Titolo: Sclerosi multipla il dolore che non fa rumore
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Trama
“Perché non c’entra nulla con la sofferenza del corpo, nonostante questa sia spesso presente.
Perché il dolore che intendo io è quello nella mente.
Quel flusso che, indisturbato e latente, serpeggia nella testa, invadendo pensieri e idee. Macchiando tutto al suo passaggio. Lasciando solo sporco vuoto dietro di sé, nient’altro.
Perché è il silenzioso dolore delle conseguenze psicologiche che ti uccide davvero.
I sintomi, le corse in ospedale, gli effetti del cortisone, quelli della cura che dovrai fare per il resto della vita, beh, questi sono solo un lieve e insulso corollario, nulla che abbia a che vedere con la devastazione della mente.
Perché è quella che ti uccide”.
Ciao a tutti, mi chiamo Penelope.
Questa è la mia storia e io sono qui per raccontarvela.
Recensione
Avete presente quando pensate di aver conosciuto qualcuno, ma in realtà, scoprite che non è affatto così? O meglio, che ne avete conosciuta solo una parte, e che per conoscerne altre, bisogna SAPER ASPETTARE? Per me, mentre leggevo questa, seppur corta, autobiografia, è stato così, perché nonostante tutto, Penelope ha VOLUTO donarci questa parte di sé, una parte che fa male, una parte che nonostante il dolore, costante, lei stessa sta combattendo.
Perché come dice il titolo stesso: la sclerosi multipla è quel dolore che non fa rumore, è un dolore silenzioso, che chi ne porta i segni, dovrà farlo, seppur con chi si ama accanto, DA SOLO, perché non puoi sapere come ci si sente, se non lo provi sulla tua stessa pelle.
Non è da tutti riuscire a scrivere di se stessi, soprattutto se la parte che stai scrivendo, quella parte che stai quindi mostrando al mondo, è qualcosa contro cui combatti perché ti è comparso davanti a muso duro, lasciandoti senza parole; ma, indovinate un po'? Penelope ci è riuscita, ha abbattuto un seppur piccolo muro, lasciando trasparire le gioie, ma soprattutto i suoi dolori, le sconfitte e i traguardi che ha raggiunto, siano da sola o con il compagno di una vita e la famiglia che la sostiene da sempre alle spalle.
A questo punto dico una sola cosa: GRAZIE, GRAZIE Penny per averci donato una parte di te così importante, ma anche così dannatamente dolorosa, non dev'essere stato per niente facile, ecco perché ti ammiro e ti ritengo una dannata forza della natura.
Se avete qualche patologia, conoscete qualcuno che le ha, ma anche se non ne avete e siete sani come dei pesci (come lo sono io), non lasciatevi scappare questo gioiello, ne varrà la pena averlo letto.
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