lunedì 10 giugno 2019

Recensione "Il rettangolo azzurro", Remo Capone

Autore: Remo Capone
Titolo: Il rettangolo azzurro
Prezzo: e-book 3,49


Link d'acquisto: QUI














Il suo primo ricordo è un piccolo rettangolo azzurro, di
un azzurro intensissimo, laggiù oltre i vetri della finestra,
sospeso in cima alla gradinata di terrazze che sovrastano la
schiera dei palazzi oltre la strada.



Trama:
Siamo di fronte a un viaggio nella memoria. L’adulto “ritorna“ al sé bambino nella Roma degli anni immediatamente precedenti l’ultimo conflitto mondiale (1938–1940), re-immergendosi nell’universo magico e incantato di questo suo alter ego nel tempo.
Il racconto nel seguire il bambino nei diversi  momenti del suo percorso iniziatico alla scoperta del mondo e dell’ “Altro”, mette  in  luce e descrive il processo di progressivo distacco, che in lui si opera, da quella indistinguibilità - quella vera e propria consustanzialità tra interno ed esterno - che aveva caratterizzato tutta la sua primissima infanzia nel “grande utero allargato“ della casa patriarcale, da lui percepita come un indistinto da sé. 
Nel contempo  tutta la narrazione si sviluppa  sul  variegato sfondo di una “Roma sparita“, dipingendo come in  un affresco d’epoca una città fatta di quartieri come paesi, fitti di mille piccoli commerci ambulanti, di mille piccole e grandi botteghe; intessuti di una rete di rapporti umani semplici e, pur se a volte debordanti, sempre spontanei. E, per converso, di un Centro città elegante ed esclusivo, meta privilegiata degli inseguitori - e inseguitrici (tra cui la madre del bambino) - di sogni e di illusioni.
Su tutto questo scenario incombe come una scura nube temporalesca, il prossimo apocalittico scatenarsi del Conflitto, che diverrà nell’ultimo capitolo il protagonista sempre più invadente e minaccioso della narrazione.



Quel pezzetto di azzurro può essere tutto: un

frammento di cielo, una serranda dipinta o qualche altra
cosa.
Qualcosa di più bizzarro e inesplicabile che si rivolge a
lui e lo chiama.
Che cosa?
Il bambino non lo saprà mai.


Recensione

Buongiorno, oggi vi parlo del libro "Il rettangolo azzurro" di Remo Capone, autore emergente; è un viaggio all'interno del protagonista stesso, un viaggio che porta il lettore a conoscere a fondo il protagonista; è un misto di illusioni, sogni e realtà, che forse neanche l'adulto stesso è in grado di distinguere. Dialoghi (quasi) completamente assenti, narrazioni lunghe un chilometro, che forse potevano essere ridotte (mi rendo conto che è un viaggio della memoria che serve a distinguere interno da esterno, infanzia da età adulta, ma detta onestamente l'ho trovato un po' noiosetto. Avrei voluto più dialoghi tra i personaggi e meno descrizioni sull'infanzia, l'adolescenza e chissà che altro... Il cosiddetto "rettangolo azzurro", non è altro che una finestra che aiuta il lettore ad entrare nell'ottica di questo libro. Non so manco più cosa scrivere e sono poche le volte che mi è successo, visto che sono perfettamente capace di scrivere recensioni più lunghe di queste... Ma sto libro, mi spiace doverlo dire, per me è di una noia mortale, magari adatto a chi preferisce generi di questo tipo, senza troppi dialoghi, senza azione vera e propria.
Sorry, ma per me è un GRANDISSIMO NO!




La mia valutazione

2/5



Alla prossima
Luce <3




Ciò malgrado i nonni, la stanza, i mobili che
l’arredavano non cessavano per questo di far parte della
casa – del mondo sensibile e concreto in cui il bambino
viveva – insieme con tutti gli altri oggetti e le altre persone

che in essa circolavano o si situavano.

















1 commento:

  1. ahahahah mi fai morire dal ridere quando scrivi così, sei così sincera e meravigliosa! Se per te è un no...che ti piace spesso tutto... anche per me sarà sicuramente no ;)

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