giovedì 7 marzo 2019

Recensione "La figlia del capitano", Aleksandr Puskin

Autore: Aleksandr Puskin
Titolo: La figlia del capitano
Prezzo: cartaceo 7,50


Link d'acquisto: QUI













La fortezza di Belogorsk si trovava a quaranta verste da Orenburg. La strada andava per la scoscesa ripa del Jaik. Il fiume non era ancora gelato, e le sue plumbee onde nereggiavano tristemente tra le uniformi rive, coperte di bianca neve.




Trama
Un padre severo, un figlio ribelle spedito a prestare il servizio militare all'avamposto di Belogorsk, un bandito, una giovane donna contesa. Sullo sfondo di una Russia attraversata dalla rivolta cosacca di Pugacëv, tra duelli, scontri e prigionie, Aleksandr Puskin narra il contrastato amore tra due giovani, il nobile Grinëv e la dolce Masa, che per coronare il loro sogno dovranno superare innumerevoli traversie. Ultima prova letteraria di Puskin, "La figlia del capitano" fonde magistralmente le vicende dei protagonisti con la Storia, in un romanzo che si legge come un'"antica fiaba russa".



"Tal sia, mettiti or dunque in positura.
Vedrai com'io trapasserò la tua figura"


Recensione

Buongiorno a tutti e bentornati sul blog con la recensione di "La figlia del capitano" di Aleksandr Puskin. Questo romanzo è breve ma intenso, tiene il lettore incollato alle pagine; sullo sfondo la rivolta Russa, al centro la storia di  Grinëv e la dolce Masa che pur di stare insieme ne passano di tutti i colori. Puskin dipinge una delicata ed incantevole storia d’amore capace di resistere ad ogni ingiustizia, sopruso, peripezia gli si pari davanti e di trionfare sul male imposto dagli uomini e perfino su un destino sempre pronto a mettere il bastone fra le ruote. Tra le mura della fortezza di Belogorsk nasce e si alimenta di giorno in giorno un tenero sentimento tra Maria Ivanovna, figlia del comandante del suddetto reggimento, e il giovane alfiere di nobili origini Petr Andreevic. Il loro legame, tanto forte ed intenso, deve sin da subito fronteggiare le più disparate difficoltà, dalla timidezza di entrambi all’opposizione dei genitori di lui, fino alle insidie del subdolo Svabrin, commilitone di Petr Andreevic, anch’egli innamorato della bella Mascia. Ma ciò che deciderà le sorti dei due in modo definitivo, è la presa della fortezza, da parte di Pugacëv, un uomo che ha conosciuto il nostro protagonista maschile tempo addietro.
La storia parte lenta, ma si riprende a metà, fossi in voi proverei a leggerla, male di certo non vi farà! L'amore tra i protagonisti nasce piano piano, come si conviene all'amore vero; vi faranno un po' penare, ma ne varrà la pena!
Non vi dirò altro per evitare spoiler. (e dire che non volevo leggerlo sto libro, ma per fortuna ho cambiato idea). 


La mia valutazione
5



Alla prossima
Luce <3





"L'amoroso pensieri distruggendo,
io mi sforzo la bella scordare,
Ed ahimè, sì da Masa fuggendo,
Penso allor libertà ritrovare!
Ma quegli occhi che fermi prigione
Ogni istante dinnanzi mi stanno;
Han turbato in me la ragione,
La mia pace infranto essi hanno.
Tu, saputo del reo mio duolo,
Pietà, Masa, tu abbi di me,
Me vedendo in sì barbaro suolo,
E che in ceppi fui messo da te."

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