Buongiorno, oggi vi parlo di una serie tv che trovate su Netflix
Titolo: Storia della mia famiglia
Paese: Italia
Anno: 2025
Formato: serie tv
Genere: drammatico, sentimentale, commedia
Stagioni: 1
Episodi: 6
Durata: 45-50 min (episodio)
Lingua originale: italiano
Informazioni
Storia della mia famiglia è una serie televisiva italiana, diretta da Claudio Cupellini e ideata da Filippo Gravino, prodotta da Palomar e distribuita da Netflix.
Trama
Fausto vive a Roma con i figli Libero ed Ercole, nati dalla relazione avuta con Sarah. L'uomo, ammalato di una malattia terminale dovuta a un tumore, vive gli ultimi giorni della sua vita cercando di trovare una sistemazione per i due figli, non volendo che essi vengano affidati all'ex compagna. Lucia, madre di Fausto che gestisce un salone di parrucchiere a Napoli, decide di far ritorno a Roma visto l'aggravarsi della malattia del figlio. Fausto inizia a intrecciare una rete di supporto emotivo ed economico per i figli, coinvolgendo sia la madre e il fratello Valerio, che gli amici Demetrio e Maria, cercando di trascorrere più tempo possibile con i figli.
Recensione
Storia della mia famiglia prende le mosse da Fausto e dal suo ultimo giorno, per una malattia incurabile che lo costringe a immaginare un'eredità da lasciare a chi ha intorno, ai fantastici quattro a cui chiede di prendersi cura dei propri figli quando non ci sarà più. Si tratta della madre Lucia, del fratello Valerio e degli amici di sempre Maria e Demetrio. Una richiesta che costringe i quattro a mettere insieme un nucleo famigliare alternativo, tra sentimenti, lacrime e risate, tra gioie e dolori, errori più o meno grandi, e soprattutto un vortice di emozioni che affonda le sue radici nel passato e ha ripercussioni in un presente in cui tutti cercano di fare del loro meglio per portare avanti le proprie vite ferite dal dolore.
Al centro di Storia della mia famiglia c'è ovviamente il Fausto di un bravo ed emozionante Eduardo Scarpetta, che incontriamo in un presente che ci racconta i suoi ultimi momenti, ma che Filippo Gravino e la co-sceneggiatrice Elisa Dondi ci fanno conoscere anche attraverso flashback in un passato in cui costruire la relazione con quella che diventa la madre dei due figli Libero ed Ercole, e in cui tratteggia il complesso rapporto con le quattro figure che identifica per prendersi cura dei ragazzi dopo la sua scomparsa: quattro interpreti ugualmente abili nel costruire i rispettivi personaggi, dalla solida Vanessa Scalera che dà vita alla madre Lucia all'imperfetto e fragile Valerio di Massimiliano Caiazzo, fino ad arrivare ai due amici Maria e Demetrio, con cui Fausto ha sviluppato nel corso del tempo rapporti complessi e delicati, mutevoli nel tempo e di complicata definizione.
Un cast abile nel tradurre su schermo e rendere credibili le dinamiche che si sviluppano tra i rispettivi personaggi, nel presente che li vede costretti ad accettare la situazione e subire le scelte inattese di Fausto, così come nel passato che i flashback ci raccontano, in una montagna russa di emozioni forti e rapporti interpersonali da (ri)definire. Quelle dei protagonisti di Storia della mia famiglia sono interpretazioni che colpiscono per autenticità e spontaneità, freschezza nel mettere in scena il dolore così come l'allegria, senza mai essere eccessivi né in un senso né nell'altro, scivolando con naturalezza nel dialetto laddove necessario per rendere ancor più diretto e sincero il dialogo.
Una lode che il cast divide con gli autori, che hanno espresso su carta ancor prima che su schermo l'intento che la serie Netflix riesce a concretizzare. Si parla spesso di dramedy, infatti, ma non è sempre chiaro lo spazio narrativo in cui questo genere va a collocarsi, come naturale ibrido tra commedia e drama. In questo spazio indefinito e spesso labile, Storia della mia famiglia si muove con disinvoltura, ci si trova a proprio agio, riuscendo a stuzzicare nello spettatore sia le risate che le lacrime, mai forzate o gratuite, sempre figlie di una costruzione che seppur ragionata appare naturale e genuina.
Ed è abile anche Claudio Cupellini alla regia nel far suo questo approccio e cucirci sopra la messa in scena necessaria a sostenere questa alternanza di sensazioni senza strafare, senza mai calcare la mano nel sottolineare i momenti più drammatici o lasciarsi andare alla commedia laddove l'allegria l'avrebbe concesso: il regista si muove con misura nel costruire le sequenze che si alternano tra presente e passato, avvalendosi di un'ottima selezione musicale per sottolineare i momenti, accompagnarli e permettere alla storia di Fausto e la sua sgangherata famiglia di venir fuori dallo schermo e raggiungerci.
Quello che ci racconta Filippo Gravino in Storia della mia famiglia parte da uno spunto drammatico, ovvero la malattia e l'ultimo giorno di Fausto, ma la serie Netflix si sviluppa alternando sensazioni e suggestioni differenti, tra passione e allegria, riuscendo a emozionare e persino a divertire nonostante tutto. Bravo Eduardo Scarpetta a incarnare la figura del protagonista, ma altrettanto in parte i quattro interpreti che lo circondano e ne accolgono l'eredità, da Vanessa Scalera a Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell'Anna e Antonio Gargiulo. Misurata ed efficace la regia di Claudio Cupellini, come è a fuoco la selezione musicale che accompagna il racconto e ne enfatizza le emozioni.
Il cast e la sintonia che riesce a trasmettere. Come una vera famiglia.
La regia di Claudio Cupellini, che sostiene emozioni e sentimenti senza mai calcare la mano.
La costruzione narrativa, che spazia su piani temporali diversi per costruire un tutto unico e organico.
La selezione musicale con canzoni, che spaziano dai Blur ai The Cure, capaci di enfatizzare l'aspetto emotivo.
Non è una storia deprimente ma è triste, quindi se non volete ritrovarvi a piangere ogni 3x2, forse non fa per voi.
La mia valutazione
Luce <3
Nessun commento:
Posta un commento