martedì 11 gennaio 2022

Recensione "Oltre l'abisso", Elisabetta Tagliati

 


Autrice: Elisabetta Tagliati

Titolo: Oltre l'abisso

Prezzo: 16,15

Link d'acquisto: QUI


Si avvicinava la ricorrenza di Lughnasadh: quattro piccole

tribù celtiche situate tra le colline avevano deciso di riunirsi

per l’occasione. Scelsero un luogo che le accomunasse in

quanto parte dei loro confini e che, per la sua grande energia,

si rivelasse propizio all’incontro e alle celebrazioni. Si trattava

di uno spiazzo erboso a picco sull’acqua, un panorama speciale

per quelle zone; nei lunghi tramonti estivi faceva sentire vicini

agli Dei. Questi, anche quell’anno, dal cielo benedirono le famiglie

con un raccolto abbondante.


Trama

Bethel ci narra di una vita sconvolta da un’esperienza mistica, in cui amore e spiritualità vanno di pari passo. Un enigmatico sogno che trascina tanto la protagonista quanto l’autrice stessa in un vortice che tende alla scoperta di sé. Una scoperta che trova nell’amore la sua irrinunciabile guida e ispirazione. Una rivelazione che ci esorta ad assaporare la vita nelle sue componenti più sottili, riscoprendo la profondità e l’unicità dell’uomo.


Makena non era una persona dal carattere autoritario, ma era

pronto a sacrificare tutto ciò che aveva per coloro che amava.

Non conosceva paura né prepotenza e nemmeno violenza fine

a sé stessa. Il nostro amore era naturale e pieno di gioia, il tempo

trascorso insieme sempre prezioso, come anche il sostegno

reciproco. Lui era il mio uomo e io la sua donna... e avrebbe

dovuto essere così per sempre. La nostra relazione non era stata

il frutto di una consapevole decisione. Ci conoscevamo e frequentavamo

fin da bambini ed era naturale agli occhi di tutti che

un giorno saremmo stati sposi.



Recensione


Oggi vi recensisco "Oltre l'abisso" di Elisabetta Tagliati; è, la storia di Bethel, donna proveniente da una famiglia che non riconosce le autorità religiose; la storia è narrata proprio da Bethel, che a volte, sembra essere sia fuori che dentro se stessa, perché capita che parli di sè in terza persona, è una donna che riesce ad amare due persone contemporaneamente, Vessagh il druido e Makena un uomo normale, che fa parte di una comunità, ma a volte, vengono mischiati così tanto, che non si sa più chi sia il marito e chi l'amante.

Bethel lotta contro se stessa e con nemici sempre diversi: il consiglio dei druidi, gli dèi, la stessa figlia.

Il carisma del druido, o mago, o quasi-dio Vessagh, è ciò che dà maggiore enfasi alla storia. L’abisso, luogo in cui si tiene una prova fondamentale per la vicenda, è la rappresentazione del salto, della svolta nella vita. Ma da quell’abisso si risale…la storia passa dal presente al passato, tanto che pare riavvolgersi su sé stessa, Bethel ce la racconta come la stesse rivivendo e nemmeno lei sapesse dove andrà a finire.
I personaggi “negativi”, Vessagh l’amante e Duana, la figlia, sono quelli descritti con più particolari e grazie a loro il racconto assume i connotati di una saga famigliare. È molto interessante lo svolgersi della vita di una famiglia la cui esistenza viene descritta a rapporto con la natura e l’occulto: “Se l’uomo rispetta e ama la natura, Essa rispetterà e amerà l’uomo.”


La mia valutazione

Alla prossima


Luce <3


Gli Dei mi parlarono, o forse loro mi avevano sempre parlato,

ma io riuscivo ad ascoltarli solo in quel momento.

...E la loro voce mi faceva paura, le loro richieste mi riempivano

di terrore e di ineluttabilità.

Per primo ricordai un giorno della mia prima infanzia, quando

un vecchio – e non molto rispettato – profeta dichiarò che sarei

stata la madre di un Semidio. Qualcuno che avrebbe riunito

nella pace tanti clan riportandoli agli Dei e conseguentemente

alla grandezza.

La mia famiglia, convinta che il potere si guadagni con il sangue,

lo scacciò rimproverandogli di minacciare la serenità nella

quale versavamo, temendo anche l’audacia con cui aveva accostato

delle semplici persone agli Dei. Di quella profezia non

parlò più nessuno.

La scena mutò in una silenziosa notte. Ero piena di terrore,

vinta da un malessere e dalla sporcizia. Insieme a me un importante

capo, anche lui giunto per celebrare Lughnasadh: Vessagh

era il suo nome.

Lo sapevo essere uomo schivo e solitario, ma già oggetto di

numerosi miti, tanto che molti lo ritenevano uno dei più grandi

druidi viventi. Sembrava spingermi crudelmente dall’alta scogliera.

Poi il buio




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