Trama
C'è un motivo per cui vale la pena vedere la nuova serie thriller di Netflix "Untamed". Non è il suo protagonista Eric Bana, non è la trama dai risvolti gialli tipica di questo genere di racconto e non è neanche la regia che, va detto, non è male ma neanche brilla. Di cosa stiamo parlando? Tra un attimo ve lo sveliamo ma intanto ecco una piccola panoramica su questa, in teoria miniserie, ma che, a detta di Netflix stesso, avrà una seconda stagione, in arrivo, forse, nel 2026.
Iniziamo dalla storia. Kyle Turner è un agente speciale del National Park Service il cui lavoro è quello di far rispettare le leggi negli immensi spazi naturali degli Stati Uniti. Dopo un passato difficile che lo ha visto perdere suo figlio e allontanarsi da sua moglie Kyle cerca di sopravvivere affrontando ogni giorno un lutto che non è ancora riuscito a superare e lo fa tuffandosi a capofitto sul lavoro. Ma a sconvolgere la sua vita sarà un accadimento inaspettato, la morte apparentemente accidentale di una giovane ragazza caduta da un monte. Messo a capo dell'indagine e affiancato da una giovane nuova agente, Kyle sarà costretto non solo a scontrarsi con gli oscuri segreti all'interno del parco ma anche con tutte le ombre del suo passato.
Ma questa trama è abbastanza avvincente da incollarci allo schermo? Lo diciamo subito: no. Untamed, infatti, racconta una storia da classico thriller dalle sfumature crime. C'è un morto, c'è un'indagine, c'è un legame dietro la storia principale con le vite dei protagonisti, c'è qualche colpo di scena. Tutto secondo le regole ma la carta vincente di questa serie non è la sua trama che da sola, non ce la fa a tenere alta l'attenzione dello spettatore.
Ad aiutare una trama un po' debole c'è una buona performance del protagonista di questa storia che gli amanti del cinema e del piccolo schermo conoscono bene, Eric Bana ma anche lui da solo non ce la fa perché per dare una spinta a questo thriller serviva qualcosa in più, qualcosa di diverso dal solito gioco di segreti da svelare, colpi di scena, legami inaspettati e un passato a cui dare un senso. E questo qualcosa è l'ambientazione della storia, il vero asso nella manica di una serie che, senza di questa, non avrebbe fatto alcuna differenza.
La parte migliore di Untamed, infatti, è proprio lo sfondo scelto per la storia di Kyle, la location nella quale prende vita questa vicenda che è letteralmente spettacolare. E a dire il vero ce lo suggeriva già il titolo della serie, "Untamed", che letteralmente significa "indomito", "selvaggio", proprio come la natura che fa da sfondo alla sua storia.
Untamed, dopotutto, è girata all'interno del terzo parco nazionale più grande della California, un vero e proprio gioiellino naturalistico che regala panorami mozzafiato nei suoi 3 074 km² di superficie totale. Parliamo del Parco Nazionale di Yosemite, una zona protetta degli Stati Uniti che abbraccia parte dei monti della Sierra Nevada nella California orientale.
E l'unico vero motivo per cui ha davvero senso vedere "Untamed" su Netflix è proprio questo: la natura selvaggia delle inquadrature, i monti, le cascate, i cervi, i boschi, le valli incantate. Panorami letteralmente magici che incollano allo schermo molto più delle classiche città che fanno da sfondo ormai a quasi tutte le serie tv.
Qui, invece, la natura diventa la vera e propria protagonista di una serie che per quanto non spicchi per qualità di narrazione e sceneggiatura, fa la differenza perché ci mostra delle bellezze naturali che bucano letteralmente lo schermo. E anche solo per assorbire un po' di questa magia, di questo senso di pace, serenità e bellezza che solo la natura selvaggia sa regalare, date una chance ad "Untamed" su Netflix.
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
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