Autrice: Emily Bronte
Titolo: Cime tempestose
Prezzo: 9,50 e-book 0,49
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“Lui è me più di me stessa. Di qualunque cosa siano fatte le nostre anime, la sua e la mia sono le stesse.”
Trama
"Un romanzo in cui domina la violenza sugli uomini, sugli animali, sulle cose, scandito da scatti di crudeltà sia fisica sia, soprattutto, morale. Un romanzo brutale e rozzo - sono gli aggettivi utilizzati dalla critica dell'epoca - che scuoteva gli animi per la sua potenza e la sua tetraggine e che narra il consumarsi di un'inesorabile (sino a un certo punto) vendetta portata avanti con fredda meticolosità dal disumano Heathcliff. 'Cime tempestose' è un romanzo selvaggio, originale, possente, si leggeva in una recensione della 'North American Review', apparsa nel dicembre del 1848, e se la riuscita di un romanzo dovesse essere misurata unicamente sulla sua capacità evocativa, allora "Wuthering Heights" può essere considerata una delle migliori opere mai scritte in inglese. Tomasi di Lampedusa esprimeva il suo entusiastico e ammirato giudizio su Cime tempestose: 'Un romanzo come non ne sono mai stati scritti prima, come non saranno mai più scritti dopo. Lo si è voluto paragonare a Re Lear. Ma, veramente, non a Shakespeare fa pensare Emily, ma a Freud; un Freud che alla propria spregiudicatezza e al proprio tragico disinganno unisse le più alte, le più pure doti artistiche. Si tratta di una fosca vicenda di odi, di sadismo e di represse passioni, narrate con uno stile teso e corrusco spirante, fra i tragici fatti, una selvaggia purezza." (Dall'introduzione di Frédéric Ieva)
“La violenza e il tradimento sono armi a doppio taglio: feriscono più gravemente chi le usa, di chi le soffre.”
Recensione
Se pensate che questo classico sia una storia d'amore rose e fiori, mi spiace deludervi: avete sbagliato libro.
Cime tempestose è una storia di vendette, soprusi e rancori di lunga data.
E' la storia di due famiglie, o meglio di due residenze e delle persone che le abitano.
Da una parte vi è Wuthering Heights, da sempre casa degli Earnshaw, e dall'altra Thrushcross Grange, la ricca dimora dei Linton.
Le loro vicende si incroceranno con l'arrivo dagli Earnshaw di Heathcliff, un misterioso trovatello che il capofamiglia accoglie come un figlio.
Il ragazzo, dall'aspetto truce e l'indole selvaggia, se dal primo momento attira le antipatie del primogenito Hindley, diventerà invece il fedele compagno di giochi della secondogenita Catherine.
Questo almeno fino all'incontro dei due ragazzi con Edgar, figlio dei Linton, ragazzo dai capelli biondi e i modi gentili. Con Edgar, Catherine conosce un mondo diverso, fatto non solo di corse nelle lande e giochi infantili, ma di cene eleganti, buone maniere e vestiti da sera.
Con lui, la ragazza ha la possibilità di scegliere: un'esistenza fatta di istinti con Heathcliff, o una vita agiata con Edgar.
Questo bivio sarà il punto di svolta di tutto il romanzo: ci mostrerà la vera natura di Catherine, il suo egoismo e la sua presunzione.
E soprattutto questa scelta darà inizio al piano diabolico di Heathcliff, che da questo momento in poi non farà altro che aspirare al momento della resa dei conti, immaginando la più atroce delle vendette.
Attorno a questo triangolo amoroso - Heathcliff, Catherine e Edgar - ruoterà tutta la prima parte del libro. Tuttavia, la storia narrata dalla Brontë ha ben poco a che vedere con il romanticismo, come sarebbe plausibile immaginare.
I sentimenti che uniscono i tre, che siano di rivalità, ostilità e disprezzo - come nel caso dei due uomini - o di affetto - come nel caso della donna ed i suoi corteggiatori - sono spesso contaminati e sopraffatti dall'amor proprio.
Miss Earnshaw ad esempio, per quanto provi un legame viscerale per il suo vecchio compagno di giochi, al punto da considerarlo parte della sua stessa anima, mette sempre al primo posto la sua reputazione e la degradazione che subirebbe, qualora si unisse in matrimonio ad un selvaggio.
Allo stesso modo quest'ultimo, rimane così ferito e colpito nell'orgoglio dalle parole di lei, da rinunciare a combattere per la sua mano, con il solo scopo di dimostrarle un giorno di aver sbagliato nel non reputarlo un buon partito, ed aver preferito un altro a lui.
Solo Edgar Linton, uno dei pochi attori in scena senza macchia, pare animato da emozioni così profonde e sincere, da perdonare le mancanze di rispetto e l'ego smisurato di chi gli è accanto. Il suo amore rimane forte e stabile nelle intemperie, anche quando avrebbe dovuto vacillare.
Con la seconda parte del romanzo le vicende continuano a ruotare attorno alle due case, ma si arricchiscono di alcuni personaggi, la prole dei due nuclei familiari che finirà per ereditare anche i rancori e le antiche rivalità del casato.
Il triangolo originario avrà quindi nuove leve: Cathy (la figlia di Edgar e Catherine), Linton (il figlio di Heathcliff), e Hareton (figlio di Hindley e cugino della nuova bella di Trushcross Grange).
A muovere le fila ancora una volta Heathcliff che, dopo aver vestito in passato i ruoli di fratello bistrattato ed umiliato e di innamorato deriso e rifiutato, finirà per incarnare ciò che più gli è congeniale: il vendicatore spietato e implacabile, deciso a punire coloro che, a suo parere, hanno contrastato la vita con Catherine a cui era destinato.
Ebbene sì, il tempo può aver anche cambiato, seppur leggermente, l'aspetto dell'uomo, ma non ha affatto incrinato l'amore folle e tormentato che serba nel cuore, al punto da renderlo ossessivo ed insano.
Naturalmente, per quanto qualche scenario sembri destinato a ripetersi con i personaggi più giovani, molte reazioni invece si distaccano nettamente dal passato. Ad un certo punto pare quasi che gli eredi siano la versione rifinita e più apprezzabile dei genitori, quelli che sarebbero potuti essere anche loro, se avessero rinunciato all'orgoglio e alla rivalsa.
Ciò non toglie che "Cime tempestose" ci regala i protagonisti più crudeli di sempre, tra padri che provano piacere nel ferire, fisicamente e psicologicamente, i loro stessi figli, mariti che maltrattano brutalmente le mogli, mogli che disprezzano i rispettivi mariti, cugini che si odiano l'un l'altro e chi più ne ha, più ne metta.
È come se questo libro fosse il ricettacolo di quanto l'umanità possa essere bieca e spietata, quando cade nelle mani sbagliate e viene indirizzata lontana dal bene. Di come ogni persona può scegliere di incanalare il male che riceve e restituirlo al mondo, o al contrario dimostrare ad esso di essere migliore e saper perdonare.
Altro dono che ci fa la scrittrice con quest'opera è senza dubbio il fascino intramontabile della brughiera spossata dai venti impetuosi che, con il suo carico emotivo, funge da perfetta cornice agli animi dei personaggi. Le descrizioni dei paesaggi, del gelido vento invernale, delle bufere di neve, dei timidi fiori primaverili, o in generale di tutta la landa, non possono lasciare indifferenti, così come le atmosfere, cariche di presagi e spiriti inquieti.
Le "cime tempestose" sono il luogo in cui avviene tutto, eppure sono anche i veri motori della storia, il posto in cui trovano rifugio e ristoro gli Earnshaw e i Linton nel corso degli anni, ma anche il teatro degli incontri e degli scontri, delle fughe d'amore, delle notti di agonia, della speranza e della gioia più profonda.
Niente di tutto quello che avviene sarebbe potuto accadere lontano da lì e nulla avrebbe avuto lo stesso significato in un altro scenario. Perché le Wuthering Heights vivono e vibrano come chi abita in esse, sono aspre e selvagge come chi non le hai mai lasciate per davvero.
"Cime tempestose" è uno di quei libri che, ti piaccia o no, non lascia indifferenti. Ha un ritmo serrato, un susseguirsi di intrecci e di azione, personaggi unici nel loro genere, e meravigliose descrizioni: il mix perfetto per tenere incollati i lettori dalla prima all'ultima pagina.
Il punto di forza del romanzo è la personalità ben definita di tutti gli attori protagonisti, evidente già dalle prime righe e battute dei personaggi stessi.
Se infatti, nella maggior parte dei libri, assistiamo ad una metamorfosi dei personaggi, così non accade con "Cime tempestose".
Per quanto il carattere di Heatcliff si inasprisca, per quanto lui diventi sempre più spinoso, rancoroso e vendicativo, non risulta mai troppo lontano dall'immagine che già avevamo di lui all'inizio.
Questa è una delle particolarità della narrazione: personaggi crudeli ed egoisti, così concentrati sui propri desideri, da non considerare minimamente il male che seminano attorno con i loro comportamenti scellerati. In questa storia non ci sono innocenti. Solo carnefici e vittime, a loro volta carnefici di altre vittime.
Così Heathcliff, ripetutamente maltrattato e offeso da Hindley, diventa il diabolico oppressore di chiunque gli capiti a tiro. Allo stesso modo, anche se per diverse motivazioni, agisce il figlio di Heathcliff, Linton, il quale, disprezzato dal padre, si prende gioco anche di chi ha davvero cura di lui, come la piccola Cathy.
Se alcuni personaggi possono avere una blanda giustificazione ai loro comportamenti, in considerazione del tormentato passato (vedi Hareton, Hindley, Linton e lo stesso Heathcliff), altri invece sono essenzialmente negativi.
E' il caso di Catherine, amata da tutti, eppure sempre desiderosa di maggiori attenzioni. Il suo egoismo non conosce limiti, la sua crudeltà è un'edera rampicante che finisce per intrappolare chi le sta vicino.
Per quanto possa aver amato Heathcliff ed Edgar, quell'affetto non è minimamente paragonabile al suo amor proprio.
Anche il lasciarsi morire non è altro che l'ennesima dimostrazione del suo orgoglio ferito. Non il cuore spezzato, ma la consapevolezza che il mondo non gira attorno a lei, che Edgar e Heathcliff non sono disposti a sopportare ogni cosa, pur di vederla felice. Non il troppo amore, ma il desiderio di infliggere la pena maggiore a chi, pur lusingandola, non ha osato metterla sempre al primo posto.
Un amore vero è invece quello di Edgar per Catherine: nonostante la moglie non faccia altro che deluderlo, addirittura schernendolo e prendendosi gioco di lui, Edgar non smette mai di aver cura di lei.
Altrettanto veri sono i sentimenti di Heathcliff, un affetto indirizzato solo ad esclusivamente a Catherine.
Un amore malato, un'ossessione, un tormento, ma un amore vero.
Heathcliff la ama così tanto da non aver altro scopo nella vita se non riaverla, da sperare, dopo averla perduta, di poter almeno esser perseguitato dalla sua anima, di non aver pace, di diventare pazzo, tutto pur di tenerla ancora con sé.
Persino il suo assurdo ed ingiustificato piano di vendetta, la sua bramosia, non è altro che un modo per punire quelli che, a suo parere, sono responsabili della morte della sua amata. Ed ecco perché mi è risultato un personaggio assurdo e alquanto detestabile.
Anche il personaggio di Nelly, la governante degli Earnshaw, non ha ispirato la mia simpatia, ma proprio 0. Finge continuamente di tenere ad ogni persona con cui viene in contatto, per poi dimenticarsene alla prima difficoltà. Comportamento tenuto con Heathcliff, Catherine, Hareton, Isabella, Linton e talvolta anche con la piccola Cathy. Ogni volta dice di amarli e poi li lascia al loro crudele destino, senza curarsene oltre, arrivando addirittura a disprezzarli e persino mentire, come nel caso di Linton, pur di eliminare un problema, o almeno quello che lei considera tale.
In generale è improbabile provare dei sentimenti d'affetto per alcun personaggio (fanno eccezione solo Edgar e Hareton).
È il caso della piccola Cathy, così amabile con il padre e con Linton, ma supponente e sdegnosa con il cugino Hareton. O dello stesso Linton che non riusciamo a non compatire quando ha a che fare con Heathcliff, il suo aguzzino, ma che dimostra tutto il suo essere abietto e vile, in ogni altra circostanza.
Tutti gli altri presentano luci ed ombre, risultando apprezzabili in molte occasioni e detestabili in altrettante.
Ma credo che questo sia uno dei punti a favore del libro, una delle ragioni che lo rende così coinvolgente.
Se Heathcliff, Catherine, Hindley e Hareton non fossero stati animati da un vento così impetuoso, non avrebbero impresso dentro di noi in ricordo così indelebile. Non ci avrebbero spinto a condannarli o a parteggiare per loro, non avrebbero reso questa storia così vera e crudele, ma anche così straordinariamente umana.
La mia valutazione
Luce <3
“Io gli ho dato il mio cuore, e lui lo ha preso e lo ha stretto crudelmente fino a ucciderlo.”
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