giovedì 8 febbraio 2024

Recensione "Venere cuori di metallo - resilienza", Aurora Ballarin

Titolo: VENERE
Sottotitolo: CUORI DI METALLO - RESILIENZA
Autore: Aurora Ballarin
Editore: Lifechain (Pubme)
Disponibilità: Ebook - Cartaceo - Kindle Unlimited
Prezzo: 0,99€ (lancio) - 2,99€ - Cartaceo nd.
Genere: ROMANCE | NEW ADULT | COLLEGE ROMANCE
Tropes: slow burn - second chance

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Un rumore basso, ma continuo.
Passi che si susseguono l'uno dopo l'altro a intervalli irregolari, ma sempre
più vicini.
«Venere, bambolina mia…»
chiudo gli occhi e inspiro a fondo, l'odore di alcool e sporco mi colpisce il
naso con forza.
Sapevo chi ci fosse alle mie spalle ancora prima che proferisse parola.
Afferro con forza lo strofinaccio che, fino ad un secondo fa, stavo usando
per lucidare le stoviglie; mi manca l'aria ma so di non poter tacere.
«D-dimmi, papà» sento la gola secca e non riesco a voltarmi. Ma tanto non
serve che lo faccia io, perché è lui a forzarmi.
La sua mano è sulla mia spalla pochi attimi dopo e mi tira, costringendomi
a stare faccia a faccia con lui. Con il mostro.
Con la punizione per il mio peccato.
Lo guardo negli occhi, ha bevuto eppure so che è tanto lucido da capire
cosa vuole fare.
In quelle pupille scure leggo tutto il suo odio e la determinazione, ma anche
la lussuria.
«S-sì, papà» ripeto. Il primo schiaffo arriva subito dopo, quando ancora sto
parlando, e colpisce non solo la guancia ma anche parte del collo. È un
colpo forte, dato con l'intenzione di fare del male… e lo fa.
«Ahia!» esclamo. Vorrei non averlo fatto, non dimostrargli sempre la mia
debolezza, il terrore, ma è difficile.
Non gli chiedo nemmeno perché mi abbia schiaffeggiato, lo so già.
«Non lamentarti, quello che provi è sempre un centesimo di ciò che ha
sperimentato tua madre quando sei nata» mi afferra il collo con la stessa
mano che mi ha colpito e prende a stringere, poi si avvicina ancora
«Quando l'hai uccisa»
Chiudo gli occhi. Perché lo ripete sempre?

Sinossi
Venere ha solo diciotto anni; diciotto anni di abusi e umiliazioni. La sola fonte di luce in quel
buio è suo fratello Micheal, l’unico che le abbia fatto conoscere l’affetto e regalato un po’ di
pace. Ma vivere in un piccolo centro abitato significa essere esposti costantemente al
giudizio della gente.
Gente che le ha fatto perdere ogni interesse per l’amore.
Perché l’amore fa male.
L’amore è violenza… non c’è nient’altro in quel sentimento. Nulla per cui valga la pena di
lottare.
Questo è ciò che si è ripetuta per tutta la vita, fino a quando non ha incontrato lui...
Adam ha diciannove anni, ciuffo rosso e bellezza da mozzare il fiato. Adam è sfacciato e
ironico, ma anche così dolce da scalfire il muro di ghiaccio che Venere ha costruito intorno al
suo cuore. Perdersi in quegli occhi chiari può essere rischioso, ma forse anche l’unica
speranza. Lui sembra capire ogni emozione e pensiero che le passa per la testa in un modo
che le è incomprensibile, ma consegnargli il suo cuore potrebbe rovinare entrambi.
Due esistenze infrante. Due cuori di metallo forgiati dal dolore e dalle perdite.
Venere riuscirà a riemergere dalle tenebre, oppure affogherà per sempre nell'abisso dei suoi
incubi?


La porta dell'aula si apre di scatto e riaccende la mia attenzione.

Vedo un ragazzo sulla porta. Se ne resta immobile, con uno zaino un po' liso

posato su una sola spalla.

È alto, molto più di me, ma a occhio e croce un po' meno di Selene.

Da qui — nonostante sia in fondo alla classe, dunque abbastanza lontano —

sembra piuttosto carino.

Non riesco a vedere il colore dei suoi occhi, ma quello dei capelli sì.

Sono di un bel rosso rame.

Noto che ha il fiatone, credo abbia corso per arrivare in classe. Chissà, forse

pensava di fare in tempo.

«M-mi scusi per il ritardo» prende un profondo respiro «Sono il nuovo

studente» aggiunge e si avvicina alla cattedra.

Recensione

Oggi vi parlo di questo nuovo romanzo di Aurora Ballarin, di cui, lo ammetto, non ho mai letto niente; ringrazio la casa editrice per la copia digitale.

Venere e Adam, due anime che hanno vissuto gli stessi orrori, ma in modi diversi; lei fin da piccola, e lo scopriamo subito, abusata dal padre e non solo; lui, che conosce queste cose, che ha vissuto sulla pelle cose che i figli non dovrebbero MAI subire. Adam arriva dall'Italia, a New York, dove, una volta a scuola, sente una voce armoniosa, che lo colpisce da subito; personaggi secondari, ma comunque fondamentali, sono Michael, fratello di Venere, e Claire, la cugina di Adam.

I protagonisti si avvicinano, accomunati da ciò che ha fatto loro male, anche se a un certo punto Adam si allontana, per evitare di fare del male a Venere, ma la verità è che non ci riuscirà affatto a starle lontano, e che, la presenza della ragazza, unita a quella della cugina nella sua vita, serviranno ad Adam per capire definitivamente che LUI E' LUI, e NON suo padre.

Un giorno però, quando Adam e Venere sono ben più che vicini, succede qualcosa che manda la loro felicità a farsi friggere, almeno così pare... E inizia la caccia, da parte di Michael e Adam per salvare Venere, che però porta Adam a guai seri. 

Riuscirà a salvarsi il protagonista maschile? Riusciranno i due a guadagnarsi la giusta vita che gli spetta, dopo gli incubi che sono state le loro vite? E Michael, insieme a Claire, riuscirà anche lui ad avere la felicità che merita?

Scoprirete tutto questo solo leggendo il romanzo, io preferisco non dirvi altro. :P


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3


«Con Cordey...»

Non faccio nemmeno in tempo a dire il suo nome che la stretta si fa più

ferrea.

«Venere…» riprendo a parlare e chiude gli occhi per un attimo «Cosa ti

stava facendo? Perché sei scappata così?»

Scuote il capo senza dire nulla, ma cerco di forzarla perché è giusto così.

Perché non può tenerselo dentro.

«Non hai motivo per nasconderti» aggiungo, ma riesce a tapparmi la bocca

con poche parole.

«Non ho motivo per dirtelo» mi risponde senza guardarmi «E tu non lo hai

per credermi» abbassa ancora di più la testa, tanto da fissare le sneakers

bianche che indossa «Nessuno lo fa…»

«Nessuno fa cosa?»

«Credermi» confessa a mezza voce, un gesto che conosco bene. Così come

ciò che dice, quelle parole che a me fanno più male di quanto possa

immaginare.

«Lascia che sia io a decidere se crederti o no. Non farlo tu per me, Venere»

e le alzo la testa così da poterla guardare negli occhi.

In quelle iridi così strane e profonde che ora sono in parte coperte da

lacrime a stretto trattenute.

Venere

«Lascia che sia io a decidere se crederti o no. Non farlo tu per me, Venere.»

Gli occhi di Adam sono nei miei, e mi guardano con una tale insistenza

che mi è difficile mantenere un contatto con loro. Eppure la mano che tiene

il mento mi impedisce di scappare, di rifugiarmi in qualche modo.

«N-non è semplice.»

Vedo un sorriso aprirsi sul suo volto. Ma è un'espressione dolce e triste che

non so interpretare.

«Lo so, Venere.»

Lo sa. Ma cosa sa?

Dannazione, cosa può sapere di me e di quello che vivo ogni singolo giorno

della mia dannata vita?

Nonostante mi ponga queste domande, l'intuito urla qualcosa. Grida di

fidarmi, di provare a parlarne.

Ma come posso ascoltarlo? Insomma, conosco Adam da meno di

ventiquattrore. Anche se ho parlato molto con lui — o per meglio dire mi ha

un po' costretto a farlo — non so davvero chi ho davanti.

Eppure…

Eppure dannazione, la tentazione di dirgli tutto è così forte.

«Cordey ti ha mai fatto del male?» mentre lo chiede allunga la mano libera

alla guancia che il professore ha colpito solo una manciata di ore fa «E non

mi riferisco a questo» aggiunge con il chiaro riferimento allo schiaffo.

Non so dire perché, eppure mentre parla avverto rabbia nelle sue parole.

Anche se mi osserva con uno sguardo dolce, quasi accorto, non può

sfuggirmi il tono fermo e nemmeno la tensione dei muscoli del collo.

Scuoto rapida il capo «N-no» mento in modo spudorato anche se lui mi ha

dato l'occasione di dire la verità. Di urlare quello che si ripete da anni.

Ma sono così abituata a mentire, a nascondere ciò che accade perfino a me

stessa, che non vedo altre vie d'uscita oltre la menzogna «Non è mai

successo mai nulla.»

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