domenica 9 febbraio 2025

Leopardi - Il poeta dell'infinito - miniserie tv (recensione)

Buongiorno e bentornati con la recensione di una miniserie rai, su Giacomo Leopardi



Titolo: Leopardi Il poeta dell'infinito

Paese: Italia

Anno: 2025

Formato: miniserie tv

Puntate: 2

Lingua originale: italiano



Informazioni

Rai Fiction omaggia il grande poeta italiano Giacomo Leopardi con una miniserie in due puntate, in onda martedì 7 e giovedì 9 gennaio. Diretta e interpretata da Sergio Rubini, “Leopardi. Il Poeta dell’infinito” ripercorre la vita e le opere di uno dei più importanti letterati italiani, esplorando i temi che hanno caratterizzato la sua produzione, tra cui il rapporto con la natura, l’amore, la malattia e la morte.

Un viaggio intenso ed emozionante, che svela il tormento interiore di un genio incompreso, capace di guardare al di là dei limiti del suo tempo con sguardo disincantato e forza utopica.

Nel cast, accanto a Rubini, troviamo Leonardo Maltese nei panni di Giacomo Leopardi, Cristiano CaccamoGiusy BuscemiValentina CerviFausto Russo AlesiBruno OrlandoSerena IansitiMaria Vittoria DallastaAndrea PennacchiRoberta ListaAlessandro Preziosi e Alessio Boni.




Trama

Diviso in due episodi di due ore ciascuno, il film televisivo parte a ritroso. Leopardi è deceduto e l’amico Ranieri (Cristiano Caccamo) cerca di convincere un sacerdote a dargli sepoltura. Non si dimentichi che nel giugno 1837 a Napoli c’era un’epidemia di colera e i defunti erano sepolti nelle fosse comuni.
Ranieri racconta di Giacomo bambino, destinato a diventare chierico, e della sua vivacità sia fisica che mentale. I genitori del ragazzo vegliano su di lui con fare rigido, ma Monaldo è sinceramente legato al primogenito. A differenza di Martone, che affronta solo per poche sequenze il giovanissimo Leopardi, Rubini si sofferma maggiormente sulla sua prima vita e a differenza del film, che lascia intuire a un sottile legame quasi pseudo amicale con Teresa Fattorini, Rubini si attiene maggiormente a quanto detto dallo stesso poeta, che osservava la ragazza lavorare dalla sua finestra.
Pietro Giordani è descritto con maggiore enfasi rispetto a quanto fatto ne Il giovane favoloso. Il giovane Leopardi, interpretato da Leonardo Maltese, vuole emanciparsi dai genitori in maniera meno enfatica rispetto a Martone, che preferisce una dimensione quasi onirica. Non mancano però nella trasposizione di Rubini immagini enfatizzate dalla fotografia, non ultimo un omaggio chiaro al Viandante sul mare di nebbia, capolavoro della pittura romantica.
La seconda parte vede Leopardi lentamente scivolare a spettatore, perché oggetto della narrazione è un progressivo avvicinamento tra Antonio Ranieri e Fanny Torgioni Tozzetti, che vivono fisicamente la storia d’amore che tanto anelava Giacomo.




Recensione

La Rai è presto diventata una delle garanzie del piccolo schermo made in Italy. Lo abbiamo visto con produzioni dal calibro de L’Amica Geniale, il capolavoro targato HBO e Rai da poco giunto alla fine della sua quarta e ultima stagione. Ma non solo: l’emittente è riuscita a consacrarsi anche con serie ormai longeve che, nonostante gli anni, continuano a essere una certezza della prima serata targata Rai Uno. Lo abbiamo visto con Don Matteogiunta alla sua quattordicesima e seguitissima stagione, e con pezzi di storia come Il Commissario Montalbano, uno dei riferimenti della serialità italiana che, ancora oggi, riescono a restituire al telespettatore una narrazione lineare, al passo con la tradizione del passato ma non per questo copia di se stessa.

Nel corso degli anni la Rai ha deciso di intraprendere più strade, focalizzandosi anche su produzioni biografiche che andavano a ricostruire l’immagine di miti, storie e leggende. Abbiamo potuto apprezzare titoli come Leonardo – la biografia dedicata al pittore Da Vinci – o Mike, la recente Serie Tv che ha raccontato in due puntate la vita, la carriera e l’intimità dell’intramontabile Mike Buongiorno, uno dei volti più noti e insostituibili del panorama televisivo italiano. Ma non è finita qui. Perché il 2025 si apre con due grandi biografie: Miss Fallaci – in arrivo prossimamente – e Leopardi – Il Poeta dell’Infinito, la nuova Serie Tv biografica Rai Uno ispirata al genio letterario di Giacomo Leopardi.

E’ Antonio Ranieri, noto politico e scrittore, a raccontare Giacomo Leopardi. Lo fa con un intento ben chiaro: concedergli una degna sepoltura. Per riuscire nel suo intento, non può fare altro che affidarsi alla nobile arte del racconto. Al tramandare, attraverso le sue parole, chi davvero fosse Giacomo Leopardi. E’ necessario mettere nel suo racconto tutta la specificità più oppurtuna. Tutta la dedizione del caso. E per questo decide di partire fin dall’infanzia del poeta, ricostruendo le tragedie, le incertezze e la vita di un poeta che perfino noi – dopo tutti questi secoli di racconti – non abbiamo mai conosciuto davvero.

Antonio Ranieri sembra quasi rivolgersi al telespettatore e non solo al parroco Don Carmine. Gli interlocutori sono diversi. Da una parte noi, dall’altra il parroco di San Vitale, ma lo stesso è l’obiettivo: restituire finalmente un’immagine reale del poeta, e non più solo quelle parole oramai diventate una regola fissa, una scelta obbligata di stereotipi e abitudinari racconti. Interpretare con una nuova chiave quel che abbiamo sempre pensato di sapere. Leopardi – Il Poeta dell’Infinito comincia così la sua narrazione con una dichiarazione d’intenti fortissima: non sarà l’ennesimo e stereotipato ritratto di Giacomo Leopardi, sarà molto di più. Non si racconterà soltanto della sua dedizione allo studio. Non si affronterà soltanto la sua angoscia, il suo amaro ritratto della vita. Si andrà oltre tutto questo, restituendo l’immagine di un bambino, un ragazzo e un uomo alla ricerca di un posto di cui tutti continuano a privarlo.



Cresciuto all’interno di una famiglia apatica e ligia al dovere, Leopardi non è mai davvero stato visto. Non ha mai avuto davvero un’opportunità. L’opportunità di uscire di casa, ad esempio. Tutto quel che scopre del mondo, per buona parte della sua vita, lo apprende soltanto mediante la sua finestra. Oltre quella vista, non c’è più niente. O almeno, questo è quel che gli hanno suggerito. Ma Leopardi la vita sa come inventarsela. Sa come vedere oltre quella vista. Perché quei libri sono stati la sua libertà. La sua consacrazione nel mondo. Il volo che ha preso, prima ancora di volare davvero.

L’angoscia e l’inquietudine conosciute di Giacomo Leopardi vengono così narrati all’interno delle due puntate della Serie Tv Rai, ma sempre tenendo bene aperta una porta che lo vede, finalmente, anche come la persona prima del mito. Leopardi voleva essere anche un bambino. Un ragazzo. Un uomo. Voleva rendere reali le infinite parole lette nel corso della sua inquieta esistenza. La Serie Tv Rai Uno sviluppa questo aspetto del poeta, ricostruendo anche la sua anima ribelle, sempre pronta a spezzare in due le esigenze e le ambizioni dei suoi genitori che per lui immaginavano una vita totalmente diversa e di natura ecclesiastica. Ma nella vita di Leopardi non c’era spazio per tutto questo. Non c’era spazio per le regole imposte, per i desideri del prossimo.

Leopardi – Il Poeta dell’Infinito ci consegna infatti un’immagine controcorrente del poeta. Un’immagine amareggiata, spesso in disaccordo con le idee e le opinioni di un’Italia in cui non si rivede. Ognuno di questi spunti, in questa particolare analisi, riescono a rendere Giacomo Leopardi una figura estremamente attuale, più vicina a noi. Come se fosse, oggi e per sempre, un punto d’incontro tra l’angoscia del vivere e la consapevolezza di non avere a disposizione altro che le parole, per sopravvivere. Due puntate, ma un viaggio lungo e disincantato. Due episodi cronologicamente fedeli alla vita di Leopardi, ma desiderosi di dire – finalmente – quel che già tutti avevano detto, ma in modo diverso. Un’operazione, questa, che non possiamo non considerare non riuscita. Leopardi – Il Poeta dell’Infinito riesce infatti nel suo obiettivo, suggellando una nuova chiave di lettura del poeta che, finalmente, viene qui descritto oltre i particolari fisici o l’inquietudine.



Giacomo Leopardi è la storia di un uomo che sente e che vede. Che osserva e ascolta. Che prova desideri, che desidera la carne, che pretende un posto in cui ritrovarsi. Scrive di quel che vive, studia quel che vorrebbe conoscere. Guarda un muro spoglio immaginandosi l’intera esistenza, cose che probabilmente nessuno – guardando sempre e solo da fuori la finestra per anni – riuscirebbe neanche a considerare possibili. Con un convincente Leonardo Maltese nel ruolo del poeta, Leopardi – Il Poeta dell’Infinito è una scommessa vinta da parte di Rai Uno. Una biografia che esalta la tradizione unendo a essa anche l’innovazione, manifestando un messaggio importantissimo: anche la più longeva delle consapevolezze, con il tempo, può trovare una nuova chiave di lettura. Come Leopardi fece ogni giorno della sua infanzia osservando il mondo dalla finestra, scrivendo tutto quel che in realtà non riusciva a vedere.

La  mia valutazione




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