"Se il vero amore è senza tempo, perché farne una banale questione d'età?"
Trama
Catherine si accorge di Christopher durante uno spettacolo teatrale: è un giovanotto esuberante, dalla chioma rosso fiamma, mentre lei è una donna minuta nascosta sotto il cappello. Quella sera si ritrovano seduti accanto e tutto sembra preludere a una perfetta storia d’amore. C’è però un problema: l’età. Catherine è un po’ più vecchia. Per una donna di quasi cinquant’anni, che ha ormai alle spalle gli anni del matrimonio e della maternità, l’essere creduta più giovane aggiunge ulteriore emozione al corteggiamento. Ma nascono ostacoli imprevisti...Sotto l’affilato umorismo di questo avvincente romanzo pubblicato per la prima volta nel 1925, emerge l’ipocrisia di un’intera società e i codici cui le donne sono costrette a ubbidire nel nome dell’«amore». Elizabeth von Arnim lo sapeva bene: buona parte del romanzo è autobiografica.
Recensione
"Amore" di Elizabeth Von Arnim è scritto negli anni '20, ma si adatta tranquillamente anche ai giorni nostri; il libro è in parte autobiografico, perché Catherine è lei, Christopher uno dei suoi amanti; leggendo questo romanzo ci si chiede come possa, una donna di 45 anni, sposare un ragazzo di venticinque. Ecco perché dico che nonostante sia scritto negli anni '20 può essere stato scritto ai giorni nostri. Sbaglio o questa cosa accade ancora oggi? Com'è possibile che, allora come oggi, una cosa simile desti ancora scalpore e un certo disagio? Può sembrare un romanzo rosa leggero, ma la verità è che questo romanzo fa riflettere.
Perché una donna fa di tutto per sembrare quello che non è? La giovinezza non dovrebbe essere qualcosa da sentire dentro, piuttosto che qualcosa da far trasparire all'esterno, come fa la protagonista?
La prima parte è alquanto esilarante, visto che entriamo nei pensieri di Christopher, che non riesce a rendersi conto della verità, ovvero che Catherine è notevolmente più anziana di lui e si sente minacciato da qualsiasi altro personaggio maschile, che vede orbitare intorno alla "sua" Catherine; la seconda però ci trasmette tutte le ansie della protagonista di fronte alla vecchiaia, e che per quanto donna che si scopre forte, indipendente e non vittima di preconcetti sociali, finisce per cedere alla paura e ad affidarsi a cure mediche alquanto assurde.
La storia d'amore proposta è diversa dal solito e fa riflettere, la consiglio vivamente perché a volte, leggere certi argomenti può renderci più disponibili verso una realtà che la maggior parte delle volte preferiamo bellamente ignorare.
Il WWW Wednesday, è una rubrica settimanale ideata da MizB (Should be Reading) nata per far sapere a voi lettori le mie letture appena concluse, quelle attuali e le prossime!!
1. What are you currently reading? Che cosa stai leggendo?
Sono a buon punto, appena finisco preparo la recensione e ve la pubblico
Devo ancora arrivare a metà, ce la posso fare :D
2.What did you recently finish reading? Cosa hai appena finito di leggere?
Buongiorno, oggi vi parlo della serie tv prequel di The Witcher, che potete trovare dal 25/12/2022 su Netflix
Titolo: The Witcher Blood Origin
Paese: Stati Uniti d'America
Anno: 2022
Formato: miniserie tv
Genere: Azione, avventura, dramma, fantasy
Stagioni: 1
Episodi: 4
Durata: 1 ora e qualche minuto
Lingua originale: Inglese, polacco
Trama
Ambientata più di mille anni prima della serie con Henry Cavill, questa avventura, in arrivo su Netflix il 25 dicembre, ci catapulta per quattro episodi in un mondo di elfi, mostri e creature magiche, alla scoperta di sette personaggi che metteranno insieme le loro forze in una missione che darà vita al primo witcher, sullo sfondo della Congiunzione delle Sette Sfere.
Incontreremo, tra gli altri, Scian che proviene da un’antica tribù di elfi guerrieri, alla ricerca di una lama inestimabile rubata al suo popolo. Ma anche la giovane Éile, che ha lasciato la corte di una regina per diventare una musicante girovaga. E Fjall, il cui destino sembrava quello di proteggere un re, e invece si ritrova affamato di vendetta.
"The Witcher: Blood Origin" rappresenta un’espansione del mondo fantasy creato dallo scrittore Andrzej Sapkowski, autore della saga letteraria da cui sono stati sviluppati la serie e i videogame. Lo showrunner della miniserie prequel, Declar de Barra, ha spiegato com’è nato il progetto: «Come fan del genere fantasy, non vedo davvero l’ora di raccontare la storia di "The Witcher: Blood Origin". Quando ho letto i libri di "The Witcher", una domanda mi è sorta spontanea: com’era veramente il mondo elfico prima dell’arrivo cataclismico degli umani? Sono sempre stato affascinato dall’ascesa e dalla caduta delle civiltà, dal modo in cui scienza, nuove scoperte e cultura siano fiorite proprio prima di quella caduta. Come vaste aree di conoscenza si perdono per sempre in così poco tempo, spesso aggravate dalla colonizzazione e da una riscrittura della storia, lasciando indietro solo frammenti della vera storia di una civiltà. "The Witcher: Blood Origin" racconterà la storia della civiltà elfica prima della sua caduta e, soprattutto, rivelerà la storia dimenticata del primissimo witcher».
Recensione
In
questo caso lo sguardo degli autori punta a un passato ancor più
remoto del film animato, perché la storia è ambientata 1200 anni
prima degli eventi di The
Witcher,
per raccontarci da una parte un mondo parzialmente diverso da quello
che già conosciamo, concentrandosi sugli eventi che hanno portato al
cataclisma noto come Congiunzione
delle Sfere ma
mostrandoci anche l'antico popolo elfico prima della sua caduta,
dall'altra un momento cruciale per la mitologia della serie:
la creazione
del primo Witcher,
o Strigo se vogliamo dirla all'italiana. Una storia che si concentra
su un momento specifico e sull'impresa di un piccolo gruppo di
personaggi, attorno a cui costruire la serie.
The
Witcher: Blood Origin segue,
quindi, la graduale formazione del gruppo e la missione impossibile
che deve portare a termine, un po' come un Rogue
One dell'universo
creato da Sapkowski. Da questo punto di vista, come spaccato che si
concentra su un evento limitato nel tempo, la serie funziona, ma è
un peccato che non abbia concentrato più sforzi sulla descrizione e
l'approfondimento dei protagonisti. Un peccato perché il cast messo
in piedi per questo spin-off/prequel fa egregiamente il suo dovere,
da Laurence
O'Fuarain e Sophia
Brown a Michelle
Yeoh, Lenny
Henry e Mirren
Mack:
funzionano i loro personaggi, è efficace la prova degli interpreti,
ma conferma il rammarico di non aver avuto più spazio e tempo,
limitato a soli quattro episodi, per raccontarceli a dovere.
Blood
Origin risulta
in ogni caso godibile ed efficace nell'aggiungere un tassello
all'universo di The
Witcher che
poco a poco si sta componendo su Netflix, coerente con l'impostazione
narrativa (e purtroppo anche i limiti tecnici, a causa di una CGI non
sempre all'altezza della situazione) della serie madre ed altrettanto
efficace per andare a riempire lo spazio tra una stagione e l'altra.
Una strategia produttiva e distributiva interessante e
proficua, un banco di prova riuscito per la definizione e
arricchimento dei brand forti di casa Netflix, probabilmente
applicabile anche ad altri grandi titoli della piattaforma. Che al
termine dei quattro episodi si resti con la voglia di averne ancora e
di sentirsi raccontare altre storie dal mondo di The
Witcher è un effetto decisamente in vista delle stagioni successive. Forse
è proprio questo uno degli scopi di titoli del genere.
Da una parte ho provato soddisfazione, dall'altra rammarico, vedendo questa serie perché ho apprezzato il modo in cui gli showanner hanno deciso di espandere il mondo di The Witcher e conoscere quindi ciò che è successo prima dell'arrivo di Geralt, dall'altro però mi spiace che non ci sia stato modo (essendo composta da 4 episodi) di approfondire in modo adeguato alcuni personaggi che avrebbero meritato più spazio. Questo grazie ad attori che nonostante il poco tempo a disposizione sono riusciti a creare personaggi che vi entreranno nel cuore.
Nel complesso quindi The Witcher: Blood Origin è uno spin-off godibile e coerente per narrazione e ambientazione, capace di trattenere il pubblico in attesa della prossima stagione.
Buongiorno, oggi vi parlo di una serie tv che potete trovare su Sky
Titolo originale: All creatures great & small
Paese: Yorkshire Dales
Anno: 2020-in produzione
Stagioni: 3
Episodi: 21
Lingua originale: inglese
Informazioni
Creature grandi e piccole - Un veterinario di provincia (All Creatures Great and Small) è una serie televisiva britannica ambientata nelle Yorkshire Dales e basata su If only they could talk di James Herriot, pseudonimo di James Alfred Wight.
Trama
Le vicende si svolgono a partire dal 1937 nelle Yorkshire Dales dove il veterinario Siegfried Farnon pratica nel proprio studio presso Skeldale House a Darrowby coadiuvato dalla signora Audrey Hall, la governante. Siegfried, trovandosi nelle necessità di assumere un assistente, invano, ne saggia diversi che non si dimostrano all'altezza sino a quando s'imbatte nel novello James Herriot. Accanto al neoassunto James giunge inoltre Tristan, fratello minore di Siegfried e laureando in veterinaria.
Recensione
"Creature grandi e piccole - un veterinario di provincia", trasmesso su Sky serie, è composto da sei episodi, più un settimo a tema natalizio, ambientati nelle rassicuranti campagne dello Yorkshire degli anni ‘30, che narrano le avventure di James Herriot, giovane veterinario di belle speranze e grandi ideali che viene assunto nello studio del rude e temuto Siegfried Farnon, trovandosi a lavorare accanto al fratello scapestrato di quest’ultimo, Tristan, e protetto dalla loro governante, la signora Hall. Unquadretto familiare insolitonel quale vanno ad inserirsi tutti gli animali da curare e i loro padroni, diffidenti ai metodi moderni e in generale a fidarsi del prossimo.
Il tono allegro e mai banale della serie, nella quale non manca una linea romantica che nasce dell’incontro di James con l’allevatrice Helen, non limita la presenza di scene forti ed impressionanti, come il parto di una cavalla capace di creare non poca suspense. E, al di là dell’ottima messa in scena, a far sorridere gli appassionati di serie tv di questo genere è il fatto che questa serie sembra la sorella de I Durell – La Mia Famiglia e Altri Animali, creata sempre nel Regno Unito e andata in onda per quattro stagioni dal 2016 al 2019.
Entrambe le serie raccontano la vita di due scrittori che hanno messo su carta la loro professione di tutt’altra natura – veterinario Herriot (il cui vero nome era James Alfred Wight) e zoologo ed esploratore Gerald Durrell – e avvicinano gli spettatori agli affascinanti misteri della natura e del mondo animale in particolare. Inoltre, nel cast di entrambe le serie c’è Callum Woodhouse, che lì era l’irrequieto e fumantino Leslie e qui è l’altrettanto vivace Tristan: due personaggi per molti versi simili, che creano un ponte immaginario tra due valide opere televisive.
Se siete amanti degli animali e avete amato i Durrell, non potete certo farvi scappare questa chicca! E tanto meno potete farvi scappare la serie di libri (che io devo recuperare, e appena possibile lo farò), perché pare siano stupendi (almeno a detta di mio padre che li ha letti a suo tempo).
Buongiorno a tutti, come potete notare oggi partecipo all'iniziativa "The Best book of 2019", che è stata ideata da due bookblogger Ely Reign (Il Regno dei Libri) e Susy Tomasiello (I miei magici mondi); ma io sono stata invitata da Simo Simis del blog: ilmondodisimis
“Sassenach io ti amo adesso e ti amerò sempre. Che io sia morto o che lo sia tu, che stiamo insieme oppure separati. Sai bene che è vero”, soggiunse piano, e mi toccò il viso. “So che è così anche per te e tu sai lo stesso di me.” Chinò il capo a quel punto, e una ciocca di capelli ramati gli scivolò lungo la guancia. “Non mi riferivo a te, Sassenach. Ho ancora del lavoro da fare. Ho pensato… per un po’… che forse non era così; che tutti voi poteste farcela, tra Roger Mac e il vecchio Arch, Joseph e i Beardsley. Ma la guerra è in arrivo, e purtroppo…” fece una leggera smorfia, “io sono un capo"
Trama
Claire e Jamie hanno attraversato oceani e secoli per costruirsi una vita insieme, ma tensioni passate e presenti minacciano il loro sogno d'amore. E non solo il loro, ma anche quello della figlia Brianna, di suo marito Roger, e del loro bambino, Jemmy, così come di tutti i membri del clan. La rivoluzione americana è imminente, Jamie è stato inviato dal Governatore della colonia a radunare una milizia per soffocare la rivolta dei cosiddetti Regolatori, sudditi che si oppongono all'esosa tassazione imposta dalla madrepatria. Rompere il giuramento con la Corona renderebbe Jamie un traditore, mantenerlo lo può portare a un destino funesto, come sa bene Claire che conosce l'esito finale della guerra inevitabile. La prima battaglia contro i Regolatori, tuttavia, si mette bene per le milizie del Governatore Tryon e Jamie, temendo un massacro, invia il genero Roger al campo dei ribelli per convincerli a ritirarsi. Ma Roger cade in un tranello e, accusato a sua volta di essere un ribelle, viene condannato all'impiccagione... Come se non bastasse, Jamie viene morso da un serpente durante una caccia al bisonte e sembra destinato a morte certa. Insomma, ce n'è abbastanza perché Claire debba mettere in campo tutte sue conoscenze mediche e soprattutto tutta la sua forza vitale e il suo ottimismo per riuscire a sopravvivere e a salvare le persone amate.
"Quando alla fine arriverà, il giorno in cui davvero dovremo separarci>>, sussurrò, e si girò a guardarmi, <<se le mie ultime parole non saranno "TI AMO", sappi che sarà solo perchè non ne ho avuto il tempo"
Recensione
"Vessilli di guerra" è la conclusione de "La croce di fuoco", essendo la storia stata divisa in due parti (che strano...) ,ed è pieno di intrighi politici, di tentativi degli inglesi di coinvolgere Jamie, alquanto restio a schierarsi, anche perché Claire gli ha raccontato l'esito di quella guerra, dove i Britannici saranno sconfitti. Rimanere ai margini però è complicato, soprattutto quando si è diventati un punto di riferimento per un'intera comunità. Se il ragazzo era riuscito a conquistare la fiducia di Carlo, grazie alla sua astuzia, aveva affascinato i diabolici fratelli MacKenzie, oggi che è un uomo è un leader naturale e un suo schieramento determinerebbe una presa di posizione di un vero e proprio clan, il suo.
I nostri due eroi non sono più due giovani che credono nella possibilità di riscrivere la storia. Culloden ha insegnato ad entrambi che questo non è possibile e nessuno dei due ha dubbi in proposito. Il problema è muoversi con cautela in un contesto in cui, in un modo o in un altro, ci si è trovati vincolati. Jamie infatti ha accettato concessioni terriere proprio dagli inglesi e adesso che non vuole schierarsi rischia che il Governatore ritratti e lo privi di tutto quello che ha costruito. Non siamo ancora di fronte alla vera e propria guerra che seguirà, ma a scontri tra posizioni diverse, quelle dei cosiddetti Regolatori che creano scompiglio in alcune regioni. Costretto a partire per sedare gli scontri, Jamie porta con sé Claire, non disposta a lasciarlo andare. Al suo fianco c'è anche il giovane Roger, ormai parte del loro clan.
Tutta la parte politica è forse quella che un po' rallenta la storia con i vari ragionamenti, i vari stratagemmi, ma quando le vicende finiscono per travolgere il destino dei singoli, tutto si riaccende di fascino ed interesse e i vari personaggi non finiscono per sottrarre spazio, ma arricchiscono, pur fornendo solo una cornice che racchiude il vero capolavoro, ovvero Jamie e Claire, che malgrado il tempo continuano con la loro personalità a conquistarsi di diritto tutta l'attenzione del lettore.
Innegabilmente Roger, con la terribile vicenda dell'impiccagione (non è spoiler, sia perché i libri sono usciti da tempo immemore, sia perché la cosa è ben visibile nella serie), e le sue terribili conseguenze per il nostro usignolo, finiscono per tenerci con il fiato sospeso, ma è soprattutto Jamie ed il suo rapporto maturo con Claire che ci conquista completamente. Lui è un leader carismatico che i suoi uomini seguirebbero anche nelle fiamme, ed il suo legame con Claire è di quelli che scandiscono tutta la vita di un uomo.
Non solo le vicende di Roger emozionano i lettori, ma anche la famosa scena del morso del serpente che porta Jamie di fronte alla soglia della morte per l'ennesima volta, ricordandoci ancora una volta quanto un amore che sembra leggendario ed immortale è in fondo fragile ed umano, quindi estremamente prezioso. A cercare di sottrarlo a quel destino c'è sempre la nostra Claire, pronta a tutto pur di trattenerlo al suo fianco.
Tutti i fili lasciati aperti nel precedente volume qui si riannodano e trovano una loro naturale collocazione, come la storia dell'Oro del Francese, che tutti cercano disperatamente, e che viene ritrovato in un posto inimmaginabile, e la vendetta di Brianna contro Bonnet per il torto subito ci ha irrimediabilmente ricordato suo padre ed il suo bisogno di riabilitarsi eliminando Black Jack per il torto subito. Ovviamente siamo sempre lontani da quell'intensità, ma basta il ritorno di Jamie e Roger, con le donne che raccontano l'accaduto ed un gesto semplice, come una porta che si chiude e Jamie che sfiora tremante la lieve cicatrice di Claire prima di abbracciarla disperato, a farci emozionare oggi come allora.
Ed il finale (quello vero) di questo nuovo capitolo delle vicende ci dona speranza e respiro, ci riconcilia con una storia da cui in parte ci eravamo sentiti traditi e ci prepara per le prossime avventure che coinvolgeranno personaggi che ormai conosciamo bene e che riteniamo quasi nostri familiari. (O volete dirmi che solo io lo penso?)
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
«Devi inventare te stesso», sussurrai tra le ombre all’interno dei capelli che mi erano ricaduti sul viso. «Guardi le altre donne... o gli altri uomini, cerchi di provarti addosso le loro vite per vedere se sono della tua misura. Prendi quello che puoi usare, e cerchi dentro te stesso quello che non riesci a trovare altrove. E sempre... sempre... ti domandi se tu ti stia comportando nel modo giusto.."
“Sono sopravvissuto alla guerra, e molto ho perduto. So per cosa vale la pena di combattere, e per cosa no. Onore e coraggio sono una questione di midollo, e ciò per cui un uomo è disposto a uccidere è anche ciò per cui egli morirà. Ed è per questo, parente mio, che una donna ha i fianchi larghi: Quel bacino di ossa accoglierà un uomo così come accoglie suo figlio. La vita di un uomo sgorga dal midollo della sua donna, Ed è nel sangue di lei che viene battezzato il suo onore. In nome dell’amore soltanto, attraverserei di nuovo il fuoco.”
Trama
Una nuova puntata della saga di Jamie Fraser, nobile scozzese del diciottesimo secolo e Claire Randall, intraprendente infermiera inglese del ventesimo secolo, instancabile viaggiatrice nello spazio... e nel tempo. Nuovo Mondo, 1771: le relazioni fra l'Inghilterra e le colonie americane sono sempre più tese e la guerra è imminente. Claire e Jamie hanno avuto in concessione dal Governatore della Corona Fraser's Ridge, un ampio latifondo, dove vivono insieme alla figlia Brianna, al suo compagno Roger e al loro figlioletto Jemmy. E benché i rapporti dello scozzese Jamie con i «vicini» inglesi non siano mai stati idilliaci, per non perdere la concessione Jamie è costretto ad accettare la nomina a Colonnello con il compito di arruolare un reggimento per soffocare le insurrezioni dei cosiddetti Regolatori, gruppi di uomini armati che reagiscono con la violenza ai soprusi che l'Inghilterra infligge ai sudditi oltreoceano. In questo turbolento contesto si inseriscono le vicende private dei nostri eroi: dal ritorno del perfido Stephen Bonnett, lo stupratore di Brianna e forse padre di Jemmy, al matrimonio fra la zia di Jamie, Jocasta e Duncan Innes; dall'aggressione subita da Jocasta da parte di due malviventi che cercano l'oro francese inviato da Luigi XVI a Charles Stuart e mai arrivato a destinazione, all'assassinio, avvenuto in circostanze misteriose, della domestica nera dei Fraser. James dovrà fronteggiare questi e altri pericoli per difendere i suoi averi, la sua vita, quella dei suoi cari e, soprattutto, l'amore di Claire...
Vattene, Frank, lo rimproverai severa.
Benché all’esterno fosse ancora buio, la bruma che
saliva dalla terra umida era di un grigio perlaceo: non
mancava molto all’alba. Nulla si muoveva, né dentro
né fuori, ma io percepii nettamente una nota di ironia
che si posava leggerissima sulla mia pelle.
Non dovevo forse venire al suo matrimonio?
Recensione
Qualcuno sarebbe così gentile da spiegarmi come fa la Gabaldon a scrivere libri di 4.000 e passa pagine, per poi scriverne altrettanti, senza stancarsi (e senza stancare noi lettori) mai? Perché giunta al libro 8 di Outlander, ancora non me ne capacito, ve lo dico..
Forse è il fatto che questa saga, ormai conosciuta a livello mondiale (e non venitemi a dire che non è così) ha qualcosa di magico, qualcosa che te la fa adorare sempre e comunque. La maggior parte di questo nuovo romanzo della saga Outlander fa sbellicare dalle risate, quindi preparatevi, perché vi verrà il mal di pancia. Il libro si apre con l’Adunanza, la riunione in cui tutti i clan scozzesi trasferitisi nelle Colonie, fuggendo dalla Scozia dopo il disastro della battaglia di Culloden, si riuniscono ogni anno per ritrovare le loro radici e ricordare orgogliosamente da dove provengono.
Non mancano scene toccanti come quella in cui si riuniscono tutti intorno al falò e Jamie richiama tutti i clan per riunirli e dichiarare la loro presenza. Momento veramente emozionante, che coinvolgerà anche Roger e Brianna, portando Roger ad essere pienamente consapevole di ciò che è diventato nel corso del tempo.
Così come la continua dimostrazione della devozione di Jamie verso la sua donna, qualcosa che tutte spereremmo di avere nella vita, sapendo purtroppo che esistono solo nei libri, ma nessuno ci impedisce di sognare, no? La Guerra di Indipendenza è alle porte e Jamie e Claire dovranno far fronte a questa nuova minaccia alla loro tranquillità;Jamie viene nominato Colonnello dal Governatore per poter far fronte alle continue ribellioni di coloro che sono contro la Corona. Lui non è molto d’accordo sulla questione, ma si ritrova coinvolto suo malgrado grazie a un piccolo ricatto. Aspettando la chiamata alle armi continuano la loro vita a Fraser’s Ridge, Claire comincia a fare degli esperimenti con un microscopio e qui c’è una delle scene più esilaranti, in cui Jamie vi farà morire dalle risate. Il libro si conclude con il matrimonio di zia Jocasta, con altre scene divertentissime come le varie speculazioni sulla prima notte di nozze e il panico del novello sposo, il tutto condito da una rivelazione che finalmente svelerà un segreto che si dipana nel tempo, dai tempi di Culloden, lasciando tutti a bocca aperta e tante domande, e con ciò che si cercato di allontanare, ma che arriverà puntuale. Come al solito non è facile recensire un libro (in senso generale, ma soprattutto questi della Gabaldon), senza spoilerare, ecco perché mi fermo qui; ma ogni volta che si arriva in fondo, ci si chiede inevitabilmente cosa succederà nel volume successivo, e io adesso volo a leggere "Vessilli di guerra".