sabato 22 giugno 2019

Recensione "Autopsia di un'emozione", Ilaria Caserini

Autrice: Ilaria Caserini
Titolo: Autopsia di un'emozione
Prezzo: cartaceo 15,00   e-book 2,99

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«Bisturi!»
Con mano ferma, ma labbro inferiore tremante, mi accingo a
praticare la mia prima, e forse unica, incisione a y. Decisa
nell’intento, ma vacillante nello spirito, non sono del tutto sicura
di quale sarà il risultato di un così delicato e complesso intervento.
Ma lo voglio fare, su questo non ho il minimo dubbio


Trama
“La depressione è una condizione raccapricciante, un malessere che ti priva di ogni cosa. Ti sembra di non riuscire più a vivere, hai la mente e il cuore paralizzati dal tuo disagio e nei rari momenti in cui riesci a provare ancora qualcosa è solo perché ti senti morire”. La depressione è definita il “male del secolo” anche se, in realtà, è una piaga che non ha tempo, non ha età. Ha colpito Egidio, giovane uomo che negli anni cinquanta si è ritrovato rinchiuso in manicomio per “Incapacità di condurre una vita normale” e ha colpito Anna, brillante trentacinquenne che nel nuovo millennio è sprofondata in un abisso profondissimo rischiando di non risalire più. Due storie che corrono parallele, distanti nel tempo, ma vicine nel significato e nell’epilogo che infonde speranza e sprona a non arrendersi mai, nonostante il dolore, nonostante il buio che sembra non volersi dissolvere mai.




Ero partita col piede sbagliato, non era questo che intendeva
Gianluca quando, qualche giorno prima, mi aveva proposto di ricominciare
a tenere una sorta di diario.
«Ricorda che siamo buio e luce, tutti, nessuno escluso; siamo
un abbraccio intricato e affascinante di punti deboli e punti di forza.
Nulla è inutile, nulla è sbagliato, tutto serve.»


Recensione



Buongiorno e bentornati sul blog con una nuova recensione, la prima di quelle che mi sono state chieste dalla collana "Policromia".
Autopsia di un'emozione tratta di un argomento delicatissimo quale è la depressione; Ilaria ci parla di due personaggi totalmente differenti, Egidio diventato emarginato, finito in manicomio perché dichiarato "incapace di condurre una vita normale", e Anna, una trentacinquenne che è caduta in depressione a causa dell'amore; due spiriti differenti, ma entrambi combattenti, che sono usciti dalla depressione con l'aiuto giusto, le proprie forze, ritrovate non si sa neanche come, e la voglia di tornare a vivere, piuttosto che abbandonarsi a morire. Un libro a due facce, che però tocca lo stesso argomento, trattato, giustamente, "con i guanti"; lo ripeto: all'inizio Anna ed Egidio finiscono nel baratro, ma poi ne risalgono, rinascendo dalle loro stesse ceneri; due storie parallele, ma che tra di loro non si incontrano praticamente mai. Non dirò altro per evitare spoiler.



La mia valutazione

5


Alla prossima

Luce <3






I vari “Buongiorno, ciao, buonasera” si tinsero di
una colorazione così viva e intensa da farmi girare la testa. Stavo
tornando a vivere, palpando con consapevolezza il mio esistere
nel “qui e ora”. Senza rendermene conto, stavo applicando l’ennesima
dritta di Gianluca che da un po’ di tempo aveva introdotto
nei nostri colloqui settimanali una tecnica, a dire di molti, portentosa
e indispensabile in un percorso di terapia cognitivo-comportamentale:
la cosiddetta “mindfulness” ovvero, citando le parole
del padre di questa pratica, Jon Kabat-Zinn, “la consapevolezza
che emerge dal prestare attenzione di proposito, nel momento
10
presente e in maniera non giudicante, allo scorrere dell’esperienza,
momento dopo momento”.

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