venerdì 27 giugno 2025

Manuale per signorine - serie tv- Netflix (recensione)

Buongiorno, oggi vi parlo di una serie tv spagnola che trovate su Netflix


Titolo originale: Manual para Señoritas

Paese: Spagna

Anno: 2025

Genere: Period drama, commedia

Stagioni: 1

Episodi: 8

Lingua originale: spagnolo



Trama

Elena Bianda è una chaperon esperta, cinica e pratica il cui unico obiettivo è far sposare le rampolle delle famiglie spagnole più in vista con partiti altrettanto validi: nel suo passato è stata lei stessa una ragazza ribelle, destino al quale è sfuggita ricostruendo da zero una vita e una carriera libere da ogni etichetta. Quando avvista le tre sorelle Mencía - tutte e tre in età da marito, dunque le clienti perfette - si dà da fare per farsi assumere: finirà invischiata negli intrighi, nelle dinamiche e nei pasticci delle tre ragazze e, a complicare il quadro arriverà pure un ragazzo, Santiago (l'attore e modello spagnolo Álvaro Mel), che la spingerà a rivedere la sua granitica posizione di single che fa innamorare gli altri, ma non si innamora mai.




Recensione
Ci sono serie che fin dal titolo non rendono giustizia al loro contenuto. Manuale per signorine, ultimo titolo approdato sul colosso dello streaming, potrebbe essere una di quelle. Niente abiti pomposi e dialoghi ampollosi che provano a fare il verso ad un mondo che (forse) non ci appartiene più, come già la serie Shondaland che voleva parodiare Jane Austen ma poi ci è finita con tutte le scarpe ricamate di pizzo. Qui siamo nella Spagna di fine '800 e partiamo sempre dal concetto che "è cosa ormai risaputa che a uno scapolo in possesso di un vistoso patrimonio manchi soltanto una moglie" e viceversa che una donna debba trovare marito; solo che - udite udite in tutto il reame - in questa storia non ci si concentra sulla coppia di innamorati. O non propriamente.



Al centro della serie Netflix non c'è infatti la donzella di buona famiglia che deve accaparrarsi un rampollo di altrettanto lignaggio, bensì colei che rimane sempre nell'ombra. Quella destinata ad aiutare e non a brillare. Quella che si commuove per i matrimoni, organizzando sempre quelli degli altri e mai il suo. Colei che sa che successo vorrà anche dire fine del lavoro e di un posto dove stare (la famiglia di cui si occupa). La chaperon, o se preferite la dama di compagnia.

Grazie ad un narratore esterno un po' ingombrante ed interattivo - che strizza l'occhio, per tono e modo, a quello di Jane the Virgin, si palesa presto la (vera) protagonista di questa storia, Elena Bianda, fa capolino e la vediamo accettare un'impresa impossibile: gestire ben tre ragazze rimaste orfane di madre e un padre vedovo. La primogenita in età da marito, la seconda troppo immersa tra i libri e la terza troppo giovane e apparentemente dall'umorismo strambo e dark, quasi una piccola Mercoledì.



Manuale per signorine porta gli spettatori, regola per regola della suddetta guida del titolo attraverso gli otto episodi che la compongono, tra le usanze del tempo, le riverenze e i sotterfugi, e lungo un corteggiamento mai diretto, ma attraverso terzi. Una sorta di romcom in costume, piena di brio ed ironia, con dei personaggi da subito ben caratterizzati e solidi a partire dalla protagonista, che si ritrova invischiata in un quadrangolo amoroso molto più grande di lei. Senza però le esasperazioni tipiche delle produzioni ispaniche.
La serie gira intorno a tutti gli archetipi del genere e si prova a giocare con gli stilemi per ribaltarli, senza tradire il contesto socio-culturale d'origine. A farlo è la soundtrack moderna, che si muove tra pop e rock e anche qui cita grandi commedie romantiche della storia, e alcuni passaggi di dialogo tra narratore/narratrice e spettatori di contrasto i colori pastello, gli abiti e le scenografie di tutto punto.
Un po' Bridget Jones, un po' Fleabag, Elena Bianda si muove tra gli ostacoli personali e professionali - due vite assolutamente mescolate per quanto la riguarda - che le si presentano davanti per ottenere l'obiettivo che si è prefissato e che il suo impiego richiede. Non mancano le gelosie tra sorelle, particolarmente tremende e a loro modo anticonformiste, quelle delle altre chaperon che avrebbero voluto quel lavoro proficuo e che vedono tutto come una competizione, il padre burbero e apparentemente inapprensibile del trio, la governante di casa austera e ficcanaso.



Ognuno dei personaggi cerca di coltivare il proprio orticello e ha paura di farselo rubare facilmente dalla nuova arrivata, che rischia di cambiare lo status quo della casa. infatti è la stessa Bianda a rompere la quarta parete parlando spesso in camera con il pubblico, interagendo col narratore e con chi è al di là dello schermo. Una serie che parla di emancipazione non solo femminile ma di varie categorie dell'epoca, come un giornalista aspirante scrittore ritenuto più o meno squattrinato dagli altri aristocratici.
Lunga vita alle dame di compagnia in Manuale per signorine, una piccola grande sorpresa Netflix targata Spagna, che ci porta nella Madrid del 1880, tra pizzi e merletti, tra riverenze e ossequi, per provare a veder brillare colei che di solito rimane dietro le quinte. Freschezza e vivacità contraddistinguono personaggi e narrazione, per una serie che diverte, intrattiene e fila via liscia come una proposta di matrimonio. L’interattività e la modernità del contenitore sono il perfetto contraltare del morigerato contenuto.




La mia valutazione

Alla prossima
Luce <3




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