giovedì 7 luglio 2022

Blogtour "Un amore incancellabile", Daniela Tess

 


Buongiorno, oggi partecipo al blogtour della serie "Un amore incancellabile" di Daniela Tess; ringrazio Emy Rose del blog sognareleggiesogna per avermi coinvolta


Periodo storico-politica

Un amore incancellabile è ambientato subito dopo il 1830, quindi tra l’era georgiana e quella vittoriana che inizierà nel 1837.

Nel 1830, re Giorgio IV, quello dell’epoca regency per intenderci, muore e l’erede sarà il fratello minore Guglielmo, che ascenderà al trono con il nome di Guglielmo IV. A differenza del fratello, Guglielmo amava passeggiare per Londra, ascoltare il popolo, guadagnandosi così la stima del Paese.  Quando morì, non avendo eredi legittimi, gli succedette sua nipote, Vittoria. Inizierà così l’epoca di una grandissima regina, che durerà fino al 1901.

Dopo l'ascesa al trono Guglielmo IV non si dimenticò dei propri figli illegittimi e li creò conti e contesse di Munster, anche se essi non poterono mai essere legittimati per non rovinare la sua immagine pubblica. A questo fatto mi sono ispirata per la conclusione delle vicende di una mia eroina che verso la fine troverà la felicità. A voi scoprire chi è e cosa le succederà.

 

L’epoca di Guglielmo IV è un’epoca meno conosciuta, stretta com’è tra quella regency e quella vittoriana, ma di certo ci furono delle riforme importanti come il Reform Act, che modificò il sistema elettorale; sotto di lui si normalizzarono i rapporti con l’America mentre, conscio dell’importanza del Canale di Suez, ebbe ottimi rapporti con l’Egitto.


Abiti:

 

All’inizio del 1800 le donne hanno avuto, dalla rivoluzione francese, la possibilità di avere maggior libertà anche nel vestiario, più comodo, semplice, senza “gabbie”. Questa moda però durò pochissimo, ben presto infatti i fluidi abiti impero o Regency sono sostituiti da una moda più tradizionale con corsetti, grandi maniche e sottogonne. Ci vorrà l’inizio del Novecento per una vera e propria rivoluzione nell’abbigliamento della donna e nell’acquisizione di importanti diritti.

L’abito Regency quindi è fluente, morbido, non segna le forme, ma ha la vita alta. Sono questi gli anni dello stile impero.

Nel secondo decennio dell’Ottocento continua a confermarsi lo stile impero ma le forme delle gonne sono lineari, il punto vita alto e le scollature si fanno più generose.

Negli anni trenta iniziano ad aumentare di volume gonne e maniche. Le scollature sono rotonde, i colori vivaci.

Negli anni '40 e '50 del 1800, gli abiti femminili hanno maniche ampie e voluminose. I vestiti sono semplici e di colori pallidi, incorporati da decorazioni floreali realistiche. Corsettosottogonna e camicie sono indossati sotto agli abiti. 

E per gli uomini?

Negli anni 40 del 1800 gli uomini indossano lunghi cappotti aderenti, oppure gilet e giubbotti. I giubbotti sono a singolo o a doppio petto, con il fazzoletto o con il collo rivoltato. Le camicie sono fatte di lino o di cotone. I pantaloni hanno la zip frontale, mentre i calzoni sono utilizzati per funzioni più formali e quando si va a cavallo. Gli uomini indossano cappelli a cilindro a larghe falde nelle giornate di sole.

 Un amore proibito e poi…

La prima trilogia di Daniela Tess è ambientata in epoca regency e narra l’amore proibito tra Alyce, figlia diun conte e Lucas, uno stalliere. In un Amore incancellabile, invece, si narrano le vicende di Eve e Simon, figli di Alyce e Lucas. Ovviamente torneranno molti protagonisti della prima trilogia: la coppia principale, che sarà presente per sostenere i suoi discendenti nelle difficoltà; conosceremo i duchi di Tresham nella veste di genitori severi, apprensivi, ma anche accoglienti; ci saranno ostacoli, conflitti familiari, incomprensioni ma emergerà sempre il grande amore dei membri della famiglia, il senso profondo di unione che li caratterizza. Alyce è la chioccia, la mamma dolce, la donna forte e determinata e non più  la  ragazzina ribelle che voleva scappare per amore. Non ha perso generosità né calore umano. Sarà la roccia a cui si aggrapperanno i suoi figli e suo marito Lucas. Anche lui è molto maturato, non solo anagraficamente, ora è meno cupo, ma molto più sereno, è sceso a patti con il passato, ama la moglie immensamente ed è a lei che rivela i suoi veri sentimenti. Finalmente lo vedremo aprirsi e dichiarare il suo amore anche ai figli. Sarà determinante, così come Alyce, per risolvere alcuni dei loro problemi. Bellissimo il rapporto tra Eve e Lucas, simili nell’amore per la musica, orgogliosi e testardi. Conflittuale e affascinante il rapporto tra il duca e l’erede Simon, da cui l’uomo pretende molto, forse troppo, ma che ama immensamente e che difenderà e aiuterà fino alla fine. A lui lascerà le redini della famiglia e pian piano si farà sostituire in Parlamento, del figlio accoglierà molte proposte da portare ai Pari del regno e sarà orgoglioso dell’onestà, dell’intelligenza e dell’acume del suo erede. Se all’inizio padre e figlio sembreranno molto simili, presto risolveranno i dissidi e i conflitti in nome del grande affetto che li lega e che li porterà a fidarsi e a stimarsi l’uno con l’altro. Torneranno anche Arianne e Adrian e forse le lettrici  potrebbero restare scioccate dall’evoluzione del loro rapporto e da un colpo di scena che li riguarderà ma alla fine questo renderà solo più solido un amore ormai ventennale. Anche di Arianne e Adrian conosceremo i figli, in particolare Emily, che molto ricorda la madre nell’indole ribelle e indipendente. Anche lei si innamorerà di un libertino ma le similitudini finiscono qui, le due storie saranno profondamente diverse.  Infine nella seconda trilogia tornerà Marius, il più caro amico di Lucas, e conosceremo suo figlio George, che si innamorerà di Eve e sarà un antagonista di Richard per la conquista del cuore della ragazza. Infine, alla fine di Rinascita, avremo notizie di Philip, enigmatico fratello di Alyce, villain della prima trilogia, che tornerà in un romanzo tutto suo e che da antagonista diverrà protagonista. Sarà capace di farsi amare tanto quanto si è fatto odiare? Ai lettori l’ardua sentenza. Le due trilogie sono intrecciate ma possono essere lette indipendentemente l’una dall’altra. Ovviamente per gustare meglio certi colpi di scena se ne consiglia la lettura in ordine cronologico.


 Lucas e Alyce

Adrian e Arianne

 

 Philip, fratello di Alyce

 

Estratto


Eve, amore mio, finalmente ti ho ritrovato…


Lei era pallida da far paura, sembrava aver visto un fantasma e forse era davvero così. Richard era in piedi, di fronte e la guardava, l’adorava con lo sguardo, come avrebbe voluto fare con le parole e con il corpo, con l’anima e il cuore, con tutto se stesso. Era bellissima, ancora di più; aveva una luce, un’aura, non riusciva a capire cosa fosse. Certo era che non la vedeva sciupata come aveva temuto, forse solo un po’ pallida ma incantevole. Dovette stringere le mani a pugno per impedirsi di stringerla tra le braccia. Ma proprio mentre stava per parlarle, si accorse che qualcosa non andava. Il suo pallore, la sorpresa, non erano spariti. Vide la sua apparente serenità infrangersi e andare in mille pezzi. Aveva il respiro affannoso e il volto era diventato cinereo. Con le mani prima annaspò, come se le volesse mettere tra di loro, come se volesse usarle contro di lui. Poi, però, inspiegabilmente se le posò sui fianchi, sul ventre nascosto dal cappotto e cominciò a dondolarsi come una bambina mentre tra calde, grosse lacrime ansimava quelle parole: «Tu… no, non è possibile, non è vero, non puoi». 

Lui la guardò, ora leggermente preoccupato. Gli sembrava che impallidisse sempre di più, se ciò era possibile. «Sì, invece, sono io, sono qui per te, per riportarti a casa». Ma proprio mentre diceva quelle parole, nudo, vulnerabile, proprio mentre faceva parlare il suo cuore senza freni, senza difese, lei reagì in un modo inaspettato e sconvolgente. Non riuscì a terminare la sua appassionata dichiarazione perché la giovane donna si afflosciò a terra come una bambola spezzata, priva di vita e di ogni volontà. Fu lesto a reagire; si precipitò da lei appena in tempo per evitare che rovinasse a terra, completamente. L’afferrò per le braccia e la sostenne. «Dio Eve, cosa succede? Non fare così. Sembra che tu abbia visto un fantasma. Perdonami, non volevo causarti un trauma, non vorrei mai che ti accadesse qualcosa. Vieni amore, appoggiati a me. Siediti!». Ma proprio mentre stava per depositarla su una poltrona, proprio mentre le lasciava le braccia per afferrarla alla vita fu lui a rimanere scioccato. Stava godendo della sensazione di quel corpo fragile, delicato, tra le sue mani. La toccava come se ne avesse tutti i diritti ma nel contempo la sfiorava con rispetto e venerazione. Sapeva che non doveva forzare le cose: doveva farle capire quanto amore provasse, quanto amore avesse nel suo cuore. Voleva chiederle perdono e farle capire quanto la considerasse preziosa, unica, insostituibile. Ma mentre l’afferrava alla vita si accorse che quel corpo stupendo che conosceva benissimo, per averlo amato, percorso, baciato innumerevoli volte nella loro unica notte d’amore, improvvisamente gli era sconosciuto. Non poteva essere Eve quella che nascondeva un dolce segreto sotto quel cappotto logoro e informe. Era andato per sfiorare, accarezzare e aveva sentito qualcosa di diverso: non più la vita sottile, i fianchi leggermente arrotondati, il ventre piatto. Quello stesso ventre, era ora arrotondato, pieno, riempito dal seme della vita, dal seme di un uomo.

Un uomo che non poteva essere lui, concluse, con lo sguardo che, per ironia del destino, aveva già trovato la terribile risposta nelle mani bianche, affusolate di lei dove, all’anulare, splendeva una piccola, sottile vera d’oro. Non era la sua, non era quella del loro finto matrimonio, era diversa. Eve era diversa. La terribile verità lo schiaffeggiò in pieno viso; era di un altro, aspettava irrimediabilmente il figlio di un altro. La lasciò, subito, non appena fu certo che fosse seduta, come se scottasse, come se non sopportasse più di tenerla tra le sue braccia, come se quel contatto che aveva anelato giorno e notte per dei lunghi mesi, ora lo ripugnasse ed era così anche per lei. Non era felice di vederlo, era quasi svenuta; aveva avuto un malore, non appena si era resa conto di chi fosse il suo visitatore. Ora piangeva, senza freni. Si era irrigidita e divincolata quando lui le aveva sfiorato la vita e ora lo guardava tra le lacrime con sguardo duro, colmo di odio. Uno sguardo che voleva ferire, che lo sfidava a dire qualcosa, a criticarla. La fissò di rimando con la stessa durezza, con la stessa voglia di combatterla, di farle del male, come sentiva che lei stava facendo con lui. 

«Che sorpresa, non me l’aspettavo proprio». Fu lui il primo a parlare, man mano che prendeva coscienza di quello che aveva davanti e che diveniva consapevole di quanto vuota fosse ormai la sua vita e priva di scopo. Ebbe una gran voglia di distruggere tutto, anche Eve, soprattutto lei perché stava distruggendo lui.
«E così, cara Eve, non siamo più da sole. Stupido io che mi sono preoccupato per tutti questi mesi che fossi in pericolo, spaventata. Che idiota sono stato! Non solo stai benissimo ma vedo che hai usato le tue notevoli doti per trovarti un protettore. Complimenti, mi hai giocato. Non me lo aspettavo proprio, potevi dirmelo subito. Mi sarei risparmiato di fare la figura dell’idiota». 

Lei reagì immediatamente, come lui voleva. Aveva voglia di ferirla, di ucciderle l’anima così come sentiva che stava morendo la sua. «Come ti permetti? Non ti ho chiesto io di venire qui. Non mi aspettavo certo di vederti. So cavarmela da sola; e se proprio vuoi saperlo…» Di colpo Eve si interruppe. Che pazza era! Stava per rivelargli che era sposata da appena un mese ma così gli avrebbe fatto capire che il bambino non era di suo marito. In quel momento benedì il suo ventre piccolo che sembrava di pochi mesi. Lui non doveva capire. Si era rifatta una vita e pensava che non avrebbe più fatto parte della sua. Pensava di averlo dimenticato, almeno in parte, di aver seppellito i sogni che lo riguardavano e quelle stupide illusioni ma le era bastato rivederlo per capire che dentro di lei, in un angolo buio, profondo, lei era sempre la solita Eve e che reagiva a lui nello stesso identico modo in cui lo faceva nel passato. Solo che ora era diventata brava a camuffare, a non rivelare. Lui non avrebbe mai dovuto scoprire cosa in realtà provasse, che quel figlio che cresceva nel suo grembo fosse suo e che non avrebbe potuto mai essere di nessun altro. Non doveva sospettare quale arma avesse ancora contro di lei ma doveva sparire dalla sua vita per sempre e non tornare più. Non sarebbe sopravvissuta di nuovo a Richard. Ora non era sola, aveva un figlio a cui pensare, da proteggere, da preservare dalla sua follia.

Fu il pensiero di quel bambino a darle la forza. Avrebbe combattuto per suo figlio, anche se significava mentire, ingannare, distruggere la sua volontà e i suoi desideri, calpestare il suo stupido cuore. «Voglio che tu te ne vada, subito. Non voglio vederti più e non voglio che mio marito ti trovi qui». 

Lui aveva un aspetto terribile, sembrava furioso e nel contempo profondamente triste. Eve non lo aveva mai visto così. 

«Già, tuo marito. Devo farti gli auguri, allora? Non aspettarti che sia felice per te, felice che tu sia stata così svelta a dimenticarmi. Evidentemente sei stata una brava attrice». 






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