sabato 2 novembre 2019

Recensione "La felicità del cactus", Sarah Haywood

Autrice: Sarah Haywood
Titolo: La felicità del cactus
Prezzo: cartaceo 12,75  e-book 6,99

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 E il destino aveva già deciso per me. Non avevo nessun tipo di controllo

Trama
A Susan Green non piacciono le sorprese: vuole avere tutto sotto controllo. Con buona pace di famiglia e colleghi, che la trovano fredda e spigolosa. Ma la vita di Susan è perfetta... per Susan. Ha un appartamento a Londra tagliato su misura per una sola persona, un lavoro che soddisfa la sua passione per la logica e un accordo molto civile con un gentiluomo che le garantisce adeguati stimoli culturali, e non solo, senza inutili sdolcinatezze. Guai perciò a chiunque tenti di abbozzare un maggior coinvolgimento emotivo e di accorciare le distanze: Susan punge, come i cactus che colleziona. Eppure, si sa, la vita sfugge a ogni controllo. E l'aplomb di Susan inizia a vacillare quando deve fare i conti con un lutto improvviso e con la prospettiva, del tutto implausibile secondo lei, di una gravidanza. All'improvviso il mondo sembra impazzito, sia dentro che fuori di lei. Ma proprio quando Susan teme di non riuscire più a fare tutto da sola, riceverà aiuto dalle persone più impensabili. E l'inflessibile femminista di ferro, la donna combattiva e spinosa come i suoi cactus, si troverà a fiorire.



 ...."Ha un braccialetto intorno al polso sottile, con scritto il mio nome. L'ho fatta io. E' mia...." 

Recensione


Buongiorno e bentornati sul blog con la recensione del libro "La felicità del cactus" di Sarah Haywood; questa storia parla di una donna, Susan Green, a cui la vita riserva un dolore, e una sorpresa inaspettata; il libro si legge velocemente, la storia è carina, ma è anche vero che certe descrizioni sono un po' inutili.. Susan, non fa entrare nessuno nella sua vita, che deve essere ben programmata, senza una cosa fuori posto; come ho detto però, nel corso della lettura, scopriamo che ben due avvenimenti, entrambi NON PREVISTI dalla protagonista, prima il dolore causato dalla morte della madre, a seguire una gravidanza decisamente fuori dal previsto, faranno la comparsa nella vita della protagonista, e durante la lettura, entrambi gli avvenimenti portano Susan a cambiare quasi atteggiamento; aggiungiamo poi un segreto familiare GRANDE COME UNA CASA, che la scombussolerà ancora più del lutto e della gravidanza e abbiamo fatto TOMBOLA!
Seguiamo le vicende di Susan dal terzo mese di gravidanza in poi, ed è da lì, che Susan farà  i conti con se stessa, le sue fragilità, che ci farà scoprire il suo passato, che andrà, irrimediabilmente a intaccare il presente e il futuro della protagonista; ci saranno cose che sia Susan sia noi (anche se indirettamente), scoprirà solo nel corso della narrazione del romanzo, che per vostra informazione, è narrato in prima persona, saranno avvenimenti che Susan non potrà affrontare da sola, e lo scoprirà pian piano; nella trama de “La felicità del cactus” si legge: “Susan punge, come i cactus che colleziona”. Rob, l’amico del fratello di Susan che progetta giardini, a un certo punto spiega una cosa importante: i cactus hanno sviluppato le spine al posto delle foglie “per ridurre la superficie attraverso cui fuoriesce l’acqua, senza rinunciare a fare ombra al corpo centrare della pianta”. Molti pensano che le spine servano a tenere lontani i predatori, ma si sbagliano, continua. Ci tengo a sottolinearlo perché la differenza è importante: i cactus non volevano difendersi, hanno sviluppato un sistema più pratico per loro stessi, per il loro bene. In questo Susan gli assomiglia, nelle loro efficienza, non nella volontà di pungere.
Susan è così fragile – sebbene non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura – che per lei sarebbe impossibile fare del male volontariamente, specie per quello che ha subito. Nemmeno a suo fratello Edward, nonostante lo consideri “un completo spreco di ossigeno”, e non faccia che ripeterlo (sì, anche con lui presente). Il rapporto tra loro subirà il cambiamento più profondo, per diverse ragioni, ma Susan sulla loro infanzia è irremovibile. “Sembra che ancora una volta ci ricordiamo le cose in modo diverso. Del resto la verità è soggettiva, ognuno ha la propria versione. Forse le nostre sono entrambe valide”, dice la nostra protagonista al fratello. Ha ceduto su tante cose, ma sul suo passato Susan non ha intenzione di cambiare la sua verisone dei fatti. Almeno, non ancora. Diamole tempo.
Susan scoprirà anche che a volte, abbiamo bisogno degli altri, per scoprire lati di noi, che da soli non vedremmo mai.

Chiudo qui per evitare di scrivere più di quello che ho già scritto



La mia valutazione




Alla prossima

Luce <3



 ......"Kate mi aveva suggerito di lasciar perdere il libro dicendo che non si possono ammaestrare i neonati come scimmie del circo e che la cosa migliore è comportarsi "come ti viene naturale".......

2 commenti: