giovedì 7 agosto 2025

Recensione "Domani, domani", Francesca Giannone

 


Autrice: Francesca Giannone
Titolo: Domani, domani
Prezzo: 4,66 e-book 9,99
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Trama

Salento, 1959. Lorenzo e Agnese hanno perso tutto. E lo capiscono quando, con gli occhi tristi che si porta dietro da una vita, il padre annuncia di aver venduto il saponificio di famiglia, un’eredità che lui ha vissuto come una condanna. Per Lorenzo e Agnese, invece, quella fabbrica che il nonno ha creato dal nulla, che profuma di talco, di essenze floreali e di oli vegetali, e che occupa ogni loro pensiero, era la certezza di un presente sereno e la promessa di un futuro da tracciare insieme, uniti. Quindi l’idea di rimanere lì come semplici operai sotto un nuovo, arrogante padrone è devastante per entrambi. Lorenzo, orgoglioso e impulsivo, se ne va sbattendo la porta, col cuore colmo di rabbia e con un solo obiettivo: trovare i soldi necessari per riprendersi quello che è suo. Ma Agnese non lo segue: tanto risoluta se si tratta di formulare saponi quanto insicura quando le tocca abitare il mondo al di fuori del saponificio, dichiara: "Io resto dov’è casa mia". È una crepa profonda, apparentemente insanabile, quella che si apre tra fratello e sorella e li spingerà su strade opposte e imprevedibili. Perché vogliono la stessa cosa, Lorenzo e Agnese, almeno finché l'amore non li porterà di nuovo a un bivio. Ognuno dei due farà una scelta, tracciando un altro domani... Sarà per entrambi un domani senza rimpianti?

Questa è la storia della passione che prima unisce e poi divide un fratello e una sorella. Una storia che parla di decisioni prese ascoltando la mente o il cuore oppure tutti e due. Di quell'istante che può cambiare una vita intera. Ma anche di un'Italia che, incredula, sta scoprendo un improvviso benessere, che lavora alla catena di montaggio e poi canta con Mina e balla al ritmo del twist, giovane, creativa, impaziente...




Recensione

Fondamentale per la storia nonché per la famiglia Rizzo è il loro saponificio.

Fondatori nel 1920 e da allora sapienti saponieri, i Rizzo gestiscono la loro piccola ma 

fiorente a conduzione famigliare: forse i loro macchinari sono ancora antiquati, ma i 

risultati sono prodotti di grande qualità. E i loro operai sono fedeli ai Rizzo e lavorano volentieri 

per loro. 

Alla morte dei nonni, sono i nipoti Lorenzo e Agnese a badare davvero alla fabbrica, 

perché loro padre, Giuseppe, ha sempre mal sopportato quella professione che non 

aveva scelto per sé. Altri erano i suoi sogni, e invece si era trovato intrappolato dal volere 

paterno; così si spiegano le poche ore passate svogliatamente in fabbrica, il suo costante 

malessere o il disinteresse verso le sperimentazioni entusiaste di Lorenzo e 

Agnese. Disegnatore e pubblicitario dell'azienda lui, talentosa ricercatrice di essenze e 

di nuove ricette lei, i due fratelli sognano di portare avanti le invenzioni del nonno, come la 

saponetta al profumo di talco Marianne (chiamata così in onore della nonna), e di far 

parlare delle loro nuove creazioni. 

Così come sono decisi nel campo professionale, i giovanissimi protagonisti hanno le idee 

chiare anche nella loro vita privata: Lorenzo è innamorato di Angela, la quale, più bella di 

Brigitte Bardot, un giorno dovrà diventare sua moglie; Agnese invece è disinteressata 

all'amore, perché lei si trova a proprio agio solo e unicamente tra le mura del saponificio e 

non tra la gente. Ma la vita è fatta per sconvolgere le convinzioni, e così, anche quello che 

i fratelli dicono in spiaggia in una giornata come tante altre è destinato a restare una 

chiacchierata o poco più. 

Infatti, senza che i ragazzi possano avere voce in capitolo, Giuseppe decide di vendere 

il saponificio a un ricco imprenditore del settore, Colella, già proprietario di altre aziende

ben più grandi. I figli possono decidere solo cosa fare del proprio futuro: o andarsene con 

una parte della rendita o restare a lavorare lì, passando però dall'essere i figli del 

proprietario a semplici operai. Benché entrambi soffrano immensamente, le risposte 

sono diverse: Lorenzo, irremovibile, reagisce malamente e decide istintivamente di 

andarsene dalla fabbrica e addirittura dalla casa paterna; Agnese, invece, non riesce a 

vedersi lontana da lì e cede, accettando di lavorare per Colella. Questo per Lorenzo è un vero 

e proprio tradimento e da tale evento, premessa a quanto leggeremo poi in Domani, domani

la famiglia si spezza

È il 1959 quando la strada dei due fratelli si biforca, e noi lettori seguiamo ora le vicende di

Lorenzo, che si allontanerà e andrà a Lecce, ora la vita ad Araglie di Agnese, che sarà 

costretta a rivedere le sue convinzioni sull'amore, grazie a un incontro decisamente 

inatteso. Lorenzo è animato dall'imperativo di trovare fondi a sufficienza per ricomprare il 

saponificio, a qualsiasi costo, mentre Agnese cerca di farlo ragionare sulla possibilità di unire

le forze e lavorare per aprire un nuovo posto tutto loro, un domani, portando con sé le ricette 

dei saponi inventate dai nonni. Agnese è più realistica, forse, ma la determinazione di Lorenzo 

è forte al pari della sua cocciutaggine,  che lo porta a escludere persino sua sorella. 

E noi lettori ci troviamo effettivamente a  chiederci cosa potrebbe far rincontrare i fratelli o 

cosa potrebbe cambiare le cose, perché alcune scelte lungo il percorso dei due potrebbero 

allontanarli ulteriormente.

Se questa è la vicenda principale, che ci viene raccontata in modo molto lineare, 

accompagnandoci per mano nelle vite dei personaggi fino al 1960, attorno ad Agnese e a 

Lorenzo c'è un mondo: quello della politica, della storia e del boom economico, ma anche 

dell'arte, della musica e della cinematografia dell'epoca. La ricostruzione da parte 

dell'autrice è appassionata e fedele: così come possiamo leggere Domani, domani 

ascoltando i successi che suonano alla radio allora, se siamo appassionati di film quanto 

Lorenzo non mancheremo di riconoscere il suo stupore nel vedere al cinema questa o 

quella pellicola indimenticabile. 

Stupisce, ancora una volta, la semplicità con cui Francesca Giannone riesce a 

inserire all'interno del romanzo tematiche che offrono riflessioni più profonde nei lettori. 

In primis, pensiamo a come il luogo di lavoro possa essere un luogo-rifugio (come per Agnese)

o trasformarsi in una prigione (come per Giuseppe). Scopriamo un'altra prigione, ovvero 

quanto per un personaggio come Lorenzo la vendetta faccia perdere di vista qualsiasi altro 

valore e le altre persone a lui care. Troviamo, inoltre, donne che compiono scelte molto diverse: la madre di Agnese e Lorenzo, Salvatora, è accudente e sostiene il marito anche nelle avversità, spesso 

difendendolo dai figli stessi; Teresa, amica di Agnese, è l'esempio di una giovane figlia 

d'operai che cerca un riscatto sociale per la sua famiglia attraverso lo studio; Angela, donna 

innamorata e fedele, non intende smettere di lavorare, benché Lorenzo si mostri più volte 

geloso; e infine la piccola Agnese è un talento a tutti gli effetti e questo la porterà a porsi 

importanti domande sul suo futuro. 

Cosa aspetta i protagonisti nel loro domani? Ci sono quasi quattrocento pagine 

piene di essenze profumate, intuizioni potenzialmente geniali, ambizioni e desideri di rivalsa, 

tra colpi di scena a dir poco inattesi, che ritmano una storia famigliare a tratti dolcissima 

e altrove amara, in cui le scelte individuali vedono vacillare persino la convinzione suprema:

 esserci per chi amiamo.


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3




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