta, c’è la protagonista del tempo della Agrigento degli anni Sessanta; dell’Italia del Secondo dopoguerra. Lei, l’avvocato non lo può fare. Vive in un mondo in cui si appella alle scelte della magistratura ottocentesca: “l’avvocateria è un ufficio esercitabile solo dai maschi”. Sebbene conosciamo il primato di Lidia Pöet nel 1920. E qui ritorno, e mi resta ancora più impressa, l’immagine delle donne nel fondo della corriera, che nei posti accanto agli uomini ancora non si siedono. Carlotta, in Come l’arancio amaro, rappresenta a mio avviso la donna disillusa, che non crede più in nulla. Diffida degli altri, dei colleghi della famiglia, di quella sensazione di vuoto che la pervade mentre gli altri attorno a lei vivono. Carlotta si rifugia in un’abitudine, nella sicurezza ed evita il rischio, non osando e non lottando, nemmeno per diventare avvocata come lei vorrebbe.

Così la donna fugge da ogni cosa, fugge via anche dalla verità. Si sente impotente, proprio perché donna. Dubita di tutti ed è estremamente convinta che lei di felicità non ne ha portata a nessuno, proprio perché donna. Per tale ragione si domanda se suo padre sia stato contento del suo arrivo. Quello stesso padre che il giorno della sua nascita l’ha lasciata, “scappando” via.

“Che non fosse stata una gran fortuna nascere femmina lo aveva capito presto, quando parlando di suo padre, Carlo Cangialosi, morto in circostanze oscure nel medesimo giorno in cui lei era nata, Carlotta aveva chiesto a sua madre Nardina se lui almeno avesse avuto il tempo di dirsi felice di una fimminiedda primogenita. In un mondo che privilegiava gli uomini, a Carlotta era molesto il sospetto che la sua  identità lo avesse deluso. Sapere che non era stato così l’avrebbe pacificata”.

Nella parte del passato, invece, ci sono Nardina e Sabbedda. Diverse ma speculari; inconsapevolmente legate. Una toglie e prende, è la madre di Carlotta, ma la sua austerità e la sua freddezza non le permettono mai di stabilire un vero rapporto di affetto con la figlia. L’altra dà via, ed è colei che ha generato Carlotta. Non c’è nessun combattimento qui, nessun litigio. Le due non stanno litigando e reclamando entrambe la maternità della propria figlia. E non c’è nessun Re Salomone che propone di dividerla a metà, cosicché ognuna delle parti possa essere ceduta. Nardina non sa chi sia la vera madre di Carlotta, e poco le importa. Piuttosto vuole mantenere saldo il suo matrimonio con Carlo e, non resistendo all’opprimente Bastiana, cede alla messa in scena dell’inganno. La prima recita, la più difficile, fingere una gravidanza.

Sabbedda, d’altro canto, è vittima. Per tante motivazioni. Vittima di una violenza da parte di Stefano Damelio. Offertasi senza volerlo per un’ingenuità che paga, alla fine, lo scotto. Di chi? Di un uomo, che è poi un uomo ricco, che alla fine è un uomo ricco che esercita, all’inizio, un fascino su di lei. Ma Sabbedda, al contrario, è povera. È in una posizione inferiore in tutto e per tutto. Non riesce a superare le insidie del suo tempo, a contrastare il padre – che, veniamo a sapere, era violento con la moglie – e cede anche lei. Come Nardina. Sacrifica se stessa e, subalterna, rinuncia al bambino che cresce dentro di lei, e che con lo scorrere dei mesi impara ad amare. E, povera in canna, la ragazza (giovanissima, eh!) si priva di chi le è più caro e, allo stesso tempo, accetta l’amore dell’ambiguo don Calogero.

“Lo sapeva ed era contenta che il bambino suo se lo sarebbe cresciuto Nardina, ma sempre le tornavano davanti gli alberi di arancio amaro allo sperone e la faccia di Stefano schifiata”.

Come l’arancio amaro sale potente nell’animo di chi lo legge. Richiama non come un canto, ma come un grido chi dal passato chiede aiuto e chi lo fa anche ora, nel presente. Sono le urla delle donne lasciate indietro, che per ultime ricevono la fortuna degli aspri frutti che rotolano verso i presenti. Allo stesso tempo, l’utilizzo del dialetto siciliano non fa che accentuare l’asprezza delle scene, con quei termini dialettali che richiamano dall’animo le angosce e le disgrazie.


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3

sabato 14 giugno 2025

Recensione "fumetti", Zerocalcare

 

Autore: Zerocalcare

Titolo: La scuola di pizze in faccia

,Prezzo: 20,90  e-book 11,99

Link d'acquisto: QUI


Fumetti Zerocalcare:

1)La profezia dell'armadillo

2)Un polpo alla gola

3)Ogni maledetto lunedì su due

4)Dimentica il mio nome

5)L'elenco telefonico degli accolli

6)Macerie prime

6,5)Macerie prime - sei mesi dopo

7)La scuola di pizze in faccia

8)Scheletri

9)Quando muori resta a me

10)Dodici

11)Kobane Calling

12)Kobane Calling Oggi

13)A Babbo Morto. Una storia di Natale

    14)Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia

15)No sleep till shengal

16)Enciclopedia Calcarea: guida ragionata all'universo di Zerocalcare

17)Dopo il botto

18)Animation Art Book

19)Scavare fossati, nutrire coccodrilli

Trama

Questa nuova raccolta di storie di Zerocalcare, precedentemente apparse sul suo blog, su Wired, su Best Movie, su Repubblica, l'Espresso e altrove, è la più corposa della sua produzione editoriale. Corredata da un preciso sommario cronologico, è impreziosita anche da una nuova storia inedita in tre parti, per un totale di venticinque pagine, in cui l'autore di Rebibbia riflette sul necessario equilibrio tra il suo narrare più impegnato e quello più dégagé.


Recensione

Un fumettista “sotto i riflettori” come Michele Rech,  meglio conosciuto come Zerocalcare, vive circondato da persone che sente il bisogno irrefrenabile di dargli lezioni. Lui la chiama la Sacra Scuola dei Grilli Parlanti Pontificanti (SSGPP), al suo interno ci sono sostanzialmente due scuole di pensiero: quelli che lo accusano di giocare troppo e non avere a cuore l’impegno sociale e la coscienza civica e quelli viceversa che non sopportano la politica ed esigono da lui soltanto disimpegno e comicità. In uno scenario Zerocalcare è “un cojone che parla solo di cazzate ed è arrivato a trentacinqu’anni come un mezzo miracolato”, nell’altro è “una specie di prete laico che deve parlare per forza di qualsiasi sfiga succede nel mondo, tipo un service della disperazione e del disagio”. Se il pubblico deve per forza a quanto pare rinchiuderlo in una gabbia, lui si rifiuta di scegliere sia la gabbia con il cartello “Scemenze” sia quella con il cartello “Pipponi” e si è creato una situazione di compromesso, un corridoio comunicante tra queste due gabbie, per abitare un po’ una un po’ l’altra: “pure se ancora non ha capito come romperle, almeno se ne può cercare una dove riesce a stendere le gambe”… Per esempio raccontando di quella volta che il suo amico Cinghiale – noto erotomane – gli ha chiesto di vedersi “per parlare di una cosa”. La curiosità (e la preoccupazione) iniziale ha ben presto lasciato il passo a una terribile abitudine di Zerocalcare: origliare i discorsi dei tavoli accanto, fino a perdersi in quei discorsi invece di ascoltare quelli del proprio tavolo. Così quando Cinghiale ha finito di dirgli ‘sta famosa cosa, lui non ha ascoltato e non ha idea di cosa sia: se la cava congedandolo con un vaghissimo “Tanto poi ci riaggiorniamo” (traduzione: Non ti sono stato a sentire per un cazzo, quindi tra un mese mi dovrai ripetere le stesse cose pare pare come fosse la prima volta). Il problema è che stavolta Cinghiale non si è limitato come suo solito a raccontare una delle sue avventure sessuali, ma ha rivelato a Zerocalcare qualcosa di molto, molto spaventoso: sta per sposarsi…

L’ennesimo volume (300 pagine scarse) di grande formato sfornato da Zerocalcare è una raccolta di storie tratte dal suo blog o pubblicate su varie testate: “Wired”, “Best Movie”, “Internazionale”, “l’Espresso”, con un filo conduttore – quello del titolo, che sostanzialmente (in romanesco “pizze” sta per “schiaffi”) allude alle lezioni imparate in prima linea, in strada, sacrificando qualcosa, mettendosi in gioco e non sparando giudizi da dietro lo schermo di un laptop o di uno smartphone senza rinunciare nemmeno a un centesimo del proprio quotidiano – garantito da una storia inedita che racconta anche e soprattutto lo scandalo scoppiato in seguito alla partecipazione (poi scongiurata) della casa editrice Altaforte al Salone del Libro di Torino 2019. L’antologia è grossomodo divisa in tre aree: la prima dedicata a storie più o meno della quotidianità (spesso assai divertenti, come nel caso di quelli che si lasciano e si rimettono insieme seicento volte con la stessa personaIl grande test sui social network o davvero struggenti e geniali come 7 contributi fondamentali dei cavalieri dello Zodiaco alo sviluppo delle nostre personalità), la seconda più virata sul politico in cui si parla di unioni civili, curdi, fascismo, occupazioni e infine la terza dedicata alle recensioni di film e serie tv (con relativi spassosi reportage dal Festival di Venezia).


La mia valutazione

Alla prossima

Luce <3



venerdì 13 giugno 2025

Recensione "fumetti", Zerocalcare

 

Autore: Zerocalcare

Titolo: Scheletri

Prezzo: 17,10  e-book 8,99

Link d'acquisto: QUI


Fumetti Zerocalcare:

1)La profezia dell'armadillo

2)Un polpo alla gola

3)Ogni maledetto lunedì su due

4)Dimentica il mio nome

5)L'elenco telefonico degli accolli

6)Macerie prime

6,5)Macerie prime - sei mesi dopo

7)La scuola di pizze in faccia

8)Scheletri

9)Quando muori resta a me

10)Dodici

11)Kobane Calling

12)Kobane Calling Oggi

13)A Babbo Morto. Una storia di Natale

    14)Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia

15)No sleep till shengal

16)Enciclopedia Calcarea: guida ragionata all'universo di Zerocalcare

17)Dopo il botto

18)Animation Art Book

19)Scavare fossati, nutrire coccodrilli


Trama

"Kobane Calling" torna con un'edizione riveduta e corretta, nuovi risguardi sullo scenario geopolitico in Siria, la storia su Lorenzo "Orso" Orsetti apparsa originariamente su Internazionale e una nuova introduzione dell'autore.


Recensione

Un volume fondamentale all’interno dell’opera del fumettista di Rebibbia (recensione "vecchia" versione QUI), uno dei più noti e celebrati autori italiani. Una storia in cui Zerocalcare supera con scioltezza i temi autobiografici e del racconto generazionale, come in Macerie Prime, per portare la testimoniare della lotta del popolo curdo stretto tra il fanatismo musulmano e il nazionalismo turco.

Nell’introduzione alla nuova edizione l’autore riporta la drammaticità della attuale situazione  curda in Siria, dato che dopo la sconfitta delle forze dell’Isis c’è stata l’invasione dell’esercito turco, con il beneplacito delle forze della Nato, Stati Uniti in testa, che mette a dura la resistenza curda. Zerocalcare considerando questa tragica situazione ha deciso di aggiornare il suo volume, aggiungendo tavole su tavole fino a superare le 300 pagine.

Lo stile narrativo è quello consueto di Zerocalcare, ironico e perfino naif a volte, capace però anche di tocchi di disincantata malinconia. Emerge nel racconto la consapevolezza del suo ruolo di fumettista, che ammette la sua limitata capacità di analisi, che non intende realizzare un saggio di geopolitica, ma portare la propria testimonianza, che, grazie ad un lavoro di sintesi e di semplificazione, gli consente di disegnare un vero e proprio diario di viaggio. Il risultato finale è straordinario, la convergenza tra i temi politici trattati e la personale visione dell’esistenza dell’autore romano dona al racconto una notevole profondità, entrando di diritto nel graphic journalism.

Al centro del racconto è l’esperienza del confederalismo democratico nella regione del Kurdistan siriano del Rojava, sistema politico regolato da un contratto sociale basato sulla convivenza etnica e religiosa, sulla redistribuzione delle ricchezze, l’emancipazione femminile e l’ecologia.

Il primo viaggio realizzato dall’autore avviene sul confine  turco-siriano nel 2014, insieme alla Staffetta Romana per Kobane, formata da dei Centri Sociali che si organizzano per motivi umanitari, con la consegna di medicine e il sostegno ad una campagna di informazione. Zerocalcare si sofferma a descrive le  persone che incontra e le loro abitudini, così curiosamente differenti dalle sue.  Fra tutti i combattenti reduci da Kobane, in gran numero considerata la vicinanza dal fronte, emerge la normalità con cui accettano il proprio destino. Ci sono poi i campi profughi organizzati secondo la logica del confederalismo democratico, una vera e propria rivoluzione in Rojava, con la realizzazione, per esempio delle Case delle Donne, realizzate da musulmane, che non accettano lezione di islam da nessuno, che rispettano i propri nemici, per non diventare come loro e che non impongono le proprie leggi ai sostenitori di Assad, scommettendo sulla possibilità di una convivenza futura.

Il secondo viaggio avviene nel luglio del 2015, in Siria, dopo la liberazione di Kobane. Viaggio liberatorio anche perché reso difficile dalle assurdità delle logiche internazionali, delle prepotenze alla dogana turca, con il passaggio in Iraq, a 30 chilometri da Mosul, per raggiungere il Rojava, o le notizie sugli attentati avvenuti in posti dove sono passati anche loro. Nel racconto ci si sofferma sui luoghi comuni sui curdi della civiltà occidentale e  sul ruolo del PKK, ma soprattutto sulla descrizione degli incontri con personaggi straordinari, come Ezel, la psichella curda di Turchia che vive in Italia, guida e traduttrice del drappello, e la comandante Nasrin, il capo dell’unità di protezione delle donne del Rojava, le YPJ, prodiga nello spiegare la posizione politica curda.

Numerosi i momenti nel racconto di forte carica emotiva, tra i cimiteri dei martiri della lotta, alle testimonianze dei combattenti, che narrano di una Kobane riconquistata metro per metro, fino ad arrivare alla base a Qandil del PKK, costruita tra villaggi civili, le case di accoglienza e le basi guerrigliere, una perfetta organizzazione per non compromettere i civili e dove avviene l’addestramento. Una vera e propria rivoluzione è stata compiuta, dove i capitribù imparano a rispettare le donne combattenti, e dove per esempio non sono toccati gli alberi dei contadini, per non comprometterli come fiancheggiatori dei guerriglieri curdi in caso di occupazioni future. Zerocalcare e i suoi compagni hanno l’occasione di conoscere perfino Eval Cuma, uno dei fondatori del PKK, occasione di riflessione sulle differenti tipologie di conflitto di aggressione, di autodifesa di resistenza.

I personaggi sono graficamente trasformati, in pieno Zerocalcare style, con la rappresentazione ironica dei riferimenti della sua cultura personale, come quando si immagina gli integralisti dell’Isis, colpevoli di crimini crudelmente insensati e inimmaginabili, come i cattivi di Ken il guerriero, tutto per accentuare il contrasto tra la realtà di Rebibbia e il resto del mondo, e la diversità dell’esperienze fatte.

Zerocalcare non è virtuoso del pennino, ma sa narrare con i disegni come pochi altri, riuscendo a mixare nel suo racconto le caratteristiche geopolitiche dei paesi che visita con le sue riflessioni personali, sempre mantenendo un tono di narrazione elevato e incisivo.

Particolarmente dolente il racconto Macelli, con le storie dei volontari  internazionali che in Siria sono andati a combattere come il romano Cipolla ed Orso, ossia Lorenzo Orsetti, anarchico toscano morto a Afrin in Siria a marzo del 2019, nei combattimenti contro le milizie islamiste supportate dall’esercito turco. Zerocalcare non può fare a meno di interrogarsi sul proprio ruolo di narratore e sulla coerenza di antifascista che si limita a raccontare quanto accade senza avere parte attiva nell’eroica lotta curda.

Come si è già scritto questa rappresenta sicuramente l’opera più matura del fumettista romano, con cui approda pienamente al graphic journalism, genere fumettistico storicamente sottovalutato dagli autori italiani, che adesso con Zerocalcare ha un suo esponente di pregi.



La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3