giovedì 5 novembre 2020

[Review Party] Recensione "Forse eri tu il mio destino", Michela Soprano

 


Autrice: Michela Soprano

Titolo: Forse eri tu il mio destino

Prezzo: cartaceo 8,74  e-book 1,86

Link d'acquisto: QUI


"Papà, aspetta!"

Lui si voltò con l'espressione di chi ha già capito.

"Di solito lasciate scegliere a me il regalo di compleanno, mentre quello di Natale è a sorpresa, ma, quest'anno vorrei tanto chiederti una cosa. Rinuncio al primo, se necessario."

Incuriosito dalla mia richiesta e divertito dal fatto che mi sarei spinta così oltre per ottenere quello che volevo.

"Mmm sentiamo, cos'hai in mente, Ollie?" Drizzai con la schiena sul letto e finalmente trovai il coraggio per chiedere ciò che non avevo mai avuto il coraggio di fare prima, conoscendo già la reazione esagerata di mia madre.

"Portami a lavoro con te. Solo una volta. Un solo giorno."

Mi sarei aspettata un no secco. Categorico.

Magari un viso imbronciato. Invece sul viso dell'uomo più importante della mia vita si manifestò un sorriso così grande a tal punto da sembrare più luminoso dell'illuminazione del corridoio alle sue spalle.

"Tua madre andrà fuori di testa, lo sai vero?"


Trama
I sogni son desideri.
Diventare un medico degno del cognome di famiglia per Ollie significa tutto. Suo padre le trasmise la passione e la dedizione per il suo lavoro fin da quando era solo una bambina. Impegno e sacrificio la porteranno ad indossare il tanto ambito camice bianco. A soli 28 anni dimostra le sue capacità, la sua prontezza di reagire a casi difficili e ad ottenere una collaborazione nell’ospedale più famoso di New York.
Gli odori di casa, i colori, le persone, i suoi affetti, tutto le mancherà della sua amata Italia ed è per questo che non vede l’ora di riprendere il volo, ma qualcosa o meglio qualcuno le darà un motivo per rimanere. Duncan Kay non è solo il chirurgo di traumatologia bello e scostante nonché suo collega, ma diventerà colui che trasformerà Ollie da ragazza timida, un po' adolescenziale a donna sicura di sè. Insieme a Duncan toccherà le vette dell’erotismo, della passione, scoprirà quanto potente sia l’attrazione. Il destino però, come in passato, proprio nei momenti più belli e sereni colpirà la sua vita in maniera brusca e inaspettata. Riuscirà a tessere un destino tutto suo? Ollie sarà in grado di andare oltre la razionalità e lasciarsi trasportare dall’emotività e dai suoi sentimenti per cominciare a vivere sul serio?


La mia attenzione venne attirata da un gruppetto di specializzandi completamente nel panico.

Indossai un paio di guanti e chiesi a uno di loro di darmi uno stetoscopio, ma vista l'esitazione da parte loro chiarii di essere un medico.

All'improvviso il cuore della paziente si arrestò, iniziai con le compressioni, chiedendo all'infermiera una dose di epinefrina. Il cuore non ripartiva, così usai le piastre e solo alla terza scarica il cuore riprese a battere regolarmente.

"Che sta succedendo qui? Chi diavolo è lei?"

Mi sfilai i guanti porgendo la mano all'uomo che mi guardava in malo modo.

"Dottoressa De Luca"

Incrociò le braccia sul petto cambiando espressione sul viso.

"Cos'è successo?"

Fece segno con la testa verso la donna distesa sul lettino.

"E' andata in arresto, ma l'abbiamo ripresa."

"Bene. Non male come inizio dottoressa De Luca, la stavamo aspettando con asia".

Seguii quello che si rivelò il primario nel suo ufficio e poi in giro per l'ospedale per farmi vedere dove erano situati i diversi reparti, la sala medici e la mensa.

Mi presentò alcuni di quelli che sarebbero diventati i miei colleghi e superando le mie aspettative furono tutti gentili e cordiali, tranne uno. Il dottor Duncan Kay, capo di traumatologia.

Dicono che da una stretta di mano si possono capire tante cose di una persona; se è molle o sbrigativa di solito dietro si cela una persona timida, poco espansiva al contatto con gli altri.

 Mentre una stretta di mano salda, sicura di sé mostra sicurezza e una personalità forte. La mia mano si era stretta alla sua un secondo in più del dovuto e lo sguardo che ricevetti dai suoi occhi mi lasciò una strana sensazione addosso.

Recensione

Buongiorno e bentornati sul blog con il review party del romanzo "Forse eri tu il mio destino" di Michela Soprano; ringrazio Pamela Pecchi per avermi coinvolta.

Ollie e Duncan: lei dottoressa di cardiochirurgia per passione e per dedizione familiare, lui capo di traumatologia, con un passato complicato. 

Ollie viene attratta da subito da Duncan, che invece crede di trovarsi davanti la classica "figlia di papà", finita lì proprio a causa del cognome che porta; ma quando si ritrovano a lavorare insieme, il conoscersi meglio diventa inevitabile, così come diventa inevitabile l'attrazione nei confronti dell'altro.

Troviamo una ragazza disposta a tutto pur di coronare il suo sogno, una ragazza che però ha chiuso il suo cuore all'amore per dedicarsi alla carriera; dall'altro lato c'è un uomo, con un passato doloroso, un dolore diverso da quello di Ollie, che le tenta tutte pur di mostrarsi indifferente. E invece no! Perché il destino li vuole attratti l'uno dall'altra; è pur vero che ci sarà qualche ostacolo, in parte facente parte del passato di Duncan; riuscirà Ollie a fidarsi di nuovo di lui? Quali altri ostacoli, si mettono sul loro cammino?

Michela ha creato una storia che si legge tutta d'un fiato, con entrambi i lati della medaglia; una storia che vi entrerà nel cuore, che vi farà piangere e ridere; vorrete prendere a sberle Duncan, ma poi capirete il perché dei suoi comportamenti e lo perdonerete; quanto a Ollie, diciamo che per certe scene avrete paura e parecchi brividi per la schiena; non dirò altro se non: LEGGETE IL LIBRO, GRAZIE!



La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3


La bambina che avrà avuto cinque o sei anni mi circondò la vita, riportando a galla ancora una volta flashback dei momenti peggiori che avevo vissuto.

Ricordo di essermi aggrappata a uno dei medici che avevano provato a rianimare mio padre, gridando in lacrime di non lasciarlo andare. Di riportarlo da me perché non volevo rimanere sola.

"Hai salvato il mio papà. Grazie, grazie, grazie". 

Abbozzai un sorriso e mi allontanai da loro il più in fretta possibile. Bastò quel caso, quelle persone, a far venire fuori tutto quanto: paure, emozioni, lacrime a lungo respinte, ansie, dolori.. Ero riuscita a chiudere tutto in una piccola scatolina, una sorta di vaso di Pandora immaginario, al solo scopo di non soffrire ancora. Trovai una porta di sicurezza che portava alle scale esterne dell'ospedale e la oltrepassai. Cominciai a piangere convulsivamente. Il cuore sembrava si stesse spaccando in due per quanto faceva male, non riuscivo a respirare. Mi aggrappai al corrimano delle scale per non cadere  a terra, ma due mani mi tirarono indietro facendomi voltare. L'ultima persona da cui mi sarei voluta far vedere in quello stato era lì, davanti a me. Mi rifugiai tra le sue braccia che mi strinsero forti, come a volermi proteggere da tutto quel dolore.



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