Autrice: Milena Zucchetti
Titolo: Discronia: l'uomo giusto al momento sbagliato o l'uomo sbagliato al momento giusto?
Prezzo: cartaceo 12,74 e-book 0,99
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Trama
DISCRONIA
L'uomo giusto al momento sbagliato o l'uomo sbagliato al momento giusto?
Clara vive in Olanda da due anni, da quando è scappata dall'Australia in seguito alla
fine della relazione con Owen. Un incontro fortuito o, come direbbero i greci, il Kairos - tempo opportuno.
la convince a tornare a Melbourne, per cercare di ricostruire la storia d'amore con il suo professore/mentore.
Le sue vicende amorose seguiranno, però, percorsi alternativi a quelli che aveva immaginato, perché la
realtà è discronica, fa agitare il tempo e ne scombussola il ritmo; così SEBASTIAN si intrufola nella vita di
Clara, reclamandone l'amore e offrendole la certezza di un sentimento concreto. La riflessione resta aperta:
il Kairos che ha spinto Clara a tornare a Melbourne voleva ricongiungerla con Owen o farle incontrare
Sebastian? L'amore esiste in quanto tale o è solo un sentimento declinato dagli eventi?
fine della relazione con Owen. Un incontro fortuito o, come direbbero i greci, il Kairos - tempo opportuno.
la convince a tornare a Melbourne, per cercare di ricostruire la storia d'amore con il suo professore/mentore.
Le sue vicende amorose seguiranno, però, percorsi alternativi a quelli che aveva immaginato, perché la
realtà è discronica, fa agitare il tempo e ne scombussola il ritmo; così SEBASTIAN si intrufola nella vita di
Clara, reclamandone l'amore e offrendole la certezza di un sentimento concreto. La riflessione resta aperta:
il Kairos che ha spinto Clara a tornare a Melbourne voleva ricongiungerla con Owen o farle incontrare
Sebastian? L'amore esiste in quanto tale o è solo un sentimento declinato dagli eventi?
Estratto
«Te la senti di tenere una lezione?»
«No, onestamente no, » lo interruppe «non sono molto focalizzata sul dottorato, in questo momento».
«E su cosa sei focalizzata, dunque?»
«Su me stessa» rispose risoluta.
«O su quel ragazzo con cui ti ha visto un paio di volte Frank?» sorrise e Clara non riuscì a capire
se ci fosse in lui più malizia o sarcasmo.
se ci fosse in lui più malizia o sarcasmo.
«Non ho mai incontrato Frank» tentò di giustificarsi.
«Sì, è vero. Non ti sei accorta di lui. Eri coinvolta in cose più interessanti che salutare un vecchio amico
e non ha voluto disturbarti» ora era chiaro che il sarcasmo era la sfumatura più corretta.
e non ha voluto disturbarti» ora era chiaro che il sarcasmo era la sfumatura più corretta.
«Ha fatto male, lo avrei salutato con piacere. Diglielo: se mi incontra di nuovo, deve assolutamente farsi
vedere!» provò a mantenere un tono sereno ma arrossì.
vedere!» provò a mantenere un tono sereno ma arrossì.
«È tutto quello che hai da dire?» allontanò la poltrona dalla scrivania e incrociò le braccia dietro la testa.
«É per questo che mi hai chiesto di venire?» le sembrò di rivivere una scena già vissuta.
«Continui a non rispondere» alzò il mento e la guardò con gli occhi socchiusi.
«Tu continui a fare domande» abbassò lo sguardo.
«È una storia seria?» il tono non sembrava voler accettare un’altra domanda come risposta.
«Sono venuta per parlare di lavoro» si alzò.
«Sia chiaro, non te ne faccio una colpa» Owen sorrise, con quel suo sorriso beffardo che tante volte l'aveva fatta capitolare.
«Vorrei ben vedere!» si inalberò «In ogni caso, è, come puoi immaginare, una cosa recente».
«Si, non vorrei davvero pensare a nulla di diverso» la raggiunse al centro della stanza. Indossava un
pantalone blu, dal taglio classico, e una camicia azzurra. Il collo era sbottonato e la cravatta riposta
nel taschino. I capelli erano cresciuti e il taglio scombussolato, la pelle perfettamente rasata. Le sfiorò
la guancia con la sua, cercando il suo orecchio, al quale sussurrò «Non posso credere che tu abbia bleffato.
É un’opzione che non ho neppure preso in considerazione».
pantalone blu, dal taglio classico, e una camicia azzurra. Il collo era sbottonato e la cravatta riposta
nel taschino. I capelli erano cresciuti e il taglio scombussolato, la pelle perfettamente rasata. Le sfiorò
la guancia con la sua, cercando il suo orecchio, al quale sussurrò «Non posso credere che tu abbia bleffato.
É un’opzione che non ho neppure preso in considerazione».
Clara, rinfrancata da questa affermazione, chiuse gli occhi per un attimo. La mano di Owen le sistemò
una ciocca di capelli dietro l’orecchio, poi lo baciò con delicatezza, sfiorandolo appena. Si girò di scatto,
pronta a rimproverarlo, ma si trovò a una distanza talmente ravvicinata dalla sua bocca che ebbe
appena il tempo di rendersene conto e già le labbra premevano sulle sue. Fu un bacio casto e veloce,
che lasciò Clara senza parole. Se ne andò, infatti, senza dire nulla ma assicurando a Owen la
consapevolezza che non si trattava di una storia seria.
una ciocca di capelli dietro l’orecchio, poi lo baciò con delicatezza, sfiorandolo appena. Si girò di scatto,
pronta a rimproverarlo, ma si trovò a una distanza talmente ravvicinata dalla sua bocca che ebbe
appena il tempo di rendersene conto e già le labbra premevano sulle sue. Fu un bacio casto e veloce,
che lasciò Clara senza parole. Se ne andò, infatti, senza dire nulla ma assicurando a Owen la
consapevolezza che non si trattava di una storia seria.
*-* *-* *-*
Autore: Cristiano Pedrini
Genere: Narrativa
Formato cartaceo 12x20
Formato ebook: epub/mobi e pdf
Pagine 124
Pubblicato con FDBook
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Trama
«Può un pesciolino domare uno squalo?»
Per Charles Spencer Hoynes la risposta a questa domanda arriverà dopo l’incontro insolito
e fortuito con Mathis Owen, un giovane avvocato fresco di laurea. La sua presenza lo
costringerà ad ammettere che oltre ai suoi metodi spregiudicati può esistere anche un
altro modo di vivere la sua professione, opponendosi con pazienza, perseveranza e con
voce gentile alle ingiustizie.
Immersi in una candida Washington imbiancata dalla neve, i due giovani impareranno che
non sempre è facile amarsi e accettarlo, può far paura. Ma sotto la neve e alla vigilia del
magico Natale, tutto può essere possibile!
Estratto …
Dal Capitolo Primo
Catapultato in paradiso?
Quattro anni di università chino su libri e dispense, innumerevoli notti insonni, una lista interminabile di fine settimana sacrificati e molte occasioni sfumate.
Ecco riassunto in poche parole il risultato della carriera studentesca di Mathis al quale
aggiungere due anni di specializzazione e il superamento dei test della scuola di legge
e, infine, quell’unico ma fortunato stage in uno studio legale, quello di Horace Hasting,
un caro amico di famiglia che si era offerto di fargli muovere i primi passi nel mondo dell’avvocatura.
«E ora eccomi qui» commentò ad alta voce Mathis, fissando quello stanzino nel quale
avrebbe voluto morire e lasciare il suo epitaffio sostituendo quella targhetta di cartone
appesa precariamente con del nastro adesivo accanto alla porta. Chi l’aveva scritto
perlomeno non aveva sbagliato il suo nome, Mathis Owen, anche se aveva usato un
discutibile color verde.
«E ora cosa racconterai a tua nonna quando ti chiederà del tuo primo giorno di
lavoro?» chiese poggiando le spalle alla parete e rivolgendo lo sguardo al lungo
corridoio illuminato da alcune lampade al neon che irradiavano una luce spenta dove,
sul fondo, intravedeva la rampa di scale dalla quale era sceso pochi minuti prima.
La sua lunga discesa verso gli inferi… letteralmente e realmente parlando.
Quel magazzino che a giudicare dalla polvere sparsa un po’ ovunque non era molto
frequentato, era l’ultimo angolo vivibile del palazzo. Si tolse dalla tasca dei pantaloni il
biglietto che aveva ricevuto nell’atrio dove era scritto il numero di piano e della stanza.
Ecco il suo benvenuto in quell’elegante palazzo, in una fredda mattina di dicembre. Un
benvenuto anonimo e che aveva immaginato assai diverso. Strinse il biglietto nella
mano, chiuse gli occhi e batté ripetutamente il capo contro la parete prima di desistere
pensando che un mal di testa non avrebbe migliorato la sua situazione.
Varcò la soglia del suo ufficio avvicinandosi alla scrivania di legno che, a giudicare dal
suo piano, aveva visto seduti dietro a essa generazioni di avvocati, probabilmente tutti
passati a miglior vita. Posò la sua valigetta accanto a una lampada d’acciaio. Una pila
di cartellette
vuote e un portapenne di plastica altrettanto vuoto, erano le uniche cose che vedeva.
Fu la vista di quel grande scaffale che arrivava fino al soffitto, carico di libri, tutti con la
copertina di color marrone chiaro, che attirò la sua attenzione. Si avvicinò e ne sfilò
uno. Gli bastò sfogliare le prime pagine per accorgersi che si trattava di raccolte di
leggi. Lesse
la data di stampa impressa sul frontespizio. «1909… Ne avete di anni» sorrise il
ragazzo alzando lo sguardo verso i ripiani superiori.
«Voi sarete utili ma… – sospirò ritornando alla scrivania – senza un computer
come pensano che debba lavorare?» si domandò grattandosi il capo.
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Biografia
Classe 1972, lavoro dal 1998 in una biblioteca della provincia di Bergamo. Autore
iniziative culturali nel territorio dove risiedo ho lasciato che la passione della scrittura,
che mi accompagna fin dall’adolescenza si riprendesse il suo spazio naturale dopo una
lunga pausa, di oltre venti anni, si è ripresa il suo spazio naturale e nell’estate del 2014 ho
ripreso questo bellissimo viaggio alla scoperta di me.
Sono autore di Klein Blue (Aletheia Editore), Le regole di Hibiki (Fdbooks), “L’ombra del
Principe (Triskell), “Un posto sicuro” (Queen Edizioni) e diversi altri romanzi self.
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