Autore: Winston Graham
Titolo: Lo straniero venuto dal mare
Saga: Poldark #8
Prezzo: 11,40 e-book 7,99
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Saga Poldark:
2)Demelza
8)Lo straniero venuto dal mare
9)La danza del mulino
10)La coppa dell'amore
11)Una lama nel cuore
12)Bella Poldark
Zio, sei ricco? Lo dubito. Non è mai stato nel carattere dei Poldark diventare ricchi, indipendentemente da quanto il destino li abbia favoriti.
Trama
Cornovaglia, 1810. Trascorsi dieci anni dagli eventi narrati nella Furia della marea, siamo nel pieno delle guerre napoleoniche. Demelza attende il ritorno di Ross dal Portogallo, dove il marito è in missione presso l’armata di Wellington. La vita dei due si è rasserenata, e intanto le nuove generazioni – soprattutto i figli Jeremy e Clowance, ormai cresciuti – cominciano a imporsi sulla scena. Intorno a loro, si muovono tutti gli altri personaggi di questa saga, che hanno trovato ciascuno la propria strada: Drake e Morwenna hanno coronato il loro amore e hanno avuto una figlia, Sam si è sposato con Rosina, e George Warleggan – vedovo di Elizabeth – fa la corte a una ricca Lady. Questo ordine ritrovato viene infranto il giorno in cui un misterioso straniero, Stephen Carrington, tratto in salvo in seguito al naufragio della sua nave, si stabilisce a casa dei Poldark. I due giovani figli di Ross rimangono conquistati dal nuovo venuto, spericolato e passionale, che travolge come un’onda le loro vite: Jeremy vede incarnati in lui l’avventura, il rischio, un mondo dall’orizzonte più vasto; Clowance, invece, indipendente e corteggiata da molti spasimanti, è attratta dal suo fascino misterioso. Tuttavia ben presto scopriranno che Stephen non è quello che sembra, e saranno costretti a fare i conti con i suoi segreti.
Eppure sono sicura che non è stato come tra te e papà. Il vostro rapporto è qualcosa di speciale. Non sarò mai così fortunata da trovare un uomo come lui, e naturalmente non potrò mai essere come te
Recensione
Oggi vi parlo dell'ottavo volume di questa serie. Dopo averlo concluso, posso dire di avere qualche perplessità e che, come previsto il finale non è concluso. Quindi la lettura della Danza del mulino, libro successivo, è praticamente obbligatoria, se si vuole comprendere appieno "Lo straniero venuto dal mare".
Considerando questo volume come la prima parte di un nuovo ciclo, bisogna riconoscere tutti i suoi meriti e soprattutto la presenza di una coppia che, malgrado il passare degli anni, continua ad esercitare un certo fascino e soprattutto ad amarsi in modo ormai solido, sicuro ed appassionato, basti pensare al rincontro dopo che per mesi Ross è stato lontano, in missione in Europa.
Se da un lato ritroviamo Demelza e Ross, quanto mai affiatati, non mancano neanche un'altra coppia a cui ho affidato il mio cuore, ovvero quella degli Enys, con un Dwight quanto mai interessato alle nuove scoperte in campo medico, consulente anche delle classi alte (tanto da aver visitato segretamente il Re ormai pazzo) ed una Caroline che con gli anni non ha perso il suo spirito mondano e apparentemente cinico.
Drake e Morweena si sono trasferiti e sappiamo che vivono finalmente serenamente il loro amore, che è stato coronato dalla nascita di una figlia, mentre Sam e Rosina alla fine si sono trovati e sposati, senza l'aiuto di Demelza, che in cuor suo ci aveva sempre sperato. Se le vecchie storie in qualche modo sono concluse, le nuove generazioni cominciano ad imporsi sulla scena del romanzo, con i due figli di Ross, Jeremy e Clowance.
Jeremy è molto diverso dal padre e quando inizia la storia in qualche modo si sente più in sintonia con la madre. Apparentemente il ragazzo infatti non sembra avere interessi particolari e utilizza il suo tempo per andare a pesca in compagnia dei ragazzi del posto, tra i quali spicca Ben Carter, il famoso figlio di Jinny, che le male lingue del paese avevano attribuito a Ross come paternità per via della famosa cicatrice sul viso che il ragazzo porta fin da quando ancora neonato era stato aggredito da un malintenzionato ossessionato da Jinny. E vi confesso che Ben è in qualche modo il mio preferito nella triade di corteggiatori della bellissima Clowance.
Un giorno, mentre sono al largo con la loro barca, i ragazzi recuperano un uomo ferito. Si tratta di Stephen Carrington, un avventuriero spericolato e passionale, che finirà per travolgere come un'onda la vita non solo di Jeremy, ma anche quella di Clowance.
Quest'ultima ha ereditato il fascino dei suoi genitori ed è una ragazza dallo spirito indipendente e passionale, che finisce per attirare l'attenzione di tutti gli uomini intorno a lei, ai quali però la ragazza non sembra particolarmente interessata, fino a quando i suoi occhi non si poseranno su Stephen Carrington.
Ed è proprio Stephen ad avermi dato più fastidio. Pur descrivendocelo come un uomo affascinante, passionale, pieno di intraprendenza, il mio fastidio è dovuto al fatto che Stephen è abituato a mentire e malgrado l'accoglienza della famiglia Poldark e soprattutto dell'amicizia dei due più giovani, finirà per cambiare versione sulla sua reale presenza diverse volte, lasciandomi alquanto arrabbiata.
Clowance, malgrado sia stata presentata come una giovane indipendente ed autonoma, finisce per sentirsi irrazionalmente attratta dall'uomo, che non mancherà però di deluderla quando, dopo una lunga assenza, si presenterà al ballo di San Giovanni, la festa della vigilia di mezza estate, con un'altra ragazza del posto. Questa delusione la indurrà ad accettare l'invito di una ricca famiglia presentatale grazie all'intercessione di Caroline, decisa in qualche modo ad ampliare l'orizzonte della sua figlioccia, per permetterle di valutare attentamente l'uomo a cui donare la sua vita. Ma Edward non riuscirà nell'impresa e temo che nel prossimo libro, Clowance capirà di essere innamorata di Stephen.
Se da un lato seguiamo le vicende di Clowance e dei suoi primi palpiti, osservati con attenzione dai suoi genitori, in modo particolare da Demelza (che accompagnerà la figlia durante il suo soggiorno nella villa dei Fitzmaurice brillando praticamente più della figlia), dall'altro lato seguiamo il giovane Jeremy, la sua passione per l'ingegneria e le possibilità del motore a vapore (che proporrà di utilizzare per la Wheal Leisure strappata a George Warleggan per un capovolgimento degli eventi), dall'altro lato assistiamo al suo innamoramento per Cuby Trevanion, appartenente ad una famiglia poderosa, che però per denaro scoraggia la relazione tra i due, sperando di poter accalappiare per la ragazza un buon partito.
Mentre George Warleggan, dopo dieci anni di lutto in cui non è riuscito a chiudere completamente con il ricordo di Elizabeth, affronta una crisi economica e allo stesso tempo si apre alla possibilità di un nuovo matrimonio, sono soprattutto altre figure sfuggenti che hanno colpito la mia immaginazione, spingendomi a desiderare in un loro ritorno sulla scena, ovvero Geoffrey Charles, che appare un miscuglio del fascino mondano di Francis e della determinazione di Ross, e Valentine Warleggon, il famoso bambino nato con la luna nera, ormai diventato un uomo affascinante.
Il primo combatte in Portogallo la guerra contro Napoleone e tranne l'incontro sul fronte con lo zio Ross, con cui condivide momenti di confidenza e di battaglia, si limita a mandare una lettera a Ross, senza accennare alla possibilità di ritornare a Trenwith, luogo della memoria e della sua infanzia, che ancora in qualche modo suscita in lui uno strano dolore. Valentine compare invece durante una cena in cui è seduto accanto alla seducente Clowance, con la quale si intrattiene esercitando tutto il suo fascino, senza neanche immaginare il vero legame che li unisce.
Il romanzo si presenta interessante, ma come dicevo, è quasi un introduzione dei personaggi e di quello che verrà. Le qualità narrative di Graham ci sono tutte, ma il non aver introdotto un filone narrativo unico per questo volume in qualche modo rallenta il ritmo, pur riprendendoci per mano e guidandoci nuovamente in questo angolo di mondo, ricco di storie e di fascino, dove i Poldark come sempre brillano per il loro carisma e la loro originalità.
Il suo più grande nemico....il suo solo nemico.. George era sempre stato li in Cornovaglia, ai ricevimenti, agli incontri, il suo vicino, sempre troppo potente, troppo ricco. Per uno strano capovolgimento di eventi sembrava che adesso George fosse nelle sue mani. Che aveva detto Demelza? Quello che George ed i suoi parenti avevano fatto, era qualcosa con cui dovevano convivere loro. Quello che facciamo noi, dobbiamo conviverci noi. Non avrebbe dovuto prendervi parte.
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