mercoledì 30 ottobre 2024

Mike - miniserie tv (recensione)

 Buongiorno, oggi vi parlo della miniserie tv su Mike Bongiorno


Titolo: Mike

Paese: Italia

Anno: 2024

Formato: miniserie tv

Genere: biografico

Puntate: 2

Durata: 200 min (totale)

Lingua originale: italiano


Informazioni

Mike è una miniserie televisiva italiana del 2024, diretta da Giuseppe Bonito. La fiction narra la vita di Mike Bongiorno, interpretato da Claudio Gioè. Il soggetto è il libro biografico La versione di Mike, scritto dallo stesso Mike in collaborazione con il figlio Nicolò Bongiorno nel 2007.



Trama

Mike, la serie tv evento di Rai 1, racconta la vita di Mike Bongiorno a cento anni dalla sua nascita e a settanta dalla prima trasmissione televisiva italiana che lo vede protagonista. Le due serate nascono per celebrare un’icona della tv, per ricordare la sua carriera unica e irripetibile, ma anche per raccontare il volto inedito, più intimo, spesso rimasto all’ombra del conduttore di successo: spigliato e sorridente di fronte alle telecamere ma riservato e introverso nel privato.

Quando in Italia si sente dire “Allegria!” si pensa subito a Mike Bongiorno, il padre della televisione italiana e il re dei quiz. Nato a New York nel 1924 da una famiglia italo-americana, Mike è stato uno dei principali protagonisti del piccolo schermo sin dal primo programma trasmesso dalla Rai nel 1954. Ha iniziato a fare il presentatore in giovanissima età e della sua lunga carriera si conoscono le tappe, le sfide, i successi. Meno i presupposti, i sacrifici, la solitudine. Diviso fra Stati Uniti e Italia, fra padre e madre, fra guerra e ricostruzione, ciò che Mike ha vissuto si allaccia inevitabilmente alla storia del nostro Paese, da lui scelto per mettere radici e formare la sua famiglia.



Il racconto si apre nel 1971: Mike è all’apice della popolarità grazie a Rischiatutto e da qui si snodano a ritroso i capitoli più significativi della sua parabola, in un armonico alternarsi tra la cornice, costituita da un’approfondita e dinamica intervista televisiva, e i diversi flashback che prendono il via dall’infanzia a New York per arrivare anno dopo anno all’incontro con Daniela Zuccoli, la ragazza che sposerà nel 1972 e che resterà al suo fianco fino all’ultimo giorno.

“Poter girare una serie che racconta una parte significativa della vita di Mike Bongiorno è una sfida molto difficile e, allo stesso tempo, una grandissima opportunità”, ha raccontato il regista Giuseppe Bonito.

“Mike Bongiorno è in assoluto il nome a cui ancora oggi, più di tutti, viene associata la televisione in Italia. Anzi, si può con obiettività affermare che la televisione nel nostro paese è nata con lui e che, per decenni e per generazioni di telespettatori italiani, Mike (il cui nome, per tantissime persone, basta e avanza) è stato più di una figura popolare: è stato una presenza paragonabile a un parente, a un fidanzato, a un amico di famiglia. Per me la sfida è proprio questa: come si può raccontare al grande pubblico una figura così familiare e presente nelle vite di tanti italiani? Cosa può aggiungere a ciò che tutti sanno già? Qual è il punto di vista più giusto?”.



“Ciò che ho fatto è stato scordarmi di tutto ciò che già sapevo e ricordavo di Mike, compiendo intanto un percorso di conoscenza il più profondo possibile. Ho scoperto una vita straordinaria e degna di essere raccontata anche alle nuovissime generazioni, non solo per ciò che Mike ha significato per la storia culturale e sociale del nostro paese, ma anche perché la sua vicenda ci racconta di temi universali che riguardano tutti noi: i legami problematici tra genitori e figli, il bisogno degli altri, l’importanza delle proprie radici, la ricerca tenace dell’amore. L’ambizione è quella di esplorare e di raccontare l’uomo Mike, al di là della figura iconica e leggendaria che tutti conosciamo”.




Recensione

Sarebbe stato facile, in una miniserie dedicata a Mike Bongiorno, scivolare nell'imitazione fine a sé stessa e nel ritratto pubblico di un uomo roccioso nella vita e svizzero sul lavoro. Fortunatamente Mike, la miniserie Rai in due puntate diretta da Giuseppe Bonito e scritta da Salvatore De Mola, è riuscita ad andare oltre il personaggio per raccontare più a fondo la persona. Attingendo a piene mani dall’autobiografia La versione di Mike scritta dallo stesso Mike Bongiorno con Nicolò Bongiorno e pubblicata da Mondadori, la serie, prodotta da Rai Fiction e Viola Film, ha cercato di mostrare non tanto il Mike con la battuta sempre pronta e maestro navigato dei quiz show quanto il Mike privato, quello che ha vissuto buona parte dell'infanzia e dell'adolescenza lontano da suo padre e quello che ha militato nella Resistenza rischiando più volte la vita.Mike la fiction su Mike Bongiorno si è tenuta alla larga dalla macchietta. E non era facile

Attraverso la doppia interpretazione di Claudio Gioè, bravissimo nel riprodurre la voce e la mimica del Mike Bongiorno più maturo senza scadere nella caricatura, e di Elia Nuzzolo, eccezionale nel restituire al conduttore una tridimensionalità negli anni inediti e decisivi della crescita e della formazione, Mike è riuscito a entrare in punta di piedi nella vita di uno dei presentatori più iconici della storia della televisione italiana mostrandolo in tutte le sue sfaccettature: dalla sua ritrosia a parlare di sé in pubblico - ce ne accorgiamo in tutte le scene che condivide con Paolo Pierobon - al grande amore per sua madre, passando per la dedizione al suo lavoro e l'amore sempreverde per la giovane Daniela Zuccoli, interpretata da una Valentina Romani in stato di grazia che la ritrae in tutta la sua dolcezza e determinazione.


Mike la fiction su Mike Bongiorno si è tenuta alla larga dalla macchietta. E non era facile

Attraverso le doppie origini - Mike aveva il papà americano e la mamma italiana -, l'iniziale passione per il giornalismo e la piaga della guerra che gli ha insegnato presto il valore dell'umanità e della disponibilità d'animo, Mike, attraverso un accurato processo di ricostruzione, è stato un bellissimo viaggio che ha permesso al pubblico di andare oltre la popolarità di programmi come il Rischiatutto per soffermarsi sul tratto intimo di un uomo che non ha mai rinunciato né alla sua proverbiale autoironia né alla sua voglia di mettersi in gioco. L'unico rammarico? Non essersi spinti a raccontare il suo sbarco in Finivest e non aver rappresentato l'epico fuori onda con Antonella Elia, «pagata fior di milioni per sfottere lo sponsor» ai tempi de La ruota della fortuna.



La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3






1 commento:

  1. Ho guardato la serie e mi è piaciuta molto.Se hai piacere segui il mio blog.Ciao

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