lunedì 29 agosto 2022

Mare fuori - serie tv - Netflix (recensione)

Buongiorno, oggi vi parlo di una serie tv andata in onda su rai uno, ma che trovate anche su Netflix


Titolo: Mare Fuori

Paese: Italia

Anno: 2020 - in produzione

Formato: serie tv

Genere: drammatico, dramma adolescenziale 

Stagioni: 2

Episodi: 24

Durata: 46-67 min 

Lingua originale: italiano, napoletano


Informazioni

Mare fuori è una serie televisiva italiana creata da Cristiana Farina e Maurizio Careddu, da un'idea di Cristiana Farina e trasmessa in prima serata su Rai 2 dal 23 settembre 2020.

La serie racconta le storie di un gruppo di ragazzi rinchiusi nell'Istituto di Pena Minorile (IPM) di Napoli, liberamente ispirato al carcere di Nisida.




Trama

Carmine Di Salvo e Filippo Ferrari vengono arrestati lo stesso giorno ma provengono da realtà completamente opposte: il primo appartiene ad una famiglia camorrista napoletana dalla quale vorrebbe solo scappare per costruirsi un futuro onesto, il secondo è un giovane pianista della Milano bene, destinato ad un promettente futuro. Entrambi vengono arrestati per omicidio e fanno il loro ingresso nel carcere minorile. Se Carmine, nato nel mondo della criminalità, conosce perfettamente le regole, per Filippo è come essere atterrato su un altro pianeta, di cui fatica persino a comprendere il linguaggio. Subito presi di mira dagli altri detenuti, attirano in particolar modo l'attenzione di Ciro Ricci, figlio di un temuto boss della camorra e affermato come capo all'interno del penitenziario. Nel braccio femminile torna invece Naditza, una ragazza rom già habituée dell'IPM, che entra subito in conflitto con Viola, una giovane assassina che sembra avere la capacità di manipolare psicologicamente le compagne per passatempo e divertimento personale.

I detenuti hanno storie difficili, la maggior parte è nata in un sistema che non ha scelto e da cui è difficile allontanarsi, e alcuni nemmeno lo vogliono. Altri hanno fatto scelte sbagliate dettate dalla necessità, e altri ancora sono stati arrestati per crimini non commessi. Tutti hanno meno di diciotto anni al momento dell'arresto e tutti credono che il loro sbaglio sia stato proprio farsi arrestare. A cercare di far capire a questi ragazzi che una via diversa esiste ed è possibile ci sono la direttrice Paola Vinci, il comandante Massimo Esposito, l'educatore Beppe Romano e le guardie che, ognuno a suo modo, fanno del loro meglio per garantire ai ragazzi una seconda possibilità.




Recensione


Da tempo non si vedeva una storia ambientata in un carcere minorile del sud Italia, in uno di quegli istituti che lavorano tanto sulla rieducazione ma sono comunque un covo di violenza, rivalità e angherie fra detenuti minorenni.Qui siamo all’Istituto di Pena Minorile sull’isola di Nisida a Napoli, situato a picco sul mare. Quel mare che dà il titolo alla serie e rappresenta quella speranza di riscatto che tutti cercano.

Protagonisti sono due giovani che provengono da realtà molto diverse: Carmine vuole allontanarsi, o dovrei dire proprio staccarsi dalla famiglia camorrista, Filippo proviene dalla Milano bene. Fra loro è nata una grande amicizia: si aiuteranno a vicenda, a costo di farsi del male pur di proteggersi dai coetanei violenti. Intorno a loro ci sono altri ragazzi e ragazze finiti all’IPM, ognuno con la propria storia, che viene raccontata, pian piano, attraverso flashback, anche a poche ore, per alcuni anche giorni, dagli arresti.
 Lo show, grazie a una scrittura efficace, con le musiche di Stefano Lentini, punta molto sull’approfondimento psicologico e sulle motivazioni per cui hanno commesso certi sbagli. Emerge così il ritratto di una generazione perduta, segnata dal contesto culturale in cui è cresciuta o dal singolo sfortunato episodio che condizionerà per sempre le loro vite. L’efficacia del racconto, infatti, non sta nel giustificare questi giovani, piuttosto nel messaggio che si può finire in un penitenziario per una casualità ma anche per scelta. “Hai preso una decisione e devi assumertene le conseguenze”, ripete più volte la direttrice del carcere Paola Vinci, interpretata da una Carolina Crescentini al suo meglio, affiancata da un altrettanto bravo Carmine Recano (che veste i panni del comandante Massimo Valenti).

 
Con la giusta strategia comunicativa e un crescendo di colpi di scena che tengono alta l’attenzione per un’ora a episodio, Mare Fuori indaga l’adolescenza come nessun’altro prodotto televisivo ha fatto, mostrandoci le paure, le fragilità e l’umanità che si nasconde dietro alla rabbia di ragazzi cresciuti troppo in fretta. Il risultato è un racconto corale, che emoziona e commuove grazie a un cast di attori bravissimi, seppure sconosciuti al grande pubblico (salvo qualche eccezione). Tutti di grande bravura (da Nicolas Maupas a Massimiliano Caiazzo, a Valentina Romani), riescono a creare empatia con lo spettatore, dal più buono al più cattivo, sotto la sapiente regia di Milena Cocozza e Ivan Silvetrini.
 
Mare fuori, disponibile su Netflix con 12 episodi di un’ora a stagione, è la serie che tutti dovrebbero vedere. E io non vedo l'ora di scoprire altro nell'attesa che arrivi anche la stagione 3 (che stanno già girando).


La mia valutazione

Alla prossima

Luce <3

Ah belli, per concludere in bellezza vi lascio la sigla della serie


 

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