martedì 27 dicembre 2022

The Witcher: Blood Origin - miniserie tv - Netflix (recensione)

Buongiorno, oggi vi parlo della serie tv prequel di The Witcher, che potete trovare dal 25/12/2022 su Netflix



Titolo: The Witcher Blood Origin

Paese: Stati Uniti d'America

Anno: 2022

Formato: miniserie tv

Genere: Azione, avventura, dramma, fantasy

Stagioni: 1

Episodi: 4

Durata: 1 ora e qualche minuto

Lingua originale: Inglese, polacco



Trama

Ambientata più di mille anni prima della serie con Henry Cavill, questa avventura, in arrivo su Netflix il 25 dicembre, ci catapulta per quattro episodi in un mondo di elfi, mostri e creature magiche, alla scoperta di sette personaggi che metteranno insieme le loro forze in una missione che darà vita al primo witcher, sullo sfondo della Congiunzione delle Sette Sfere.

Incontreremo, tra gli altri, Scian che proviene da un’antica tribù di elfi guerrieri, alla ricerca di una lama inestimabile rubata al suo popolo. Ma anche la giovane Éile, che ha lasciato la corte di una regina per diventare una musicante girovaga. E Fjall, il cui destino sembrava quello di proteggere un re, e invece si ritrova affamato di vendetta.

"The Witcher: Blood Origin" rappresenta un’espansione del mondo fantasy creato dallo scrittore Andrzej Sapkowski, autore della saga letteraria da cui sono stati sviluppati la serie e i videogame. Lo showrunner della miniserie prequel, Declar de Barra, ha spiegato com’è nato il progetto: «Come fan del genere fantasy, non vedo davvero l’ora di raccontare la storia di "The Witcher: Blood Origin". Quando ho letto i libri di "The Witcher", una domanda mi è sorta spontanea: com’era veramente il mondo elfico prima dell’arrivo cataclismico degli umani? Sono sempre stato affascinato dall’ascesa e dalla caduta delle civiltà, dal modo in cui scienza, nuove scoperte e cultura siano fiorite proprio prima di quella caduta. Come vaste aree di conoscenza si perdono per sempre in così poco tempo, spesso aggravate dalla colonizzazione e da una riscrittura della storia, lasciando indietro solo frammenti della vera storia di una civiltà. "The Witcher: Blood Origin" racconterà la storia della civiltà elfica prima della sua caduta e, soprattutto, rivelerà la storia dimenticata del primissimo witcher».

Ambientata in un mondo di elfi 1200 anni prima del mondo dei witcher, "The Witcher: Blood Origin" racconta la storia ormai dimenticata di sette figure emarginate che uniscono le forze contro una forza inarrestabile che li ha private di ogni cosa.  Anche se appartengono a clan in guerra tra loro, Éile e Fjall dovranno imparare a fidarsi l'uno dell'altra per riuscire a guidare questa improbabile banda nella lotta contro gli oppressori del Continente. Quando però si aprono portali verso nuovi mondi e un saggio assetato di potere dispiega una nuova arma, i Sette capiscono che dovranno creare un mostro per poterne distruggere un altro. Così, la loro sanguinosa missione si conclude con la creazione del primo prototipo di witcher, sullo sfondo di un conflitto che ha portato alla "Congiunzione delle sfere", quando gli universi di mostri, uomini ed elfi si sono fusi.

Recensione  

In questo caso lo sguardo degli autori punta a un passato ancor più remoto del film animato, perché la storia è ambientata 1200 anni prima degli eventi di The Witcher, per raccontarci da una parte un mondo parzialmente diverso da quello che già conosciamo, concentrandosi sugli eventi che hanno portato al cataclisma noto come Congiunzione delle Sfere ma mostrandoci anche l'antico popolo elfico prima della sua caduta, dall'altra un momento cruciale per la mitologia della serie: la creazione del primo Witcher, o Strigo se vogliamo dirla all'italiana. Una storia che si concentra su un momento specifico e sull'impresa di un piccolo gruppo di personaggi, attorno a cui costruire la serie.


The Witcher: Blood Origin segue, quindi, la graduale formazione del gruppo e la missione impossibile che deve portare a termine, un po' come un Rogue One dell'universo creato da Sapkowski. Da questo punto di vista, come spaccato che si concentra su un evento limitato nel tempo, la serie funziona, ma è un peccato che non abbia concentrato più sforzi sulla descrizione e l'approfondimento dei protagonisti. Un peccato perché il cast messo in piedi per questo spin-off/prequel fa egregiamente il suo dovere, da Laurence O'Fuarain e Sophia Brown a Michelle YeohLenny Henry e Mirren Mack: funzionano i loro personaggi, è efficace la prova degli interpreti, ma conferma il rammarico di non aver avuto più spazio e tempo, limitato a soli quattro episodi, per raccontarceli a dovere.

Blood Origin risulta in ogni caso godibile ed efficace nell'aggiungere un tassello all'universo di The Witcher che poco a poco si sta componendo su Netflix, coerente con l'impostazione narrativa (e purtroppo anche i limiti tecnici, a causa di una CGI non sempre all'altezza della situazione) della serie madre ed altrettanto efficace per andare a riempire lo spazio tra una stagione e l'altra. Una strategia produttiva e distributiva interessante e proficua, un banco di prova riuscito per la definizione e arricchimento dei brand forti di casa Netflix, probabilmente applicabile anche ad altri grandi titoli della piattaforma. Che al termine dei quattro episodi si resti con la voglia di averne ancora e di sentirsi raccontare altre storie dal mondo di The Witcher è un effetto decisamente in vista delle stagioni successive. Forse è proprio questo uno degli scopi di titoli del genere.


Da una parte ho provato soddisfazione, dall'altra rammarico, vedendo questa serie perché ho apprezzato il modo in cui gli showanner hanno deciso di espandere il mondo di The Witcher e conoscere quindi ciò che è successo prima dell'arrivo di Geralt, dall'altro però mi spiace che non ci sia stato modo (essendo composta da 4 episodi) di approfondire in modo adeguato alcuni personaggi che avrebbero meritato più spazio. Questo grazie ad attori che nonostante il poco tempo a disposizione sono riusciti a creare personaggi che vi entreranno nel cuore.

Nel complesso quindi The Witcher: Blood Origin è uno spin-off godibile e coerente per narrazione e ambientazione, capace di trattenere il pubblico in attesa della prossima stagione.


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3



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