Buongiorno, oggi vi parlo di una serie tv che trovate su Amazon Prime
Titolo: Becoming Elizabeth
Paese: Regno Unito, Stati Uniti d'America
Anno: 2022
Formato: serie tv
Genere: drammatico, in costume, storico
Stagioni: 1
Episodi: 8
Durata: 52-60 min (episodio)
Lingua originale: inglese
Informazioni
Becoming Elizabeth è una serie televisiva anglo-statunitense ideata da Anya Reiss, che segue la crescita della futura regina Elisabetta I. La serie ha debuttato su Starz il 12 giugno 2022.
Trama
Elisabetta Tudor, un'adolescente orfana, figlia del re Enrico VIII e della sua seconda moglie, Anna Bolena, viene coinvolta nella politica della corte inglese nel suo viaggio per assicurarsi la corona, tra intrighi di corte e lotte di religione tra protestanti e cattolici.
Le vicende iniziano dalla morte del re Enrico VIII e l'ascesa al trono del suo unico figlio maschio legittimo, Edoardo VI.
Recensione
La serie firmata Starz, (che trovate su amazon prime), si è soffermata soprattutto sugli anni giovanili, su cosa rese questa ragazza, teoricamente predestinata ad essere una delle tante vittime di un’epoca turbolenta, a cambiare la storia dell’Inghilterra e del mondo. Non un compito facile, ma che Becoming Elizabeth ha assolto con diligenza e spesso originalità, e che avrebbe meritato ben altra accoglienza da parte del pubblico e di parte della critica.
Parliamoci chiaro, non è che ci fossero tante altre strade da percorrere per parlare di lei, ma più in generale di un’epoca molto particolare della storia inglese, caratterizzata da lotte interne, anarchia, incertezza, un clima di fanatismo religioso e politico non indifferente. La corte d’Inghilterra è uno dei grandi motivi della narrazione moderna, sia sul piccolo che grande schermo. Basta pensare a The Crown, The Tudors, e altri.
Alicia von Rittberg ha l’arduo compito di mostrarci qualcosa di nuovo, di diverso sulla Regina per eccellenza, e lo fa abbastanza bene, mentre il nostro sguardo si perde tra intrighi, relazioni scandalose, bugie, il complicato dedalo di tatticismi e piani che da sempre rendono la lotta per il potere un regno della mente.
Edoardo VI, Thomas Seymour, Maria, Catherine Parr, sono i principali personaggi che si alternano al fianco di questa ragazza inizialmente persa, ingenua, incapace di trovare il suo posto in un mondo in cui essere donna è un handicap non da nulla. Emerge la sua acerba volontà di contare qualcosa, di voler soprattutto porre rimedio al caos che divide l’Inghilterra, costruzione esile su cui chiunque pare voler reclamare diritti.
Becoming Elizabeth ha il merito di esaltare sia l’idealismo, sia la volontà di emergere e primeggiare, per quanto a volte ecceda con il romanzare il tutto, pur comprensibilmente ai fini di una miglior fruizione e comprensione delle dinamiche.
Il personale si fa storico, lo storico si fa racconto intimo, ma è un’intimità distante dal glamour un po’ pecoreccio de I Tudors, visto che la serie insiste su una visione molto realistica e a volte anche davvero diretta di come Elizabeth cominciò a scoprire non solo la corte, ma anche i suoi rituali, la propria sessualità, come essere donna potesse anche bene o male darle un ascendente sull’altro sesso, compensare il suo essere un corpo al servizio dello Stato per questo o quel matrimonio politico. A conti fatti è il racconto dell’inizio di una ribellione da parte di una delle donne più famose di tutti i tempi, che è costretta fin dall’inizio a fare a meno della famiglia, isolata, spaventata, d’improvviso strappata ad una dimensione innocente e neutrale rispetto alla ragion di Stato. La famiglia è presente e assieme assente, è una trappola, i legami di sangue non reggono all’incidere della Storia, all’ambizione personale, alla giungla fatta di abiti sontuosi, pettinature elaborate, corsetti, ricevimenti, peccati e lussuria. In tutto questo, si materializza in modo mirabile quanto Elisabetta abbia dovuto crescere in fretta per sopravvivere, ma anche perché in fondo era ciò a cui era destinata per natura, per carattere, per l’inclinazione forse ereditaria a comandare.
In questo la serie di Starz fa il suo egregio dovere, evitando tra l’altro di scadere nei cliché narrativi, di dare sempre e comunque al suo pubblico quello che vuole, a partire dal finale, coerentemente scevro di una gloriosa conclusione, quanto connesso sempre e comunque al percorso in fieri della protagonista.
Regia interessante, non troppo scolastica, costumi e scenografie incredibili, ma soprattutto un cast ben concepito, su cui brilla Von Rittberg, capace di rendere credibile in ogni istante la sua giovane Principessa costretta ad accettare dure lezioni di vita di corte, disillusioni, tradimenti e sofferenze. In tutto questo, grande importanza ha il personaggio di Thomas Seymour, che Tom Cullen rende il perfetto archetipo di una costante maschile: il manipolatore affascinante, il “player” che ama le donne, la vita ed i suoi privilegi di maschio, ma soprattutto il potere. In lui risplende una grande lezione di vita, non solo femminile: a volte i migliori maestri sono coloro che ci feriscono e ci tradiscono, che ci costringono a crescere e ad affrontare la delusione verso noi stessi. Dalla contrapposizione tra Elisabetta e questo narcisista ambizioso, scaturiscono forse i momenti migliori della serie, che accarezza ma senza troppa animosità anche l’elemento della lotta tra generi. Di base permane soprattutto la costante storica della disparità di libertà e forze, di quanto paradossalmente tale elemento abbia infine prodotto per contrasto la più grande Regina di tutti i tempi. Non sarebbe mai nata circondata dall’amore, aveva bisogno di una giungla di falsi specchi e inganni, di un uomo come Thomas, di una faida che la costringesse a diventare altro da ciò che la società voleva da lei.
Alla prossima
Luce <3
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