martedì 15 aprile 2025

Recensione "Il Gattopardo", Tomasi di Lampedusa

 


Autore: Tomasi di Lampedusa

Titolo: Il Gattopardo

Prezzo: 17,10  e-book 9,99

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"I siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria"


Trama

Con lo sbarco dei Mille a Marsala, le forze della rivoluzione annunciano la fine di un’epoca e sconvolgono gli equilibri che da sempre governano l’isola. È in questo teatro di eventi che si profila la figura statuaria del principe Fabrizio Salina, capofamiglia di una delle principali casate della più alta aristocrazia siciliana, che al tramonto del regno borbonico oppone un leonino rifiuto, ergendosi come spartiacque tra il vecchio mondo e il nuovo. Ma la storia avanza inesorabile. Persino il nipote prediletto del principe, Tancredi, partecipa alla campagna militare tra le file delle camicie rosse, e con la vittoria dei piemontesi il nuovo ceto borghese acquista per la prima volta un rilievo considerevole. Nel tentativo di tenere in piedi la reputazione e il potere della sua famiglia, il principe si troverà a dover incrociare il destino dei Salina con quello della bellissima borghese Angelica. Un romanzo lirico e critico insieme, dalle cui pagine emergono personaggi maestosi e indimenticabili, che della Sicilia offrono un’immagine viva, animata da uno spirito alacre, modernissimo e quindi, in un fortunato cortocircuito, antichissimo. Inizialmente rifiutato e pubblicato solo un anno e mezzo dopo la morte dell’autore, Il Gattopardo fu subito riconosciuto come una delle massime opere letterarie dei nostri tempi e vinse il premio Strega. Negli anni la storia dei Salina ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo e ha ispirato il capolavoro cinematografico di Luchino Visconti. Oggi questo classico torna in libreria con una nuova veste, in occasione dell’uscita della serie tv prodotta da Netflix, con Kim Rossi Stuart, Deva Cassel, Saul Nanni e Benedetta Porcaroli.


"Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi"


Recensione

La prima edizione di quest’opera risale al 1958, un anno dopo la morte del suo autore, ma il romanzo è ambientato nella Sicilia a cavallo tra Ottocento e Novecento, nel periodo cioè del Risorgimento italiano e delle lotte per l’indipendenza e l’unificazione del nostro Paese.

Tomasi di Lampedusa, nobile siciliano doc e per questo profondo conoscitore della storia del suo territorio, ci porta a scoprire e analizzare, con incredibile acume, tutte le trasformazioni politiche e sociali legate a quel preciso momento storico e a quel preciso territorio.

Protagonista indiscusso del libro è il nobile Principe di Salina, che, come un po’ tutta la classe aristocratica dell’epoca, cerca di minimizzare gli eventi e quello che sarà il declino inesorabile della sua classe, preferendo continuare a condurre la sua vita come se nulla fosse. I suoi pensieri sul presente, il passato e il futuro sono sempre un miscuglio indefinito di fatalismo e di malinconia. Non a caso la sua frase più celebre è quella che spiega il titolo dell’opera e in cui si ravvisano entrambi i concetti sopradetti: “Noi fummo i gattopardi, i leoni: chi ci sostituirà saranno gli sciacalli, le iene; e tutti quanti, gattopardi, leoni, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra”.

Nel Gattopardo ci sono poche scene ambientate in esterno; molte invece prediligono gli interni del palazzo dei Salina, sontuosamente arredati,  dove il Principe, ormai di mezz’età, discute con il giovane nipote Tancredi, facendo emergere molti spunti di riflessione sulle cause e conseguenze del Risorgimento, sul suo impatto storico e più in generale sul concetto stesso di Storia. In questi dialoghi due generazioni si mettono a confronto, con i loro dubbi da una parte e le loro ferree convinzioni e ideologie dall’altra. La Sicilia sta cambiando, e insieme a lei tutta l’Italia, ma siamo sicuri che questo cambiamento porti effettivamente a un miglioramento della vita e delle condizioni generali? Non sarà invece solo un momento di confusione e agitazione, che poi riporterà tutto alla situazione primitiva? I Siciliani non sapranno forse adattarsi perfettamente anche a questo, come hanno saputo fare da sempre, fin dai tempi dell’invasione araba?

Non pochi dell’opera hanno criticato, già all’epoca in cui uscì, lo stile un po’ ridondante e la mancanza di una vera e propria trama. Per questo e per altri motivi il libro fu rifiutato da più di una casa editrice, e il suo autore non riuscì ad apprezzarne il successo, che arrivò solo dopo la sua morte, con la pubblicazione e l’assegnazione del Premio Strega nel 1959. A mio avviso non si tratta affatto di un libro noioso, ma bensì affascinante, a tratti commuovente e, come già sottolineato, intensamente malinconico. Non mancano poi storie d’amore, più o meno fortunate, come quella tra Tancredi e la bellissima Angelica, e personaggi ben delineati e a cui ci si affeziona, sebbene siano di minore importanza.

Tomasi di Lampedusa ha uno stile inconfondibile, che certo può rimanere ostico a chi non è abituato a riflettere su temi storici del passato o a chi non conosce almeno in parte i fatti da lui trattati. A volte per questo è un errore mettere un libro del genere in mano ai ragazzi del liceo, perché essi non hanno le basi culturali per leggerlo e comprenderlo, e spesso non vengono opportunamente accompagnati in questo percorso. Penso invece che sia un’opera molto importante e quasi imprescindibile per conoscere meglio e guardare con occhi critici un periodo che fa parte della storia del nostro Paese.


La mia valutazione

Alla prossima

Luce <3


"La facoltà di ingannare se stesso, questo è il requisito essenziale per chi voglia guidare gli altri"

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