Autore: Salvatore Gargiulo
Titolo: La baia di Miami
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La malavita introdusse miliardi di dollari
ma anche una rapida escalation di crimini violenti, fino a rendere
Miami una delle città americane più violente e con un numero di crimini
sopra la media. Nonostante tutto ciò, è sempre una città dove i
sogni si possono realizzare con un minimo sforzo, anche senza cadere
nella criminalità. Le lunghe spiagge e i piccoli porti hanno dato l’opportunità
a diversi galeotti di cambiare la loro vita, una seconda possibilità
per rimediare ai loro sbagli e lavorare in attività legali.
Trama
Non sempre la vita ti regala le cose che ti aspetteresti. In particolare quando sei un ragazzo di strada e orfano, come Giovanni Pastorino. Un giovane cresciuto in famiglia povera ma piena di sentimento, a lui bastava quel calore dei suoi genitori per essere felice. Ma la sorte gli cambiò la vita, rimase orfano prima che diventasse maggiorenne. Era stato anche allontanato dai parenti. Solo e abbandonato si trovò un lavoro che in apparenza per lui era normale, ma fare il contrabbandiere di sigarette non era proprio un lavoro affidabile. Con caparbietà diventò il capitano di un gruppo di venti persone. Contrabbandava nel porto di Genova. In ogni sorta di scelta la vita alla fine t’invia il conto da pagare. Era quello che pensava sempre Giovanni, su quell’ipotesi rifletté duramente, sulla sua vita e quello che gli aveva insegnato il padre prima di suicidarsi. Con la nascita del figlio Michele, Giovanni capì che era tempo di cambiare. Doveva dare alla sua famiglia la giusta dignità. Era sempre quello che aveva sognato per il suo futuro.
Decise di andare via dall’Italia. Si trasferì a Miami, cancellando il suo passato.
Costruì una casa in una bellissima baia.
Col passar del tempo la sua villa diventò un bed-and-breakfast. Diventando così “La baia Molinari”.
In tutti quegli anni Giovanni riuscì sempre a nascondere a tutti il suo passato, diventando così un cittadino esemplare. Ma qualcosa durante il percorso andò storto, ogni minimo progetto che realizzava un avvenimento negativo si batteva contro come la furia.
Si trovò in un vortice di episodi negativi.
Ecco il suo conto.
Fra traffico di reperti antichi, spaccio di droga e omicidi.
La polizia teneva sotto osservazione la baia come fosse una base operativa.
Quegli episodi portarono la famiglia Pastorino in pozzo senza fondo.
Greta Ricciardi si preparava per il suo nuovo lavoro nel Miami-
Dade Police Department. Era stata trasferita nell’unità antidroga. Non
aveva preso ancora servizio per sistemare la nuova casa in Biscayne
boulevard 12550, a trenta minuti dal dipartimento. Greta era italoamericana
con la famiglia di origine napoletana, della zona di Fuorigrotta.
Con i suoi numerosi allenamenti aveva un fisico asciutto e
slanciato. Per comodità portava i capelli a caschetto, con la frangia
che le scendeva sugli occhi chiari. Molti colleghi le facevano la corte,
ma lei era sempre molto attenta. Evitava di iniziare storie con i poliziotti,
il suo uomo avrebbe dovuto essere al di fuori del lavoro. Aveva
un forte intuito investigativo e grazie alla sua testardaggine riuscì a
diventare a venticinque anni una detective di New York. Dopo poco
chiese il trasferimento. Non fu difficile accettare le sue richieste, perché
Miami aveva bisogno di persone come lei.
Recensione
Oggi vi recensisco "La baia di Miami" di Salvatore Gargiulo; questo romanzo è la storia della famiglia Pastorino, il cui capostipite contrabbandava sigarette; ma poi si trasferiscono a Miami, dove avviano un bed and breakfast, in cui accade qualcosa di inaspettato.
La baia di Miami è un giallo che vi terrà incollati fino alla fine; oltre alla famiglia Pastorino, tra i protagonisti c'è Greta, una ragazza che lavora in polizia, che farà amicizia con Michele Pastorino, i due si innamoreranno, ma non sarà facile avere un rapporto, quando Greta fa di tutto per nascondere la verità sul suo lavoro, che poi, casualmente, viene a galla.
Come ho detto, alla baia avverrà un omicidio, che porterà Greta a indagare; come capita spesso, prima verrà accusato un innocente, poi, anche se in modo non perfettamente legale, Greta riuscirà ad avere le prove necessarie a far uscire la verità, una verità che onestamente è alquanto inaspettata.
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
«Mi scusi, non volevo. È italiano?», disse Greta
Lui con la mano che si proteggeva il naso, le rispose:
«È per questo che mi hai colpito?»
«No! Non so neanche chi sei. Sono italiana anch’io».
Lui non rispose, si lamentava solo.
«Dai, fatti aiutare, andiamo al chiosco, ti prendo un po’ di ghiaccio
e ti offro un caffè per farmi perdonare».
Si alzò mantenendo gli occhi chiusi, si appoggiò sulle sue spalle e
notò che era più alta di lui. Il sangue continuava a scendere, lei lo sostenne
fino al chiosco. Lo aiutò a sedersi. Chiamò il cameriere, ordinò
due caffè e un sacchetto di plastica con il ghiaccio. Il ragazzo si
adagiò sulla sedia, scosse indietro i capelli folti e scuri e alzò la testa
per cercare di fermare il sangue, ma lei lo richiamò: non doveva alzare
la testa all’indietro, altrimenti il sangue gli sarebbe andato nello
stomaco. Lui riacquistò un po’ di forza e le chiese:
«Ma chi sei? Vai in giro a colpire le persone?»
Lei lo guardò, le venne da ridere vedendolo ancora con gli occhi
chiusi. Il cameriere si avvicinò, appoggiò i due caffè e il sacchetto
con il ghiaccio. Lei lo ringraziò e pagò il conto. Si avvicinò per passargli
il sacchetto e mentre lui continuava a lamentarsi gli disse:
«Tienilo premuto, non ti farà gonfiare il naso».
Lui non rispose, prese il sacchetto, casualmente colpì la mano di
Greta e sentì una pelle morbida e delicata. Il suo cervello cominciò a
realizzare qualcosa. Voleva vedere chi fosse questa donna. Il freddo
del ghiaccio stava facendo effetto, il dolore si stava attenuando. Cominciò
ad aprire lentamente i suoi occhi castani. Vedeva tutto sfocato,
una forte luce lo colpì. All’interno del bagliore vide una sagoma.
Sembrava un miraggio. Aprì ancora di più gli occhi, ma era in controluce,
non vedeva bene. Si spostò di lato, dove una piccola ombra gli
fece da scudo. La figura davanti si fece più dettagliata, la vide e rimase
a bocca aperta.
«Che cosa hai, non stai bene?», gli chiese Greta preoccupata.
Era una bellissima donna. “Ma com’è possibile che una così mi abbia
colpito così violentemente?” si domandò. Le chiese:
«Avevi qualcosa in mano per colpirmi così forte?»
«No! Avevo solo il bicchiere con il caffè».
«Com’era, di ferro?»
Lei scoppiò a ridere.
«No, ti chiedo scusa, non l’ho fatto di proposito. Mi sono girata così
all’improvviso, e tu mi sei passato troppo vicino».
«Devo ricordarmi di stare un po’ più lontano dalle donne come te
quando corro».
«È capitato così, non vuole dire che ogni volta che incontri una
donna verrai steso per terra».
«Non mi fare ridere, mi fa ancora male».
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