lunedì 22 giugno 2020

7 blog per 1 autore: G. Tsakiris

Buongiorno lettori e amanti delle serie tv! Come avevo preannunciato, da oggi comincia una nuova rubrica in collaborazione con altri 6 blog, di cui uno è quello di Federica, che gestisce Gliocchidellupo
ma in cosa consiste la rubrica, 7 blog per 1 autore?


Riapre una rubrica tanto amata e dedicata agli autori, da un'idea di Federica del Blog Gli Occhi del Lupo. In precedenza chiamata 4 blog per un autore e ora cresciuta in 7 blog per un autore. Ogni settimana ospiteremo un autore con il suo romanzo ed entreremo meglio in ciò che ha scritto. Ringraziamo tutti coloro che si sono affidati a questa iniziativa.
Blog che vi partecipano:
LUNEDÌ - Tutto sul romanzo - IO AMO I LIBRI E LE SERIE TV
MARTEDÌ - Ambientazione - IN COMPAGNIA DI UNA PENNA
MERCOLEDÌ - Cast Dream - TRE GATTE TRA I LIBRI
GIOVEDÌ - Un messaggio da scoprire - ANIMA DI CARTA
VENERDÌ - Un'immagine che racconta - LIBERA_MENTE
SABATO - Intervista all'autore - VENTO DI LIBRI
DOMENICA - Intervista al personaggio - GLI OCCHI DEL LUPO



Trama:

È la primavera dell’anno più caldo della storia, siamo a Napoli, città meravigliosa e caotica, ricca di folklore e contraddizioni quando, sei studenti di medicina all’ultimo esame, si incontrano nello studio del preside di facoltà in seguito ad un incidente di percorso.

Quello che sembra prospettarsi come una tragedia nella storia di uno studente in realtà diventa un colpo di fortuna grazie al quale le vite di Azzurra, Christian, Chloe, Tatiana, Tommaso e Yuri si intrecceranno in modo indissolubile. I sei infatti, grazie ad un biglietto vincente si troveranno a condividere una meravigliosa casa a Posillipo. Azzurra (Sky per gli amici) e Christian si innamorano quasi subito e sono decisi a vivere insieme “ogni giorno della loro vita”

Purtroppo la loro unione verrà interrotta bruscamente dal padre di lui che, legandolo ad una promessa per un errore commesso in passato costringe Christian a ritornare nella sua terra natia, la Sicilia, dove non è un giovane medico qualunque ma il figlio del famoso professor Santoro, uno degli oropedici più famosi ed apprezzati. Il ragazzo però lascia a Sky una promessa, quella di ritornare presto da lei per continuare la loro vita insieme.

Ma il destino riserva ai due delle sorprese e quello che sembrava solo questione di tempo si trasforma in un mai.

Azzurra con l’aiuto di Chloe, Tommaso Tatiana e Yuri, andrà avanti e tutto diventerà più facile, leggero quando conoscerà Federico, un musicista piuttosto eclettico ed affascinate che proromperà nella sua quotidianità coinvolgendola in pieno nella sua musica.

Un giorno qualunque Christian ritorna dalla donna che ama e, nonostante la trovi impegnata in un’altra relazione scopre che lei non ha mai smesso di amarlo e, per i pochi giorni che hanno a disposizione decidono di viversi completamente. La separazione però incombe nuovamente e nuove promesse vengono fatte e disattese, ma dal quel momento la vita di Sky cambierà completamente ed il destino li metterà di fronte a qualcosa di nuovo e completamente inaspettato.

Solo grazie all’aiuto dei suoi amici, dalle personalità piuttosto discordanti, lei troverà la forza di continuare a vivere senza Christian.

Un giorno però lui torna per onorare le sue promesse, ma a quel punto niente è più com’era ed anche Chloe, Tatiana, Yuri e soprattutto Tommaso, una volta suoi grandi amici lo trattano con freddezza e distacco, Sky poi non fa che tenerlo distante senza dargli alcuna possibilità di riconciliazione, perché? Qual è il motivo per cui lei è cambiata così tanto nei suoi confronti?

Certo le aveva promesso tante volte di ritornare e non era riuscito a farlo ma c’erano dei motivi, seri e glieli avrebbe spiegati se solo lei fosse stata ad ascoltarlo ma è decisa a non dargli nessuna possibilità di riscatto.

Una storia d’amore tormentata ed a volte crudele, una storia di amicizia, quella con la A maiuscola in cui gli amici diventano fratelli, madri padri, tutto ciò di cui una persona sola ha bisogno e poi musica, musica, musica.

 

   Estratti

Tatiana

 Sono ai ferri corti il che è surreale perché noi sentiamo l’intensità del loro amore e non riusciamo a spiegarci come non trovino un punto di incontro.

Hanno fatto l’amore qualche giorno fa e da allora non fanno che litigare ed urlarsi contro. Il rancore tra loro è cresciuto tanto che hanno perso il controllo della situazione.

Così abbiamo deciso di intervenire, si stanno massacrando e non riescono neanche a vedere il male che si fanno.

In questo momento il più debole dei due non credo riesca a tollerare il sarcasmo.

Lo prendo per mano e lo trascino via, afferro le chiavi della moto.

Ingrana la marcia e inizia a correre come un pazzo, ma io sono abituata per cui non ci faccio caso, superiamo nelle curve di Posillipo decine e decine di macchine. Sono sicura che si calmerà.

Decidiamo di fermarci a prendere un “già sai” allo chalet di Ciro a Mergellina. Sono sicura che li si calmerà un po'.

Ci sediamo, ordiniamo le nostre bibite e rimaniamo a berle in silenzio. Non è ancora pronto a parlare, ha ancora gli occhi lucidi di rabbia e turbamento ed io sono la regina dell’attesa, voglio essergli di conforto e non forzarlo.

«Ha paura» sbotto «è terrorizzata all’idea che tu vada via».

«Ah, è per questo che invece di tenermi stretto mi caccia via come la peste?»

Si appoggia alla ringhiera del giardino comunale e si guarda intorno.

«È normale!»

«È normale! Per te è normale?» dice fissandomi con rabbia «certo che voi donne avete un modo perverso di ragionare».

«Ha talmente paura di perderti che piuttosto preferisce tenerti lontano».

«Certo» dice ma non mi presta attenzione, continua a guardare un bambino che gioca a rincorrere la palla.

«Ascolta, è entrata in un loop mentale dal quale devi darle il tempo di uscire…Mi ascolti?»

«Certo che ti ascolto» dice ma continua a guardare il bambinetto.

«Con chi sta questo bambino?» chiede a voce alta.

Adesso mi sta facendo girare le scatole, gli volto il viso verso di me e poi tutto avviene in un istante: il piccolo comincia a correre dietro la palla che scivola dal marciapiede e finisce in strada, la insegue, lui si volta e si lancia per inseguirlo ed in un attimo tira il bambino al sicuro ma vedo il suo corpo sbattere contro una motocicletta e volare sull’asfalto.

 

Christian

 Le invio un SMS: Ciao, dove sei?

Sky: Sono dai miei e tu?

Io: Tra un’ora sono a casa. Tu quando torni?

Sky: Domani mattina.

La chiamo: «Ho una voglia matta di vederti, non posso aspettare domani mattina, ho preso il primo treno che mi portava a casa, mi manchi da morire».

Rimane in silenzio.

«Ci sei ancora?»

«Sì...sono qui, devo… devo inventarmi qualcosa per andare via adesso. Avevo detto ai miei che sarei ripartita domani…ok, ci vediamo a casa mia appena riesco» me lo dice sussurrando.

Il treno sembra non arrivare mai, eppure manca così poco.

Non sento più il senso di colpa nei confronti di Tessa, non mi sento più un traditore. Voglio rivederla, ho bisogno di lei, di tenerla stretta tra le mie braccia.

Il taxi impiega oltre un’ora ad arrivare a casa. Non riesco più a stare seduto su questo sedile della minchia. Chiedo al tassista di aspettarmi sotto casa, faccio una doccia veloce e mi cambio i vestiti luridi del viaggio.

Arrivo a casa sua e la vedo da lontano scendere di corsa dalla macchina.

Il tempo di pagare ed è già sparita.

Il portone è aperto, entro ma vengo assalito da una marea di dubbi.

E se non è quello che vuole anche lei? Se per Sky io sono solo un modo per dimenticare Raoul? Se sono solo un amico particolare?

Rimango fuori dalla sua porta e non riesco a suonare il campanello, mi siedo su un gradino.

***

Mi alzo e vado al campanello ma non suono, mi siedo di nuovo e riprendo il telefono, la chiamo.

«Chris dove sei?»

«Sono fuori dalla tua porta».

«Ti apro».

«No, aspetta un secondo per favore».

«Hai cambiato idea?» mi dice delusa.

«No, ma devo dirti una cosa e non sono sicuro di riuscirci se ti ho davanti».

«Così mi spaventi».

«Quando sono partito da qui per tornare a casa ero convinto di avere una cotta pazzesca per te, mi sbagliavo, la mia non è una cotta, io… io ti amo… in un modo folle, meraviglioso, incredibile. Voglio rimanere qui con te, non ho nessuna intenzione di ritornare in Sicilia, voglio starti accanto ogni giorno… se ti dico queste cose dall’altra parte della porta è solo perché voglio lasciarti scegliere… io sono qui per te, ma se non provi la stessa cosa allora… non aprire, perché se lo farai non ti darò la possibilità di tornare indietro».

Rimane in silenzio ed ho il dubbio che abbia chiuso la chiamata o che per qualche motivo si sia interrotta ed io abbia aperto il mio cuore ad uno stupido telefono.

Ma poi la sento, mi sembra quasi di avvertire i battiti del suo cuore ed è folle anche solo pensarlo, ma la sento sulla mia pelle, anche attraverso la porta.

«Io ho avuto già la mia dose di dolore e non credo di poterne sopportare dell’altro. Sei sicuro di quello che provi? Perché se aprirò questa porta non mi fermerò».

«Allora aprila».

Sento lo scatto della serratura, la porta si apre e la vedo, è ancora più bella, lo è ogni volta.

Fa qualche passo indietro creando distanza tra me e lei e continua a scrutarmi.

«Non voglio farti soffrire, il mio è un per sempre» le dico.

«Non ci credo ai per sempre».

«…Allora sarò ogni giorno della tua vita».

«Mi piace ogni giorno della tua vita… e se poi mi stufo di te?» mi chiede con un sorrisetto malizioso.

«Vuol dire che cercherò di essere il più carino possibile per non farti annoiare, conosco dei trucchetti…» rispondo alla sua provocazione.

«Ah sì?» una luce le fa brillare lo sguardo «Non vedo l’ora di scoprirli» si morde il labbro inferiore storcendo la bocca, ma poi la sua espressione cambia e diventa seria.

«Chris, ti amo».

Mi corre incontro saltandomi addosso e sbattendo contro il mio petto e io penso che non esista sensazione più incredibile… minchia, la amo follemente, ma in questo momento niente è più grande del desiderio di averla, l’ho immaginato centinaia di volte in questi giorni.

 

Azzurra

 SMS di Federico: Hai fame?

Io: Perché?

Federico: questa è un’altra domanda, non una risposta.

Io: Ho una fame da lupo. Perché?

Mi squilla il telefono.

«Ti sto aspettando fuori. Hai finito di lavorare?»

«Non scherzavi quando dicevi che sapevi dove trovarmi».

«No, non scherzavo».

«Ho gli stessi abiti da stamattina, non credo di avere un buon odore».

«Invece io scommetto che hai un odore buonissimo».

Sento un formicolio al cuore e mi si stampa un sorriso sul volto che non riesco a nascondere, lo copro con una mano anche se non lo vedrà nessuno.

«Se vuoi possiamo passare per casa mia e farci una doccia insieme».

Non gli rispondo.

«Ho esagerato vero? Scusa».

Rimango in silenzio

«Ti ho chiesto scusa, per favore parlami».

«Sei venuto a prendermi con l’idea di portarmi a letto?»

«Mi mancava il tuo viso e avevo voglia di rivederlo e si, certo che vorrei portarti a letto, lo vorrei da quando mi hai chiesto come mi chiamavo per compilare la mia cartella clinica, ma dobbiamo volerlo in due e io non ho fretta. Ti prego scendi».

«Ok, dammi dieci minuti» dico dopo averci pensato un bel po'.

 

 Christian

 Vado a prenderla a lavoro con Tommy e Chloe. Loro rimangono in macchina, io scendo perché non riesco a stare fermo, cammino avanti e indietro e non mi pare vero che da un momento all’altro comparirà davanti a me.

La riconosco attraverso il vetro del portone, mi fermo e la seguo con gli occhi. Ha due pesanti borse sulle spalle che si trascina dietro, che la curvano sotto il loro carico. Esce fuori e si guarda intorno, cerca Tommaso. Non si aspetta di vedermi.

Sono immobile davanti a lei completamente paralizzato e non riesco a fare altro che guardarla. Minchia quanto è bella!

Solleva lo sguardo, mi vede ma passa oltre, poi torna su di me, mi riconosce e prima che riesca a muovermi si lancia tra le mie braccia.

Sento il suo corpo sbattermi addosso e la afferro perché non cada, perché non scappi, perché rimanga tra le mie braccia. Faccio un passo indietro per reggere in equilibrio me e lei insieme, sento le gambe molli.

Mi appoggio al cofano di una macchina, il suo viso nel mio collo, il mio nel suo. Non sento nient’altro che pace ed il suono dei nostri respiri.

C’è silenzio, il mio cuore sta battendo più veloce del solito o forse è il suo oppure si sono sincronizzati.

Sento odore di mandorla, è così familiare. Il cuore non brucia più ed il cervello ha smesso di emettere quel costante UUUHHH.

Minchia mi sembra di volare, sono così leggero. Dov’è finita la zavorra che mi trascino da quando sono andato via da qui? L’aria è fresca e profumata di te amore mio. È questo l’odore dell’aria? Non me lo ricordo più, è da tanto che ho smesso di respirare. Si può vivere in apnea? In medicina dicono di no e infatti il mio non è stato vivere, ma sopravvivere senza di te.

Sento il tuo corpo caldo stretto a me e non mi pare vero. Quante volte ti ho sognata? Desiderata? Il tuo odore mi fa ancora lo stesso effetto, mi sento eccitato come un adolescente ed emozionato come al primo appuntamento. Piccolina, ti amo esattamente come allora e minchia se mi sei mancata.

 Azzurra

 «A che ora hai l’aereo?»

Abbiamo trascorso ogni istante di questi due giorni insieme e sono volati.

«Alle 18.30».

«Allora ci rimangono solo sei ore e mezza».

«Sei pentita?» dice quasi sussurrando quelle parole e sento un peso opprimermi il petto.

«No!» scuoto forte la testa.

«Rimarrai con lui?»

«Christian per favore».

Siamo fuori casa, dal lato del giardino che dà sulla spiaggia, in un punto nascosto alla vista. Sono sicura che i ragazzi abbiano capito quello che c’è stato tra noi, in ogni caso non sono affari loro.

Siamo seduti a terra, sono tra le sue gambe.

«Sei stata con me solo per fargliela pagare? Sono stato solo un diversivo?» mi chiede ferito.

Si alza lasciandomi sola.

Mi arrabbio, mi sollevo e gli afferro entrambi i polsi. Sono sulle punte, perché mi guardi negli occhi.

«Smettila di fare lo stupido geloso» gli intimo «tu per me non sei un diversivo, TU SEI LA SCELTA, TU SEI L'AMORE, quello che mi ha sconvolto la vita, quello che rimane immutato nel mio cuore nonostante la lontananza, l’assenza e le promesse disattese. IO TI AMO E SARA' COSÌ OGNI GIORNO DELLA MIA VITA».

Mi stringe forte.

«Non so quanto tempo ci metterò, un mese, un anno o dieci ma ritornerò e io e te saremo insieme. Non mi importa con chi sarai o dove, io ti riavrò nella mia vita. Questa non è una promessa, è una certezza».

Rimango nel suo abbraccio. Come farò senza di lui? Dove troverò la forza di ricominciare?

Ci sediamo a terra, nella stessa posizione di prima. Mi stringe più forte, mi sposta i capelli da un lato e mi bacia il collo, alla base della nuca, sussurrandomi:

 

«Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio

o freccia di garofani che propagano il fuoco:

t’amo come si amano certe cose oscure,

segretamente, tra l’ombra e l’anima.

T’amo come la pianta che non fiorisce e reca

dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;

grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo

il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,

t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:

così ti amo perché non so amare altrimenti che così,

in questo modo in cui non sono e non sei,

così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,

così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno».

 

Non t'amo come se fossi rosa di sale

Pablo Neruda

 Durante questi due giorni la sua bocca mi ha baciata in ogni parte del mio corpo, eppure questo bacio leggero in quel punto del collo, tra le parole della poesia sussurrate, è il ricordo più tenero ed intimo che conserverò di lui.

Dalla cucina sentiamo a tutto volume Don’t cry dei Guns N’ Roses.

 

Christian

Sento le voci provenire dalla cucina. Sono sveglio già da una mezz’oretta, la musica si è diffusa in casa, decido di scendere, c’è un’aria strana, lo stereo suona Hey Sexy lady di Shaggy e vedo le ragazze iniziare a ballare ciondolando i fianchi e le tette mentre si muovono verso Yuri in modo provocante.

Quando mi siedo sullo sgabello in cucina, Sky è appoggiata alla sua schiena e struscia il sedere contro il suo, Tatiana e Chloe sono ai suoi lati e gli muovono le mani addosso. Yuri è divertito ed imbarazzato allo stesso tempo.

«Bene, ci sei anche tu» mi dice «sta attento a queste tre stronzette, perché sono mooolto pericolose».

Si allontana dal piano della cucina e si poggia sul tavolo, come se volesse scappare da quella morsa provocante.

«Ragazze smettetela» dice ridendo «vi avverto, per la vostra incolumità».

La mia piccolina ha un top rosa e dei leggings, sale sul tavolo davanti a me, muovendosi in modo sexy mentre cerca gattonando, di avvicinarsi a lui; è talmente sensuale che devo accavallare le gambe. Allungherei una mano e la trascinerei via portandomela in camera. La salivazione mi si sta azzerando ed il battito cardiaco accelera. Sento l’imbarazzo montarmi tra le gambe e mi muovo a disagio sullo sgabello.

Tatiana è dietro Yuri e gli si strofina sulla schiena muovendogli le mani sotto la maglietta, sul petto.

Chloe è impegnata a girare qualcosa sul fuoco ma raggiunge Sky sul tavolo, si mette in piedi e cominciano a ballare insieme, diventando sempre più provocanti, muovendo le mani lungo il corpo per enfatizzare ogni movimento con gesti lenti e sguardi ammiccanti.

Il comprensibile imbarazzo di Yuri è troppo divertente, quelle tre stronze devono averla studiata ad arte questa scenetta.

«Ok vi ho avvertite, adesso vi porto una alla volta in camera mia» minaccia.

Sale sul tavolo, afferra Chloe e gli si strofina addosso.

«E no cazzo Yuri, se ti devi strofinare su un culo fallo su quello di Tatiana».

Lei impallidisce.

«Scusa Tati, ma sicuramente ha più confidenza il tuo culo con quel coso piuttosto che il mio».

Sky ed io esplodiamo in una risata, lei è piegata sul tavolo e si tiene la pancia. Yuri la raggiunge e le si avvicina. Comincia a farle il solletico.

«E tu santarellina, pensi di cavartela così? Lo so che sei tu la macchinatrice di questa cosa, la pagherai, sarai la prima che mi porterò in camera».

Urla senza riuscire a smettere di ridere mentre lui la stringe sempre più forte.

«Non vuoi venire con me?»

«No, mai!»

Continua a farle il solletico. La lascia per un attimo.

«Non vuoi venire in camera con me?» le ripete minaccioso.

Lo vedo rivolgermi uno sguardo di intesa.

«Nooo» urla ancora una volta.

«Chris tu quante ne vuoi?»

Si gira verso Sky e la spinge per farla cadere dal tavolo.

Urla spaventata ma io l’afferro al volo, avendo intuito la mossa di Yuri e, avvicinandomi al suo orecchio sussurro: «Io voglio soltanto te».

Impallidisce, deve essersi spaventata. Sente le mie parole e si abbandona.

Le stringo le braccia attorno alla vita e lei attorno alle mie, rimane dentro l’abbraccio. Il mio cuore le batte forte contro la schiena e sento il suo sotto le mie mani strette attorno a lei.

Tutto si ferma, immagini, rumori, respiri, solo due cuori che battono forte e poi all'improvviso si allontana ed esce fuori. Rimango fermo a guardarla dalla vetrata.

Yuri ha afferrato Tatiana e la tiene ferma al tavolo, Chloe è tornata a cucinare qualcosa.

Raggiungo Sky.

«Stai bene?»

«Sì certo» risponde secca.

«Ti sei spaventata?»

«Un po', Yuri è proprio uno stupido».

«Però devi ammettere che siete state cattive».

Si volta verso di me sorridendo «Ma noi volevamo essere gentili» dice con un sorriso malizioso e la voce da gattina.

Rimango qualche istante in silenzio.

«È la prima volta che mi guardi».

«Come?»

«Da quando sono qui, è la prima volta che mi guardi».

«Non è vero».

«Mi rivolgi la parola solo se è necessario, cerchi di essere gentile ma non mi guardi mai negli occhi».

«Ti sbagli».

«Allora guardami» le afferro il volto con due mani «vorrei che prendessi consapevolezza della mia presenza in questa casa» si scosta.

«Credimi, ne sono più che consapevole».

«Smettila di trattarmi come un fantasma, di evitarmi, non sono qui per farti del male».

«Sei sicuro? Perché finisci sempre per farmene. Vedi l’ultima volta che hai combinato».

 Azzurra

Stasera siamo tornati quelli di una volta, tutti insieme. Ci tocchiamo, ci abbracciamo, come abbiamo sempre fatto prima che tutto accadesse, quando eravamo solo sei amici.

Mi allontano per andare a prendere qualcosa da bere al bar, ho la gola completamente secca.

Sono appoggiata al bancone attendendo il mio drink, un ragazzo molto carino si siede accanto, Relax (take it easy) di Mika suona a palla.

«Ti ho vista ballare in pista, sei la ragazza più carina di tutto il locale».

«Grazie» dico senza troppo interesse, sarà pure carino ma l’approccio è da schifo.

Mi porge la mano.

«Piacere io sono…»

«Banale… tu sei banale».

Christian compare alle spalle del tipo.

«Quando l’ho guardata per la prima volta, ho pensato di non aver mai visto un viso più bello, due occhi che sembrano pezzi di cielo, il suo sorriso ti mozza il fiato mentre le si arriccia quel nasino spruzzato di efelidi, che tu ovviamente non sai neanche cosa siano».

Dice quelle cose fissandomi negli occhi ed io sono ipnotizzata da lui.

«La sua voce è così dolce e sensuale, quando l’ascolti speri che ti parli per sempre, ti incanta, anche quando parla di atomi di carbonio» mi viene da ridere «non ti dico poi sentirla cantare, ma su quello è meglio sorvolare», abbasso gli occhi ricordandomi di quella fatidica notte.

«Non so se esistano donne più belle, forse sì, ma per me lei è perfetta. Potrei anche parlarti di qualche delizioso particolare del suo corpo ma, non credo serva, dato che tu non lo scoprirai mai».

«Chi cazzo sei tu?» chiede il tipo arrabbiato.

«Sono il suo ragazzo» risponde Christian con aria di scherno e sfida insieme.

«È il mio ragazzo» dico prima che l’aria si scaldi ulteriormente.

Afferro la mano che mi porge, guardo il tipo sollevando le spalle e mi lascio portare via.

«Che minchione chillu scimunito, ma che si creria di fa[1]

Mi viene da ridere.

«Mi diverte quando parli in palemmitano[2]» gli tocco il naso che adoro e lui si ritrae, «mi è mancato».

«Davvero?» mi guarda con quello sguardo intenso che mi mette sempre a disagio, ma al quale non so sfuggire.

Sono turbata, vorrei che le parole che ha rivolto al tipo fossero vere.

Mi afferra per la vita e mi stringe tra le braccia avvolgendomi completamente, mi regge la testa con la mano, le sue dita infilate tra i miei capelli.

«Ti prego resta un po’ qui… solo un po’» mi chiede con voce supplicante «mi è mancato così tanto averti stretta a me» ha una voce così sensuale.

Sento il ritmo del suo respiro. Gli stringo le braccia attorno alla vita e appoggio la testa al suo petto.

Anche a me è mancato tanto. Non provavo questo senso di pace da una vita, dall’ultima volta che siamo stati stretti in questo modo, due anni fa.

«Il tuo amico continua a guardarci poco convinto» sento che mi dice attraverso il suo petto «evidentemente non siamo sufficientemente convincenti».

Prima che me ne renda conto mi solleva il viso e si incolla alle mie labbra.

La sua grande mano intrecciata nei miei capelli, la bocca calda e carnosa si poggia sulla mia, la lingua morbida e sinuosa ed il suo sapore nelle mie labbra. Come ho potuto sopravvivere fino ad oggi senza i suoi baci, senza il calore di questa bocca incantevole, senza la stretta delle sue braccia, senza di lui, l’amore della mia vita?

Il bacio diviene sempre più intenso e desidero essere a casa nostra, nella sua stanza, nel letto dove abbiamo concepito Luna.

Qualcuno ci dà una spinta e ci separiamo. Ci guardiamo con intimità e nostalgia, anche se c’è un po’ di imbarazzo. Con la mia mano nella sua, ritorniamo dai nostri amici.

Riprendiamo a ballare e a divertirci, ma quello che è successo ha inevitabilmente cambiato le cose tra me e Christian.

Di una cosa sono ormai più che convinta, Christian deve sapere di Luna

 

Christian

 Si piega e mi trovo il suo fantastico sedere davanti al volto, si accorge della posizione e si volta chiedendomi scusa, nessun segno di intimo.

Mi alzo da terra allarmato.

«Perché non hai le mutande?»

«Cosa? Tu sei pazzo»

«Non hai le mutande» insisto.

«Non hai le mutande? Fammi vedere» dice Yuri dal divano mentre guarda la TV.

«Smettetela imbecilli».

«Perché non hai le mutande?» continuo a chiederle.

Mi prende per il bavero della camicia e mi trascina dall’altra parte della casa, si solleva il vestito fino alla vita e mi mostra un paio di brasiliane nere sottilissime, mi sento eccitato all’istante.

«Eccole le mutande, sei contento? E comunque non sono affari tuoi se le porto o no le mutande» dichiara avvicinando il suo viso al mio.

Non rispondo e rimango a fissarla negli occhi, minchia se sono affari miei, puoi giurarci che lo sono.

Il campanello suona e io mi precipito alla porta, voglio proprio vederlo questo fantomatico Davide.

Apro e mi trovo un tizio vestito di tutto punto che sorride, è più basso di me. E questo è Davide? Mi aspettavo chissà che. Capelli scuri lisci, dal taglio non recente che gli cadono sugli occhi, il volto non ha nulla di spiacevole ma neanche di attraente.

«Buona sera» dice con una voce fastidiosa guardando dietro le mie spalle «Azzurra sei bellissima» e quell’espressione da babbu[3] incantato. Che minchia hai da guardare?

Lei mi passa avanti scalzandomi come se fossi solo un ostacolo fastidioso.

«Buonasera Davide, andiamo?» è tutta un sorriso, che fastidio, ecco mi sta tornando il mal di stomaco.

«Torni tardi?» chiedo e lei mi guarda con espressione truce mentre io le faccio un sorriso beffardo.

«Non lo so, non credo che sia un problema, tu metti a letto Luna, oh guarda è già ora, dovresti andare»

«Sarebbe meglio che non facessi molto tardi, sai che se si sveglia di notte vuole te».

Guardo Davide e Sky fa lo stesso, ma continua ad inviarmi saette con i suoi bellissimi occhi sperando che prenda fuoco.

«Oh ciao Davide» dice Chloe che sopraggiunge alle mie spalle «che piacere vederti, hai già conosciuto il nostro amico Christian, praticamente è il nostro guardiano» gli dice facendogli l’occhiolino «vi auguro una fantastica serata» mi tira indietro e chiude la porta, l’ultima cosa che vedo è lo sguardo soddisfatto di Sky.

«Grazie Chlo mi hai fatto fare la figura dell’imbecille».

«Ci eri già riuscito perfettamente da solo, DEMENTE».



[1]        Quello scemo, ma cosa credeva di fare?

[2]        Palermitano

[3]     Babbo




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